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venerdì 16 maggio 2025

"Clizia T. - Lo spessore dei sogni" - Ventiduesimo capitolo





UN PIGIAMA PARTY CON SORPRESA

- Beh? Mi vuoi spiegare? – le chiedo ridendo, osservando gli occhi di Erina che scintillano.

- Ho pensato che potresti restare a dormire qui! Ti va?

- Ma non ho niente con me!

- Ti presto tutto io! Dai, rimani, facciamo un pigiama party improvvisato! Sarà divertente! Chi ha voglia di dormire, ora? E poi c’è una sorpresa …

- Del tipo?

Erina non risponde e si limita a sorridere, mentre si volta e raggiunge la sua mamma.

- Ma’, Clizia può fermarsi a dormire qui?

- Non hai avuto abbastanza festeggiamenti, Erina?

- Uffa, mamma!

- Non ho detto di no.

- Ma nemmeno di sì.

- Allora vorrà dire che dirò di sì, bambina viziata!

- Grazie ma’! – le risponde sorridendo, e subito dopo alza la voce per farsi sentire dal fratello - Davide! Ti tocca il divano stasera!

- Che cosa?

- Abbiamo ospiti! Fuori dalla nostra camera! – gli dice, facendo capolino nella stanza - E tu, Clizia, dai! Chiama i tuoi! Che aspetti? Dobbiamo cambiare il letto di Davide.

- Ma no, non importa: tanto mica dormiamo per davvero! Mi ci appoggio sopra e basta – le rispondo, mentre chiamo casa.

La mamma non si fa pregare. Conosce bene Erina e la sua famiglia e penso sia contenta per me. Quando chiamo lo zio, dai rumori di fondo, capisco che è a cena fuori.

- Ok, se la mamma è d’accordo vengo a prenderti domani.

- Ma dai, zio! Non c’è bisogno! Torno da sola.

- Preferisco di no.

- Passamelo! – mi bisbiglia Erina, che è vicina a me e ha sentito la conversazione. Sembra all’improvviso un po’ spaventata; probabilmente pensa che domani lo zio voglia raccontare ai suoi la bravata di questo pomeriggio. Le passo il telefono.

- Buonasera, mi scusi, volevo solo ringraziarla per prima … siamo state proprio … però insomma, le giuriamo che …

- Non giurate – sento il tono asciutto dello zio, dato che ho anch’io l’orecchio appiccicato al telefono - comportatevi bene e basta. Senza giurare, che non serve.

- Non dirà niente ai miei, vero? – chiede la voce di Erina, facendosi tutta zuccherosa.

- Buonanotte – risponde lo zio, riattaccando.

- Beh, non ci pensiamo per ora! – mi fa Erina, dopo essere rimasta un attimo pensierosa – Sono sicura che non dirà niente. Se lo avesse voluto fare, l’avrebbe già fatto, no?

- E se non avesse voluto rovinare il tuo compleanno? Chi gli impedisce di dire tutto domani? Già. E poi a casa, ora che ci penso, mi aspettano i guai … figurati se lo zio non va a spifferare tutto alla sua sorellona - concludo con un sospiro.

- Clizia, basta tristezza! Ci penseremo domani! Vieni, devo farti vedere una cosa - mi fa, strizzandomi un occhio e tirando fuori da sotto il materasso una piccola custodia di un DVD - Sai cos’è?

- Certo! Un DVD.

- Ovvio, Clizia, ma … quale DVD?

Mi stringo nelle spalle e non riesco a capire cosa renda Erina così eccitata. In quel momento, proprio mentre apre la bocca per dirmelo, sentiamo di nuovo suonare il campanello.

- Questo è qualcuno che ha dimenticato qualcosa! – fa Erina, dirigendosi alla porta.

Invece poco dopo entra di nuovo in camera, con Grazia: non l’avevo vista alla festa e, se devo essere sincera, non mi dispiaceva affatto. La “più bella di Santa Croce” entra in camera fasciata in un paio di jeans a vita bassa, un top microscopico e un giubbottino jeans striminzito di almeno una taglia in meno del necessario, sorriso smagliante e braccia tese.

- Cliziaaaa! Piccola! Come stai? - cerco di sorvolare su quel “piccola” che, detto da lei, fa quasi ridere, dato che ha solo tre anni più di me (ma altrettante misure di reggiseno in più!) e ci baciamo sulle guance per salutarci. Lei però non aspetta nemmeno la mia risposta alla sua domanda e si rivolge subito a Erina.

