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venerdì 31 marzo 2023

Pam & Mel Pa🍎nia

 

Cara Pamela, mi dispiace di averti turbata con la mia idea di venirti a cercare qui, nel “futuro”. Pensandoci bene, hai ragione: è un proposito straniante e da dimenticare. Scusami.

Sono stata felice di leggere la tua lunga lettera “itinerante” su tre giorni, ma poi mi hai salutata prima di dirmi i risultati degli esami! Dico! Ora mi tocca stare in pena fino a che non mi scriverai di nuovo!

Sono contenta per te del motorino: immagino il senso di libertà che provi, avendo a disposizione un mezzo tutto tuo per poter scorrazzare per la città con gli amici! Qui ci spostiamo parecchio con altri tipi di mezzi perché, almeno i miei, sono terrorizzati dal troppo traffico (Stefano invece sta studiando per prendere la patente per lo scooter). Figurati che ora si stanno diffondendo tantissimo i monopattini, ma non come quello di Arturo di smalto rosso che si spingeva con la forza delle gambe! Adesso ci sono i monopattini elettrici, anche se, a dire il vero, ancora non li ho provati.

Leggo anche che stai facendo strage di cuori e che nella lista dei tuoi probabili principi azzurri è entrato anche questo Fabrizio! Ah, amica mia, ti auguro di trovare un ragazzo, se è proprio quello che vuoi, ma forse sarebbe meglio se ti mettessi il cuore in pace e smettessi di rincorrere l’amore. Non stai proprio bene così? A uscire con le amiche? A non impegnarti con nessuno? Non sarebbe bello avere il tuo primo ragazzo quando sarai davvero innamorata di qualcuno? Perché mi sa che Flavio ti piace e basta, altro che amore! Altrimenti non staresti pensando anche a Fabrizio, no? E se arriverà un momento nel quale rimpiangerai di non aver pensato più a te stessa e di non aver passato più tempo con le amiche? E poi, Pam, non cambiare mai per piacere a qualcuno e fai le cose che ti piacciono: se avevi voglia di tagliarti i capelli, fallo! Non rinunciare solo perché Dario ti ha detto che stai bene con i capelli lunghi. È solo la sua opinione, mica la verità assoluta!

