2 agosto 1986
Cara Melania,
mi sembra un secolo
dall’ultima volta che ti ho scritto! Sono tornata a casa piena di speranza di
trovare una tua lettera e invece nulla! Che succede? Perché non scrivi?
Ti racconto un po’ delle mie
vacanze a Ischia. Per dire la verità le cose non sono andate bene da subito, ma
meglio che parta dall’inizio.
Al nostro arrivo io e Arturo
abbiamo conosciuto Antonello (15 anni) e Nico (22 anni): sono fratelli e
abbiamo fatto amicizia perché l’albergo ci ha assegnato due tavoli vicini per
il pranzo e la cena. Quindi, a forza di vederci, è stato naturale cominciare a
parlare con loro. Anche i miei genitori chiacchieravano spesso con i loro e
quindi a un certo punto il gestore dell’albergo ha unito i tavoli per farci
stare insieme. A noi ragazzi ha fatto piacere, l’unica che non era proprio
felicissima era la mamma. Sai che le piace la semplicità: un po’ di cipria, un
velo di rossetto e vestiti carini ma pratici. Invece la loro mamma era sempre
tutta ingioiellata e vestita da Hollywood … non so se capisci cosa voglio dire!
Ho scritto un sacco di
cartoline (anche una a Flavio. A Ischia l’ho sognato per ben due volte!) e
litigato un po’ con i miei e Arturo: magari piccole cose, niente di che, ma che
mi lasciavano dentro un senso di vuoto, di voglia di non fare niente e di
tristezza. Loro dopo un po’ tornavano come prima, mentre io rimanevo nelle
stesse condizioni e allora sembrava sempre che fossi io la colpevole di tutto.
In realtà non è che avessi l’umore a mille. Pensavo spesso agli amici del mare
dell’anno scorso e al fatto che si fossero ritrovati tutti insieme al Lido
Balena: mancavo solo io. Chissà se qualche volta hanno parlato di me! Ero un
po’ giù anche perché all’inizio i giorni si susseguivano tutti uguali. La
mattina, dopo aver fatto colazione, andavamo in spiaggia, dove di solito leggevo
Cioè o altri giornalini, poi tornavamo a pranzo in albergo e subito dopo di
nuovo in spiaggia: camminatina in riva al mare, prendevo un po’ di sole, un
bagno e poi di nuovo in albergo per cena. Dopo cena Antonello, Nico e Arturo se
ne andavano a giro insieme e io rimanevo con il babbo, la mamma e i genitori di
Antonello e Nico a fare una passeggiata. Emozionante, vero? Forse avrei dovuto
guardarmi intorno prima e darmi una mossa.
Dopo qualche giorno comunque le cose sono svoltate: l’albergo ha organizzato una cena a base di pizza riservata solo ai ragazzi e così finalmente mi sono ritrovata fra i miei simili! Ho conosciuto Raffaele (il figlio del proprietario dell’albergo), Brunella (16 anni, ha fatto la prima magistrale ed è stata promossa a giugno, beata lei!) e via via anche altri. Arturo quella sera si è tenuto un po’ a distanza da me perché diceva che gli rovinavo la piazza: c’erano due ragazze di Roma che gli piacevano e non voleva avermi intorno! Dopo cena abbiamo anche ballato nel giardino dell’albergo. Peccato che tutto questo sia successo quando ormai era già passata quasi una settimana dal nostro arrivo.
Alla spiaggia ho conosciuto
anche un ragazzo di Ischia, Carmine. Mentre parlavo con Brunella e altre
ragazze è passato questo tipo molto carino. Non ho potuto fare a meno di
osservarlo bene e così lui si è accorto che lo guardavo, ha restituito lo
sguardo e mi ha fatto l’occhiolino e per tutto il giorno poi ha tentato di
attaccare discorso. Quando sono andata a
fare il bagno con Brunella, i suoi amici mi hanno vista e gli hanno detto
qualcosa. Lui ha iniziato a guardarmi, ma io ho fatto finta di nulla e quando
siamo uscite dall’acqua ci siamo messe a prendere il sole e a chiacchierare.
Lui allora, che era a giocare a palla poco più in là, faceva in modo che la
palla venisse sempre vicino a noi e veniva sempre lui a riprenderla e ogni
volta ci faceva qualche domanda. Alla fine lui e i suoi amici sono andati a
fare il bagno e ci hanno chiesto se volevamo andare con loro, ma noi abbiamo
detto di no: Brunella doveva andare via e io mi sentivo in imbarazzo ad andare
con loro. Così, dopo che Brunella è andata via, sono rimasta a prendere il sole
e dopo poco è arrivato un ragazzo che si è messo a sedere poco distante da me a
guardare il mare, in silenzio. Era da solo e mi sembrava più grande di me, così
non pensavo che alla fine mi avrebbe rivolto la parola. Invece d’un tratto si è
messo a parlare, chiedendomi se era la prima volta che passavo le vacanze a
Ischia. Mel, guarda, era affascinante parlare con lui, perché aveva un modo di
fare calmo e rilassato e un accento stranissimo che non avevo mai sentito.