- Chicca, non sono potuta venire prima, mi dispiace … e mi sa anche che sono arrivata troppo tardi. Come mai sono già andati via tutti?

- La mamma aveva dato l’ok solo fino alle undici.

- Oh – fa lei, annuendo, cercando di assumere un’aria comprensiva – certo, siete ancora piccoli.

- Non siamo piccole! Sono i parents che stressano!

- Oh, beh, suppongo lo facciano solo per il vostro bene. Allora? Già visto il mio regalo? L’avevo dato a Davide perché te lo portasse.

- Sì, Grazia! È fighissimo. Mi è toccato nasconderlo sotto il materasso!

Ridono di gusto e comincio a sentirmi un po’ nervosa. Primo: ODIO quando qualcuno mi fa una domanda e non ascolta la risposta. Secondo: cos’è questa storia di questo nomignolo, “Chicca”, con cui si rivolge a Erina? Terzo: mi sento esclusa da questa conservazione vomitevole dove una finge di essere una donna e l’altra cerca disperatamente di essere all’altezza. Quarto: cosa cavolo è venuta a fare a quest’ora? Quinto (e non ultimo in ordine di importanza): Davide e Massimo lo sanno che lei, miss Santa Croce, è qui?

Finalmente entro di nuovo nel campo visivo di Erina.

- Stavo proprio dicendo a Clizia del tuo regalo … non sai quanta voglia avevo di vederlo!

- Ma insomma, di cosa parlate?

- Grazia mi ha regalato il DVD di Thirteen!

- Sarebbe?

- Un film di qualche anno fa che racconta di due ragazze della nostra età. Grazia l’ha scovato su internet e ha pensato di regalarmelo.

- E cosa ha di particolare?

Si stringono nelle spalle e lì per lì sembrano un po’ deluse dal fatto che stia frenando il loro entusiasmo.

- Non lo sappiamo bene, non l’abbiamo ancora visto. Tempo fa l’hanno dato in tv, ma la mamma, che consulta sempre Common sense media prima di vedere un film, non me l’ha fatto vedere. Diceva che non era adatto a me. Sai come si dice: quando una cosa è proibita, diventa subito appetibilissima. Se parla di tredicenni, perché non dovrei vederlo?

- Ho letto qualcosa su internet prima di comprarlo. Sembra che sia una storia vera: una tipa perfettina e un po’sfigata conosce la ragazza più popolare della scuola e fa di tutto per diventare sua amica. Solo che la tipa popolare è una un po’ fuori di testa e quella perfettina, pur di stare con lei, la imita e si lascia trascinare in roba pesa, mi sa … spinelli, sbronze … roba così.

Erina prende il DVD da sotto il materasso e mi mostra la copertina: ci sono due volti di ragazze in primo piano. Stessi capelli lunghi, stessi sguardi ammiccanti e le loro lingue bene in mostra a mostrare i piercing.

- Wow, che schifo! Sai che male bucarsi la lingua! – rispondo, arricciando la bocca.

- Ok, lo guardiamo insieme un giorno di questi, va bene? Ora vado, vi lascio alle vostre chiacchiere – le dice Grazia.

- Perché invece non rimani con noi e lo guardiamo stanotte? Clizia rimane a dormire da me e facciamo un pigiama party … insomma, non c’è occasione migliore, ti pare?

Lì per lì Grazia sembra esitare, valutando la proposta, e dentro di me comincio a ripetere come un mantra “rispondi di no, rispondi di no, rispondi di no”. Invece, la fronte un po’ aggrottata di Grazia alla fine si distende.

- Ma sì! Telefono a casa e avverto che resto qui. Per il film poi vediamo, magari a Clizia non interessa molto, mi sembra.

- Ma dai, non fare la guastafeste! – ride Erina – certo che lo vuoi vedere! Mica è un film vietato!

- In America era vietato ai minori di diciassette anni, ma qui in Italia no – Grazia si stringe nelle spalle – E comunque, secondo me, se lo vediamo non facciamo nulla di male. In fondo è come se guardassimo un documentario sugli adolescenti, in un certo senso …

Faccio spallucce.