Per Stefano, non so che dirti. Stiamo bene insieme, solo che ho l’impressione che lui abbia tante idee in testa da realizzare e che avere una ragazza, da un certo punto di vista, intralcerebbe i suoi piani. Del resto anche io ho sempre tanto da fare, fra la scuola, la fotografia e il rendermi conto di dove sono finita. Fra l’altro devo raccontarti una grande novità: i miei genitori sono entrati in un gruppo di ricerca. Stanno monitorando lo sviluppo cerebrale degli adolescenti durante la crescita, per cercare di capire come l’uso dei videogiochi e dei social possano modificare il volume delle diverse regioni cerebrali. E visto che io sono come una pagina bianca, essendo arrivata in quest’epoca da poco, mi hanno proposto di entrare a far parte di questo gruppo di ragazzi che stanno esaminando. Ho accettato per due ragioni: la prima è che mi faceva piacere stare un po’ di tempo con i miei nel loro “ambiente”, la seconda è che speravo di farmi dei nuovi amici. Quindi ho accettato e in un baleno mi hanno infilato in un tubo per farmi una risonanza magnetica al cervello. Onestamente non vedevo l’ora che finisse, perché mi dava noia l’idea che qualcuno mi “guardasse dentro”, se capisci cosa voglio dire … Comunque, la risonanza serve per confrontarla con quelle degli altri ragazzi (stanno studiando questo gruppo già da cinque anni) e i risultati dimostrano che l’uso dei social (i “muretti virtuali” di cui ti ho scritto tempo fa) sta modificando la struttura cerebrale dei ragazzi: la parte del cervello che elabora le informazioni visive è più sviluppata, mentre la parte di cui abbiamo bisogno per fare le nostre scelte, elaborare i nostri giudizi, valutare noi stessi e gli altri,  capire le nostre preferenze e i nostri sentimenti mostra uno sviluppo minore rispetto alla media. Da questo possono dipendere problemi di ansia o rabbia, per esempio. Dopo la risonanza, mentre stavo uscendo dal laboratorio, ho incontrato di nuovo una ragazza che era lì per il mio stesso motivo, Camilla, e che avevo visto mentre ero in sala d’aspetto. Mi è venuto spontaneo sorriderle e chiederle se le andava di fare un giro. Lei all’inizio ha esitato un attimo e poi ha accettato. Lì per lì non sapevo bene cosa dirle, così mi è sembrato naturale chiederle cosa ne pensasse dell’esperienza che stavamo facendo. Lei mi ha confessato che fino all’anno prima aveva una vera dipendenza dal cellulare. Ci passava la vita. Anche quando era fuori con gli amici, spesso ognuno guardava il suo cellulare. Sembrava un oggetto entrato a far parte del suo corpo, un prolungamento della mano. Non riusciva a smettere di controllare i messaggi, le notifiche, guardava i video dei social in continuazione, uno dopo l’altro. Una volta entrata in questo programma, spinta dai suoi genitori, i medici le hanno spiegato che il cervello di un adolescente è guidato spesso dalle emozioni e dalle novità e che alcuni social usano degli algoritmi per proporti dei video che possono interessarti, per tenerti il più possibile inchiodato allo schermo: usano delle intelligenze artificiali, come gli specchi biometrici: possono arrivare a sapere quanti anni hai, se sei maschio o femmina, la tua etnia e perfino se sei felice o triste. Ha detto che, da quando ha iniziato a parlarne con i medici e con i suoi, è riuscita progressivamente a diminuire il tempo che passava sul cellulare. Sai quale è il problema, Pam? Che tante volte anche i genitori sono schiavi del cellulare e certo non danno il buon esempio. Tempo fa sono stata a cena fuori con i miei. Mentre aspettavamo le nostre pizze mi sono guardata un po’ intorno e ho notato un tavolo vicino al nostro: moglie, marito e due figli. Lei praticamente era come se stesse cenando da sola, dato che il marito e i due figli stavano usando il cellulare: chi per sentire la musica, chi per guardare un video o un film. Quella poveretta se ne stava lì, avvilita, a guardare nel vuoto a bocca serrata. Quanto sarebbe stata meglio a casa sua! Ma che ci sono andati a fare fuori insieme se poi ognuno si fa i fatti suoi? Ci sono comunque anche genitori molto concentrati su loro stessi, che non hanno tempo o voglia di ascoltare i loro figli. Onestamente anche io mi sento un po’ sola a casa. I miei genitori si sono fatti assorbire tanto dai loro impegni di lavoro e spesso arrivano a casa stanchissimi. Per fortuna a cena continuiamo a tenere la televisione spenta e a parlare, raccontandoci come abbiamo passato le nostre giornate, ma a volte vorrei che mi dedicassero più tempo. Io e Camilla consideravamo il fatto che sulle piattaforme ci sono anche dei contenuti positivi: corsi di lingua, arte, musica, viaggi. Come si fa a sfruttare le cose positive senza farsi avviluppare da quelle negative? Come si fa a non essere schiavi, catalogati e sfruttati? Non stiamo buttando via la nostra libertà e la nostra unicità? Abbocchiamo a tutto davvero? Crediamo alle immagini perfette, alle vite perfette che vediamo su internet? Oppure, se siamo tristi, ha senso guardare video tristi per sprofondare sempre più nel pessimismo? Credo che dovremmo reagire, Pam. Usare questi strumenti per ciò che di buono possono offrirci e poi chiuderli in un cassetto e vivere la vita fuori dagli schermi. Anche se tu ancora non hai questi problemi, la stessa cosa vale per la televisione! Non rimanere imprigionata per noia a guardare dei brutti programmi che non ti interessano davvero! Cambia canale! O spengi la TV! Hai tu il telecomando in mano! È meno difficile di quanto tu possa pensare. Basta volerlo! 

Camilla sta guarendo dalla sua dipendenza. Adesso usa un vecchio modello di cellulare che non ha collegamento a internet. Abbiamo deciso di diventare amiche “vecchio stile”: non useremo mai il cellulare quando ci vedremo. “Pensi di potercela fare?”, mi ha chiesto, preoccupata. Mi ha fatto così tenerezza che ho vinto il riserbo e le ho raccontato da dove vengo: le ho parlato di me (e anche di te!), dei nostri  anni ’80 senza l’esistenza dei cellulari. Ti giuro, mi guardava a bocca aperta come una bambina che avesse visto un elfo! Era affascinata dal nostro mondo e sbalordita quando le ho detto che, in fondo. a me il cellulare dava pure un po' fastidio, per il fatto di poter essere rintracciata sempre e comunque! Siamo andate in giro finché non abbiamo individuato il posto giusto per fondare la nostra “compagnia”: un giardinetto con delle panchine, delimitato da condomini tutti uguali, con dei porticati: sfruttabile col bel tempo e anche se piove. Perfetto, no? Abbiamo fissato di vederci lì questo sabato pomeriggio, alle quattro. Non ci siamo scambiate i numeri di cellulare, solo quelli del telefono fisso di casa. “Però vieni, eh", mi ha detto, "perché pensare di doverti telefonare a casa e rischiare che magari mi rispondano i tuoi mi mette ansia!”. T’immagini che qui hanno quasi paura di fare una telefonata? Preferiscono scriversi messaggi, invece di parlarsi … Fantascienza, Pam, fantascienza …

