In un bel bosco, di cui il tempo ha cancellato il ricordo del nome, viveva una piantina, resistente ed elegante. Le sue foglie ovali, in quei lontani giorni, non erano ancora coriacee e spinose, ma tenere e accoglienti. Per questo motivo, una famiglia di topolini trovò rifugio sotto le sue foglie e stabilirono sotto quella pianta la loro dimora.
Il piccolo arbusto accolse con gioia la famiglia dei roditori, ma ben presto i topolini si rivelarono molesti e ingrati: facevano confusione tutto il giorno, rosicchiavano i rami della pianta e si divertivano a staccare le sue piccole e carnose bacche rosse, privando gli uccellini di quel cibo che l'arbusto aveva sempre donato loro con gioia.
La pianta si arrabbiò così tanto che crebbe in altezza e in larghezza e trasformò le sue foglie: da tenere che erano, divennero spinose e inospitali. In pochissimo tempo, la pianta gentile si trasformò in una siepe impenetrabile. La pianta, però, rimase nobile d'animo: concentrò le foglie spinose e dure solo nei rami più bassi, per scacciare i topini ingrati, ma mantenne nei rami alti le foglie inermi, affinché gli uccellini potessero trovarvi ristoro e riprendere a cibarsi delle bacche rosse e brillanti.