Una delle foto presenti alla mostra: "Una città che vedo in sogno", di Daniela Darone |
Per questo laboratorio fotografico, ho scelto di posare lo sguardo sui cimiteri, “città nascoste” che contengono la memoria di chi ci ha preceduto. Aggirandomi in quei luoghi di quiete, da qualcuno frequentati con disagio, ho cercato di rendermi conto dei fili invisibili che legano le persone e le geometrie della città. È facile dipanare quei fili, se abbiamo conservato dentro di noi e abbiamo diffuso i racconti che quelle persone ci hanno regalato quando erano in vita. In questo modo ho immaginato di essere arrivata a Eufemia, dove i mercanti si scambiano le storie e privilegiano la memoria rispetto all'oblio.
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