Un abbraccio, Mel


Pa🍎nia


                Cosa ne dici, Pam? In quale modo preferiresti socializzare? 😉








"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di Priscilla Du Preez e di freestocks su Unsplash


venerdì 17 febbraio 2023

Pam & Mel Pa🍎nia

 


5 settembre 1986

Cara Melania,

a volte, quando leggo le tue lettere, ho quasi paura. Intanto, un po’ mi inquieta sentirti parlare di "commissione disciplinare", e poi ti sento così diversa adesso … come se fossi maturata molto e io fossi rimasta un bel po’ indietro. Forse quando eri qui avevi la mente più leggera e pochi pensieri ingombranti. Non è una critica, ma sono un po’ preoccupata per te: e se andare avanti nel tempo in fondo non fosse stata una buona scelta? Comunque sono anche felice per te, perché sei riuscita a creare un bel legame con Stefano. Ma perché non è il tuo ragazzo? Pensi di non piacergli? È timido e non riesce a chiederti di metterti con lui?

In chiusura della tua lettera mi chiedi degli esami di riparazione e quindi ecco un piccolo resoconto, visto che li ho sostenuti proprio stamani. Ti dirò, non è che sia proprio soddisfatta: scienze così così, sono partita bene ma mi sono arenata alla fine; geografia economica meglio. Alle nove e mezzo avevo già finito queste due materie e poco dopo un’ora sono iniziate le prove di matematica e fisica. Anche qui sono partita benino, ma al piano inclinato la mia mente è andata in tilt: avevo il vuoto completo! Eppure mi sembrava di saperlo … Allora il professore è passato a matematica: un’equazione e due scomposizioni di trinomi di secondo grado, i connettivi logici, i simboli dei connettivi logici, i corrispondenti con gli insiemi e le loro proprietà (erano tre e gliene ho dette solo due …). Fra qualche giorno ci saranno i risultati. Speriamo bene!  

La notiziona di oggi è che sono stata con i miei a prendere il motorino: mi hanno comprato un Sì rosso fuoco. (Mentre andavamo al concessionario abbiamo incrociato Flavio in Vespa: era senza casco e con un tipo dietro! Roba che se lo beccano gli fanno una multa incredibile! Comunque si è tagliato i capelli ed è sempre più bono … ma non divaghiamo!). Non sai che emozione quando sono uscita dal concessionario e sono montata in sella al mio motorino! Per esercitarmi un po’ alla guida siamo andati a fare dei giri di prova intorno allo Stadio e poi a Fiesole, per una strada un po’ più impegnativa e con tante curve. I miei mi seguivano con la macchina e non ti dico che batticuore avevo! A Fiesole ci siamo fermati a mangiare un gelato e poi abbiamo fatto un salto al supermercato: i miei hanno fatto la spesa e io ho convinto la mamma a comprare un fustino di detersivo Dinamo Due, dove c’era in regalo una cassetta di Riccardo Cocciante. Adesso sono a casa, sto ascoltando Cocciante e cantando a squarciagola “L’alba”. Sono indecisa se tagliarmi i capelli o no. Tu cosa mi consigli? Mi chiamano a cena e devo lasciarti: facciamo che questa volta la lettera comprenderà più giorni, come fosse un diario? Smack!

6 settembre

Allora, per la cronaca, sto piangendo. Il motivo? Mauro mi ha fatto festa quando mi ha rivista stasera, dopo le vacanze, e così pure Alessio e la Tamara … però mi è piovuta addosso questa grande malinconia, perché quando sono partita per le vacanze Alessio mi moriva dietro e ora sta con un'altra! Non è una cosa facile da mandare giù. È come se mi avessero tolto qualcosa ed in effetti è così! Ah, lo so, sono un’egoista e basta, una narcisista da evitare, ma … voglio anche io un ragazzo! Voglio essere innamorata e che qualcuno mi ami alla follia! È sbagliato? Stasera comunque, grazie a Stella e Carolina, ho conosciuto un tipo che si chiama Fabrizio. Gioca a calcio e viene ad allenarsi ai campini due volte a settimana. Sembra carino.   

