Ogni volta che riapriamo un
libro vi troviamo, come d’incanto, quelle briciole di esistenza, quelle
sensazioni, quei pensieri che credevamo archiviati nei cassetti della memoria.
Cosa abbiamo fatto di quei giorni, dopo che avevamo chiuso le pagine, non ricordiamo
bene subito, se non riannodando le date, gli anni, l’età dei nostri figli. Nel
frattempo la vita, con il suo scorrere, ci ha trasformato, ha modificato la
geografia dei nostri volti. I giorni si sono avvicendati senza sosta in
un’altalena di emozioni e azioni fino a giungere qui. Ma i giorni che rievoco
attraverso le pagine dei libri, in un commento, in una frase, una nota a
margine, una dedica, un indirizzo, una data … hanno la nitidezza di un salto
indietro nel tempo, come se mi fossi trovata solo un attimo prima in quel
preciso istante, hanno il potere di rievocare l’intensità dei sentimenti e
delle emozioni provate. C’è chi si scandalizza delle pieghe alle pagine dei
libri, delle sottolineature, delle scritte: pensano che sia una mancanza di
attenzione e di rispetto verso l’oggetto. Ovviamente non mi permetto di fare
nessun segno sui libri che mi prestano, li tengo, anzi, come oggetti preziosi. Ma
per quanto riguarda i miei libri, ogni volta che infliggo alla pagina un segno,
non faccio altro che manifestar loro il mio amore e renderli parte della mia
vita.