Foto di Jill Burrow (da Pexels) |
10 luglio 1986
Cara Melania,
nella tua prima lettera hai sollevato dei dubbi sul fatto di poter (o volere) tornare. Ho evitato finora di chiederti spiegazioni, tenendomi dentro la mia tristezza, perché temevo che tu mi dessi una risposta che non volevo sentire. Da quanto mi hai scritto e continui a scrivere, ho
tanta paura che ormai tu sia in una “dimensione” diversa, strana e affascinante, e che non ci rivedremo mai più.
Nella tua ultima lettera mi
dici di sentirti maturata e in effetti è vero. Mi sembra che tu stia
cominciando a interessarti di cose che fino a un anno fa non ti sarebbero
venute nemmeno in mente. Quindi, per rispondere alla domanda che mi hai fatto in
chiusura della tua lettera, e cioè: “Sei felice, Pam?” ti rispondo che non so
esattamente se mi sono mai soffermata a pensarci veramente e che tante volte mi
sento su un’altalena: a volte felice, a volte triste, a volte preoccupata, a
volte esaltata …. Però posso dirti che sapere che probabilmente non tornerai
più mi ha fatto sentire veramente a terra e ho pianto spesso. Non voglio però che i miei sentimenti influenzino le tue scelte e penso che sia inutile disperarsi per qualcosa di cui non siamo sicure, per cui sarò
per te la solita vecchia Pam e ti racconterò le cose di qui, di questa estate
1986.
Stamani sono stata dal
prof., alla solita ripetizione di matematica: che strazio! Tornando a casa mi
sono fermata al negozio di alimentari del babbo di Stella e lì davanti ho
incontrato le altre ragazze (Stella, Carolina, Tam, Milena, Stefania). Mi hanno
detto che sarebbero andate in piscina, così ho deciso di andare con loro. Non
mi andava di rimanere da sola a casa senza fare niente tutto il pomeriggio!
Sono entrata nel negozio e ho comprato una Fanta, un panino con la mortadella e
un sacchetto di patatine. Poi sono corsa a casa a prepararmi.
Alla cassa della piscina c’era
lo zio di Stella, che come al solito ci ha fatto entrare gratis. Abbiamo
piazzato gli asciugamani in un punto strategico nel prato: sotto a un albero
che faceva un po’ di ombra e abbastanza vicino alle vasche, e siamo andate
subito a tuffarci. Faceva un caldo! Poi
siamo uscite e ci siamo messe a mangiare i nostri panini, chiacchierando e
leggendo dei giornalini. A un certo punto ho visto poco più in là Carlo e lo
abbiamo chiamato: era da solo e non gli è parso il vero di stare con noi. Visto
che stavamo leggendo Cioè e non ci sembrava niente di interessante per un
ragazzo, abbiamo pensato di giocare a carte. Lui, mentre mescolava il mazzo, ci
ha detto che stava aspettando Flavio e Gianni, che dovevano raggiungerlo. Non
aveva finito di dirlo che ci fa: “Ah, eccoli!”. Io sulle prime ho pensato a uno scherzo (in
realtà volevo anche “strozzare” Stella che ridacchiava: pensavo che avesse
raccontato a qualcuno che mi piace Flavio!) e non mi sono nemmeno girata e invece
c’erano davvero! Credo di essere diventata di tutti i colori prima di
riprendermi dalla sorpresa! Si sono messi vicino a noi con i loro asciugamani e
abbiamo iniziato a giocare tutti insieme. Quando è stato il turno di Flavio di
mescolare il mazzo gli è cascato di mano e le carte si sono sparse qua e là. Lui
le ha recuperate, ma gliene era sfuggita una. Così l’ho presa e gliel’ho porta.
Lui mi ha fatto un sorriso bellissimo, ha sfiorato la mia mano per prenderla e
mi ha detto “Oh, grazie”. Mel, mi è sembrato di sentire una scossa elettrica! Ma
sono riuscita a rimanere tranquilla e a fargli un sorriso, rispondendo “Oh,
prego”. È stato un bel momento, anche se breve. I ragazzi poi hanno giocato a calcio
per un po’, mentre noi prendevamo il sole, e dopo abbiamo fatto un tuffo tutti
insieme.
Gianni e Flavio hanno
cominciato a fare finta di affogarci: mentre ero in acqua, attaccata al bordo
della piscina, Flavio è venuto dietro di me e si è attaccato negli stessi
punti, vicinissimo alle mie mani, in modo che in pratica mi stava quasi abbracciando.
“Prendi il respiro perché ti faccio restare sotto”, mi ha mormorato all’orecchio.
Difficile da fare, visto che respiravo a fatica dall’emozione! Mi ha buttata
giù e mi ha messo le gambe attorno alla vita per tenermi sott’acqua (non
preoccuparti Mel, mi ha lasciata quasi subito! Mica volevano affogarci
davvero!). Allora poi mi sono “vendicata” buttandolo giù io, ma mentre era
sotto mi ha afferrato una caviglia e ha portato giù anche me. Mentre risalivamo
in superficie ho aperto gli occhi sott’acqua e ho visto che mi stava guardando.
Eravamo rimasti soli perché Stella e Gianni erano poco più in là a fare una
battaglia di schizzi. Mi sentivo in imbarazzo, perché era calato un silenzio un
po’ strano, così ho detto qualcosa senza stare molto a pensarci. “Sai che il
tuo nome deriva dal latino e vuol dire biondo?”, gli ho chiesto, sentendomi
subito dopo un po’ stupida. “Davvero? E tu come fai a saperlo?” mi ha chiesto
lui. Volevo rispondergli che avevo cercato il significato del suo nome perché
lo penso sempre (l’ho visto sul dizionario dei nomi di Candy Candy che ho
conservato: sai che vergogna dirgli che lo avevo trovato lì?), ma invece l’ho
buttata sul ridere e gli ho chiesto: “Ma come? Non sai che sono la “nomologa”? Conosco il
significato di ogni nome. Il mio, per esempio, significa “tutta dolcezza”. Lui
mi ha guardata sorridendo e ha detto che era un bel significato. Subito dopo
sono arrivati Stella e Gianni e il momento magico è svanito.
Però, ecco, oggi sono stata
felice, sempre per rispondere alla tua domanda. Ma ieri invece, che ero tutta
sola perché le altre erano in piscina (col fatto che non pagano ci vanno quasi
tutti i giorni! Hanno preso una fissa!) ero triste e non ho avuto nemmeno il
coraggio di andare alla compagnia! Le ragazze andranno in piscina anche domani,
ma io non ne ho voglia. Voglio andare alla compagnia domani, in tutti modi,
anche se sarò da sola. Mi devo fare coraggio, anche se non ho le mie amiche a
farmi da spalla. Anche perché risulto simpatica, quindi perché dovrei farmi
intimidire? In fondo potrei sempre trovare Beatrice lì e cercare di conoscerla
meglio … te la ricordi? È un po’ sopra le righe a volte, ma è simpatica.
Secondo te perché mi intimidisco quando sono sola? Ti sembra normale?
Beh, chiudo adesso, perché
devo andare a fare un sacco di esercizi di matematica. Tu non studiare troppo,
mi raccomando, e non perdere un po’ di sana leggerezza. A proposito, non fare
la furba: nella prossima lettera esigo notizie di questo ragazzo di cui non sai
nemmeno il nome, ma che ti piace!
Baci, Pam
Pa🍎nia
"Pam & Mel", di Daniela Darone