- Boh, se vi va così tanto …

Non posso nemmeno sperare che la mamma di Grazia le dica che non può restare, perché conosce benissimo la mamma di Erina: sono state compagne di scuola. Rimpiango quasi di non essere tornata a casa. La prospettiva di passare del tempo con Grazia, per di più guardando un film che, sono sicura, la mamma mi strozzerebbe se lo sapesse, non è che mi entusiasmi. Ho già fatto la cavolata del giorno. Metti che poi ci beccano? Ma Erina sembra non preoccuparsi troppo, apre l’armadio e si mette ad armeggiare per tirare giù qualche cuscino. Intanto Grazia è tornata dalla cucina, dove era andata a parlare con la mamma di Erina e a telefonare ai suoi.

- Tutto a posto, posso rimanere. Sono così contenta! Faremo finta che tu sia la sorellina che non ho mai avuto, che ne dici Chicca? - si sorridono ed Erina le passa una t-shirt.

- Tieni, ti va di cambiarti? Magari stai più comoda.

- Grazie mille – risponde Grazia, indossando la maglietta. Beh, se non altro sono soddisfatta della scelta di Erina: le ha dato una maxi maglietta che non metterà certo in risalto il fisico di Grazia, ma … oh, ecco! Giusto! Le ragazze come lei hanno sempre l’asso nella manica … et voilà: se la arrotola su un fianco, fermandola con un nodo. Da maxi t-shirt a mini abito! Aiuto! Mi arrendo! Mi sa che non mi resta che imparare … e poi in fondo Grazia non è antipatica. Mi sa che sono un po’ gelosa, tanto vale ammetterlo, e forse dovrei solo cercare di godermi la serata, perché un pigiama party è più divertente se siamo di più e poi magari posso chiedere a Grazia se mi insegna a truccarmi.

- Ci servirà qualche schifezza da sgranocchiare, che dite? Patatine, pop corn … vado a vedere cosa è rimasto, metto a nanna i miei genitori e torno. Poi magari alle due facciamo le piadine con la cioccolata!

- Ok. Chicca scusa, ma tuo fratello che fine ha fatto?

- L’ho buttato fuori!

- Oh, povero!

- Ma figurati! Starà sul divano e se ho capito bene la mamma lascerà dormire qui anche Massimo. Sicuramente staranno svegli tutta la notte a strimpellare le loro chitarre e a sparare cavolate. Ma lo sapete che ogni tanto mi sveglio la notte perché quel matto è a sedere sul suo letto a gambe incrociate che suona? E se gli chiedo cosa fa, mi risponde “oh Erina, senti questo riff!”, e poi la mattina è in stato comatoso!

- Che dolce! – risponde Grazia – allora stanotte ci sarà pure un concerto!

- Beh, mica sono i Green Day! E poi loro sono out dalla nostra stanza! Altrimenti ci rovinano tutto il divertimento!

- Oh, chiaro Chicca, certo!

Mentre Erina è di là che cerca di mettere i suoi fuori campo, io e Grazia ci scambiamo qualche sorrisetto stiracchiato e cerco di farmi venire in mente qualcosa da chiederle che non mi faccia sembrare una perfetta idiota. Per fortuna Erina rientra quasi subito con sacchetti di patatine, pop corn e altri snack e appoggia tutto sulla scrivania. La mamma di Erina si affaccia alla porta.

- Se mi riducete la camera una discarica, domani mattina prima di uscire pulirete tutto, chiaro? – ci intima col dito teso e minaccioso. La faccia è sorridente, ma capisco che non scherza.

- Certo! – ci affrettiamo a rassicurarla, purché se ne vada al più presto – buonanotte!

Così ci ritroviamo finalmente sole e ci diamo da fare per rendere la stanza comoda. Erina prende dallo scaffale il diario di scuola che si è comprata per l’anno che deve iniziare.

- Ho visto che ci sono un sacco di test, ne facciamo qualcuno?

- Ok, e magari intanto, se vi va, vi posso insegnare a truccarvi. Ho la mia trousse in borsa. Potremmo cominciare proprio da te, Clizia, dato che Erina ha già avuto le sue prime lezioni. Che ne dici? – mi chiede, fissandomi con la sua bocca a cuore perfettamente disegnata, la testa reclinata da un lato e un bel sorriso. Cavolo se è bella!

- Lo sai cosa ti starebbe un amore, Clizia? Dei ricciolini tirabaci, qua e là, per esaltare quei tuoi capelli già mossi ma … indecisi! – e scoppia a ridere, con la sua risata piena. - Chicca, pensi che potremmo prendere l’arricciacapelli della tua mamma?