Infatti, poco dopo mi ha detto che veniva dalla Persia ed era uno studente di
medicina. Mi ha chiesto se ci potevamo vedere la sera dopo cena, ma ovviamente
gli ho detto di no: non avrei proprio saputo cosa dire al babbo e alla mamma!
Era davvero carino, ma troppo grande per me! La mamma dopo un po’ mi ha fatto
un cenno da lontano, messaggio in codice che voleva dire che dovevamo andare
(ho apprezzato la discrezione di non venire a chiamarmi mentre parlavo con
lui). Avrei voluto salutare Carmine, che intanto era uscito dall’acqua, ma poi
ho cambiato idea, mi sono vestita e siamo andati via. Mentre tornavo in albergo
mi sono pentita di non averlo salutato! Il giorno dopo non l’ho visto in
spiaggia, ma la sera, mentre andavo con tutta la compagnia a ballare al Castello
Aragonese, chi vedo seduto su un gradino in fondo alla strada dell’albergo? Lui
e un suo amico! Gli ho chiesto se venivano a ballare con noi, ma hanno risposto
che non potevano, però Carmine è andato a un negozio lì davanti dove conosceva
il proprietario, si è fatto dare un foglio e mi ha scritto il suo indirizzo. Mi
ha chiesto di scrivergli una lettera quando tornavo a Firenze e salutandomi mi
ha stretto la mano un po’ più tempo del necessario. Che begli occhi verdi, Mel!
Al Castello comunque ci siamo divertiti. Ho ballato tutta la sera e Raffaele mi
è stato molto dietro, era evidente che gli piacevo! Non faceva che prendermi
per mano e voleva ballare solo con me. Mentre ballavamo, poi, ha fatto un gesto
così strano! È stato a fissarmi un bel po’, poi mi ha preso il naso fra due
dita e l’ha scosso dolcemente come una campanella, facendomi un complimento.
Abbiamo finito la serata a chiacchierare tutti in camera delle ragazze romane,
fino alle cinque e mezzo di mattina!
Il 31 luglio, di buon'ora, siamo
ripartiti. Ci siamo scambiati tutti gli indirizzi e i numeri di telefono,
promettendoci di rivederci. Chissà se sarà possibile?
La mamma nel viaggio di
ritorno sembrava una pentola a pressione. Sai che non suda e quando c’è troppo
caldo diventa tutta rossa e bollente. Ci siamo fermati in un autogrill, si è
distesa su un prato all’ombra e quando si è alzata aveva lasciato la forma
nell’erba! Poveretta!
La sera del nostro rientro a
Firenze, io e Arturo abbiamo ricevuto una telefonata dai ragazzi che erano
rimasti a Ischia e che sarebbero partiti il primo agosto. Che carini, vero?
Alla fine è stata proprio
una bella vacanza. Gli ultimi giorni sono stata anche con i miei, Arturo e
Brunella a Citara, ai Giardini Poseidon (un parco termale meraviglioso, tutto
terrazzamenti, scalinate, piante e fiori lussureggianti che formavano un balcone
sul mare) e a Cartaromana, una piccola spiaggia che abbiamo raggiunto tramite
un sentiero e degli scalini un po’ faticosi (ma ne è valsa la pena!). A parte
il panorama suggestivo del Castello Aragonese che si vedeva dalla spiaggia, sembra
che la sabbia di Cartaromana e le sorgenti fumaroliche che creano delle pozze
di acqua calda nel mare siano un elisir di bellezza. Io e Brunella ci siamo
impiastricciate la faccia con la sabbia bagnata: chissà se siamo diventate davvero
più belle? La mamma ovviamente ha scovato la leggenda: sembra che in quel luogo
sorgesse un tempo una città romana che poi è sprofondata nel mare. Ad aver
avuto pinne e maschera ci sarebbe stato da immergersi alla ricerca di tesori
inabissati!
Beh, adesso ti devo
salutare. Scrivimi presto e non farmi stare in pensiero!
Pamela
Ho comprato una cartolina di Ischia anche per te! Cosa credevi? Visto che meraviglia? |
Pa🍎nia
"Pam & Mel", di Daniela Darone
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