- Penso di sì. Vado a chiederglielo prima che la genitrice sprofondi nel sonno – e schizza via. 

Avrei preferito che Grazia non si concentrasse con tanto impegno su di me, perché non mi va molto di essere trasformata: e se poi sembro ridicola? Però mi scoccia fare la schifiltosa, così accetto, sperando che non venga fuori una schifezza. Erina ritorna come un razzo.

- È il regalo di Natale che il babbo ha fatto alla mamma: ha detto che se glielo rompiamo ci strozza.

- Mi sembra giusto. Ma non succederà. Allora cominciamo! Io mi metto all’opera, e tu Erina ci leggi le domande dei test e segni le risposte.

- Uhm, ce ne sono diversi … quale facciamo?

- Leggici qualche titolo, così possiamo scegliere.

- Che ne so: sei matura? Sei gelosa? Il vostro amore è finito? Il vostro è vero amore? Sai capire se gli piaci? Sei una vera amica? Test dell’autostima … oh, anche una roba per calcolare l’affinità di coppia … uhm, ma serve sapere il segno zodiacale, data di nascita del tuo lui, beh, un po’ di notizie … allora?

- Mah … lasciaci pensare un attimo. Stai ferma Clizia, o non riuscirò a stendere bene il fondotinta. Tesorino mio, avresti bisogno di prendere un bel po’ di sole. Ma non sei andata in vacanza?

- Niente vacanze quest’anno – borbotto, scrollando le spalle.

- Vabbè, le farai più belle il prossimo anno. Ci penso io a crearti un bel faccino colorito. Beh, facciamo scegliere il test a Clizia: magari ha voglia di sapere l’affinità di coppia col ragazzo che le piace.

Meno male che mi ha messo il fondotinta, perché sento che sto diventando rossa e spero che così si veda meno.

- No, tanto non mi piace nessuno.

Grazia si interrompe per guardarmi negli occhi.

- Ne sei proprio sicura?

- Ma sì, nessuno che mi interessi davvero … e poi servono un sacco di informazioni sul segno, l’ascendente e quella roba lì. Hai sentito Erina, no?

- Vuoi che non sappia queste cose di mio fratello, Cli? – si intromette Erina – dai, non fare la scema, vediamo la vostra affinità di coppia!

- Oh, ma allora abbiamo scoperto un piccolo segreto! – cinguetta Grazia, tutta contenta, con quell’aria da mammina che mi dà sui nervi. Vorrei strangolare Erina, se solo non dovessi starmene ferma immobile per non rovinare il capolavoro (parole sue!) che sta facendo Grazia su di me. Mi limito a lanciarle un’occhiata assassina.

- Ma che ho detto? – si difende lei - E dai, Clizia, abbiamo scoperto l’acqua in Arno! Si vede lontano un miglio che sei cotta come una pera. Lo sanno tutti! E ovviamente lo sa anche lui. E poi Grazia è come se fosse la nostra sorellona.

La tua sorellona casomai, brutta vipera che non sei altro! penso, serrando la bocca e restando zitta.

- Ok ragazze, mica vorrete litigare, eh? – si affretta a dire Grazia - Cambiamo test. Comunque non ti devi vergognare se sei innamorata. E poi qui stiamo solo giocando, dai. Mica prenderai sul serio queste sciocchezze? Guarda, per dimostrarti che sono solo cavolate, lo faccio io questo test. Dai, Erina, fammi il test come se piacesse a me tuo fratello.

C’è un attimo di silenzio, ma Grazia continua ad armeggiare, questa volta con l’arricciacapelli. Si alza, va ad attaccare la spina, mi fa cenno di sedermi su una sedia, con la massima naturalezza.

- Ok, però a te non piace davvero, eh? – le chiede Erina.

- Ma nooooo. Chicca, ma cosa vai a pensare? Ci conosciamo da una vita. Potrebbe essere mio fratello.

Wow, che famiglia numerosa che hai! penso, ma evito di dirlo, perché con quell’aggeggio caldo che ha in mano magari per vendicarsi mi concia i capelli una schifezza. Cavolo se mi ribolle questa frase di Grazia … questa cosa non mi piace nemmeno un po’...

- Ok, forse è meglio cambiare test. Perché non facciamo “sei una vera amica”? – propone Erina, notando la mia faccia irritata.

- Azzeccatissimo, Erina! – le faccio io, indirizzandole un sorriso dolce e un’occhiata spietata.

Andiamo avanti per un po’ a fare i test e così mi distraggo, mi rilasso e comincio a divertirmi. Dopo un po’ Grazia annuncia che ha finito di sistemarmi, mi dà un’ultima energica arruffata ai capelli per spettinarli in modo abbiano un’aria naturale e mi passa uno specchio per farmi vedere il risultato. Lì per lì aggrotto un po’ la fronte … beh, sono proprio ... diversa, ma in fondo sempre io. Niente mascheroni, come ci facevamo a volte io ed Erina quando pasticciavamo con i trucchi delle nostre mamme. Piuttosto un bel colore, dorato, che se lo avessi davvero non chiederei altro. E poi, che so, una specie di magia agli occhi. Perché adesso, invece che grandi, sembrano immensi e luminosi.

- Questo mascara è incredibile! – esclama Grazia, continuando a studiarmi, per gongolarsi del risultato ottenuto – e io so fare magie!

Io la sento appena: sono troppo concentrata a guardarmi allo specchio. Ero terrorizzata all’idea che mi facesse dei riccioli, invece ha solo accentuato il mosso dei miei capelli. Improvvisamente sento che Grazia potrebbe diventare una grande amica, tanta è la gratitudine che sento: stasera mi ha trasformata in una Clizia molto più interessante della mozzarella che sono di solito! E pace se le piace Davide: a chi la vuole dare a bere? Una ragazza innamorata come me lo capisce benissimo quando a un’altra piace lo stesso ragazzo.

- Ma come hai fatto? - le chiedo, senza riuscire a nascondere lo stupore.

- I miei mi hanno regalato un corso di trucco per il mio compleanno. Non si decidevano a capire che non mi interessa sgobbare sui libri: voglio fare l’estetista. Così mi hanno messo alla prova per vedere cosa sapevo fare ed ecco cosa ho imparato! Risultato: in autunno comincio la scuola di estetica.

- Ok, ora però sta a me! Mi fai le mani? Solo evitiamo il rosso cupo dell’altra volta. La mamma ha storto il naso.

- Chicca, ora non va più quel colore. Siamo in estate! Verde pistacchio, rosa, mirtillo, ma se proprio vuoi delle mani da urlo potrei usare le nail art pens – e, proprio come una prestigiatrice, tira fuori dalla sua mega trousse delle pennine a punta finissima, godendosi il fatto che pendiamo dalle sue labbra.

Mentre siamo tutte intente a carpire da Grazia i segreti della bellezza e a farci fare la manicure, la porta di camera si apre e fanno capolino Davide e Massimo. Prima ancora che possiamo aprire bocca ci hanno già zittite, portandosi l’indice al naso.

- Davide, non cominciare, vai fuori dai piedi – bisbiglia Erina.

- Dai, possiamo stare con voi?

- No, i maschi sono out. È contro il regolamento.

- Erina, ricordati che sono il fratello maggiore: tu dormi qui solo perché te lo concedo.

- O magari perché abbiamo una camera sola! Che c’è? Solo perché sono nata dopo, pensi che la camera sia tua?

- Esatto: sei un’ospite. E io e Massimo abbiamo voglia di ascoltare le scemenze che vi dite e vedere il film che hai nascosto sotto il materasso.

- Smettetela voi due, dai! – ci fa Grazia - Siamo amici! Perché non possiamo stare tutti insieme? Tu che dici, Clizia?

Solo allora sembra che si ricordino di me: mi puntano tutti gli occhi addosso e Davide e Massimo notano la mia trasformazione. Massimo piega la testa da un lato, aggrottando la fronte, mentre Davide mi fissa e lì per lì mi sembra gli si dipinga in faccia un’espressione di sorpresa. Sta un attimo zitto a guardarmi e poi subito la bocca gli si allarga in una risata:

- Polpettina! Sembri un angioletto!

Massimo gli assesta una manata. Dannazione! Perché deve essere sempre così odioso?

- Sei molto carina, Clizia – mi dice Massimo. E quasi quasi mi sembra che arrossisca.

- Grazie.

- Figurati! È la verità.

Colgo un’occhiata di Erina che si sposta veloce da me a Massimo. Perché diavolo a Erina non interessa più un ragazzo così dolce? Il suo complimento mi ha salvata dalla risata di Davide e mi ha fatto piacere, ma se la stessa cosa l’avesse detta Davide, sarei esplosa di gioia.

- Beh, lo vediamo questo film o no? - dice Erina, cambiando discorso. Così ci accomodiamo tutti stretti stretti sul tappeto, con le spalle alla sponda del letto e posizioniamo la tv.

- Mamma e babbo dormono?

- Come sassi, ma tieni il volume basso. 

Il film parte. E già la prima scena mi colpisce allo stomaco. Ci sono le due ragazze della copertina che si picchiano, e lì per lì non capisco cosa succeda. Sembra quasi che a loro piaccia farsi male. Per fortuna la scena dura poco e la storia prosegue con un flash back, per mostrarci la trasformazione di Tracy, la ragazza acqua e sapone che si caccerà in un mare di guai. Perché si capisce da subito che scoppierà un bel casino. Arrivo fino al punto in cui Tracy, che ha già una famiglia problematica alle spalle, decide di essere quella che non è: per farsi accettare, per sentirsi considerata, per piacere ai ragazzi … e guarda un po’, pure loro hanno pochi soldi da spendere per fare shopping, eppure trovano lo stesso il modo di prendersi le cose che vogliono. La mano mi va alla tasca della gonna: sento il lucidalabbra che ho rubato stasera e mi sembra che qualcuno mi abbia appena mollato un cazzotto nello stomaco. Però se queste sono tredicenni, io sono Babbo Natale … certo, un po’ di confusione ce l’ho anch’io nella testa, nella pancia, nelle gambe … e un po’ mi va di vederlo, questo film, perché sono curiosa, ma un po’ mi fa paura e mi fa stare male: perché un conto è avere confusione in testa, un altro è essere delle complete imbecilli. Anche un idiota lo capirebbe che se hai già dei problemi, è meglio che non continui ad infognarti in problemi ancora più grandi. E poi, avere tredici anni significa questo? Significa essere così infelici e arrabbiate? A me non sembra di essere così, penso, e mentre le immagini continuano a scorrere, la mente vola qua e là. Mi sento un po’ stupida, ma piano piano il mio corpo si abbandona seguendo i miei pensieri e gli occhi cominciano a cedere. Nessuno si accorgerà se chiudo un momento gli occhi e ascolto solamente.


Continua ...



"Clizia T. - Lo spessore dei sogni", di Daniela Darone

Foto di solod_sha, da pexels

venerdì 2 maggio 2025

"Clizia T. - Lo spessore dei sogni" 😋 Gougère bourguignonne di Therese

Ecco le dosi per ottenere una ciambella per 6 persone:


150 grammi di groviera grattugiato

50 grammi di groviera a pezzetti

75 grammi di burro

1 bicchiere e mezzo di farina

3 uova

mezzo cucchiaino di sale

1 bicchiere e mezzo di acqua


In una pentola fate scaldare un bicchiere e mezzo di acqua, il sale e il burro a pezzetti. Quando il burro è sciolto, levate la pentola dal fuoco e buttateci la farina tutta insieme. Mescolate bene, rimettete sul fuoco e continuate a mescolare con un cucchiaio di legno. Quando vedete che la pasta non aderisce più, né al cucchiaio, né alla pentola, levate la pentola dal fuoco e aggiungete le uova, una alla volta, mescolando energicamente.

Aggiungete il groviera grattugiato.

Prendete una teglia tonda e imburratela e, a cucchiaiate, riempitela col composto che avete ottenuto: usate un cucchiaio da minestra e disponete una o più cucchiaiate una accanto all’altra. Spargete i pezzi di groviera sopra.

Adesso non vi resta che infornare nel forno già caldo a 220 gradi, per 20 minuti, e poi abbassare a 180 per altri 25 minuti.

Tenete conto che l’impasto è cotto quando, appoggiando il dito, lo sentirete sodo. Se è ancora morbido, prolungate la cottura di qualche minuto.

 

Se volete limitare la quantità di burro, anziché imburrare la teglia, penso che possiate ottenere lo stesso risultato rivestendo la teglia con la carta forno. Noi questa versione però non l’abbiamo mai provata, perché Therese adora il burro e lo usa in molte ricette! Dovreste sentire che gusto delizioso e che friabilità ha la sua Quiche Lorraine, nella preparazione della quale usa generose quantità di burro! La ricetta della Quiche però non ce l’ha lasciata, forse perché alla nonna Annalena il burro non piace molto …


Non vi resta che mettervi alla prova! A presto, Clizia

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