8 settembre

Ieri sono stata a Tirrenia, al solito vecchio Lido dove andavo ogni anno. Non sai che gioia tornarci dopo la parentesi ad Ischia! Non ho fatto a tempo ad arrivare in spiaggia che ho visto Walter, della compagnia dell’anno scorso. Sono andata a salutarlo, ma lui all'inizio non si ricordava di me; poi, dopo un po’ che mi osservava, alla fine mi fa: “Ma sei Pamela?”. Quando mi sono messa a ridere, facendo di sì con la testa, mi ha detto che ero cambiata tantissimo, che mi aveva riconosciuta dagli occhi e che sono imbellita! Pensa che nemmeno Eva e Veronica mi hanno riconosciuta. Dopo vari giri per lo stabilimento, alla fine ho rivisto anche Grazia. Insieme a lei c’era un ragazzo, al quale all’inizio non ho fatto molto caso, ma appena l’ho guardato bene in faccia mi sono resa conto che era Dario! Walter li ha sfidati a ricordarsi chi fossi. Loro mi guardavano fra il sorpreso e il confuso e alla fine Walter ha dovuto dirglielo: sono rimasti di sasso. Insomma, proprio tutti mi hanno trovata cambiata e Dario ha mormorato: “Però! Con i capelli più lunghi …” (il tono sembrava compiaciuto, quindi ho deciso: non mi taglio i capelli!). Solo Erina mi ha riconosciuta subito! E dire che la nostra amicizia iniziò in modo molto burrascoso: mi tirò uno schiaffo perché si era arrabbiata per qualche cosa, che non riesco nemmeno a ricordare, e solo dopo diventammo amiche e l’ultima sera si mise pure a piangere perché ci dovevamo separare! 

Il pomeriggio l’ho passato sulla terrazza, più che altro a chiacchierare con Dario, raccontandoci le novità di quest’ultimo anno e ricordando le cose buffe successe l’anno scorso. La sera abbiamo fatto il bagno con tutta la compagnia, "affogandoci" come al solito. Poi siamo andati a cambiarci e abbiamo mangiato una pizza sulla terrazza dello stabilimento. 

Siamo ripartiti dopo cena. Mi ero portata dietro il walkman e qualche cassetta per il viaggio di ritorno, ma alla fine ho preferito chiacchierare con i miei, nello spirito di quello che mi hai scritto nell'ultima lettera: creare un'alleanza fra generazioni! 

9 settembre

Sono uscita con Stella e Carolina. Siamo state da Mister Disco, a curiosare le ultime novità e a sentire un po' di musica, e poi siamo andate ai giardini. 

Fabrizio è passato ai giardini prima degli allenamenti e siamo stati a chiacchierare un sacco. Diciamo che mi ha lusingato il fatto che sia stato molto con me: abbiamo riso tanto e siamo addirittura andati sullo  scivolo insieme come due bambini! La sera ha rinfrescato un po’ e lui mi ha fatto mettere il suo golf per non farmi prendere freddo. Le altre non le ha praticamente considerate, con grande rabbia di Carolina. Inizialmente non capivo come mai se ne stesse così seria da una parte e solo dopo Stella mi ha detto che è assolutamente cotta di Fabrizio. Beh, piace anche a me, però, ed è così simpatico! Non so mica se voglio lasciarle via libera …  Verso le sei e mezzo siamo andate via e siamo rimaste in forse per la sera dopo cena. Stella mi ha detto che, se lei e Carolina fossero uscite, mi sarebbero venute a suonare il campanello alle nove e un quarto per andare alla festa del quartiere ai giardini. Se non vedevo nulla voleva dire che avevano deciso di restare a casa. La sera, non avendo ancora visto nessuno alle nove e mezzo, ho perso le speranze di uscire e mi sono messa a guardare un film di Hitchcock che davano sulla Rai: “Nodo alla gola”. Sai quanto amo i gialli! Bel film, anche se “Vertigo”, “Uccelli” e “La finestra sul cortile” per me se la battono per il primo posto! Beh, la mattina dopo sono andata dalla fornaia e lì ho incontrato Benedetta, così, mentre eravamo in fila ad aspettare il nostro turno, le ho chiesto se fosse stata alla festa ai giardini la sera prima. Lei mi ha risposto che c’era andata, ma che c’era poca gente e poi mi ha chiesto perché non mi fossi fatta vedere. Così le ho detto che non ero uscita perché Stella e Carolina erano rimaste a casa e lei a quel punto mi ha detto che loro invece c’erano! Ci sono rimasta male e ho cambiato discorso con una scusa. Quindi sono uscite senza dirmi nulla! E, dato che Fabrizio ieri andava alla festa, non c’è altra spiegazione logica: Carolina deve aver convinto Stella a uscire solo loro due, senza di me, in modo da andare alla festa e attirare l’attenzione di Fabrizio su di sé. Da una parte posso pure capire Carolina, ma non mi va giù che Stella abbia acconsentito … pensavo fossimo amiche!

Andiamo, sono pronta per la tua prossima brontolata! Mi dirai che se mi piace Flavio non dovrebbe interessarmi Fabrizio e che dovrei essere felice per Alessio e Tamara. So tutto, ma non riesco a mettere in pratica nulla!

Domani vado a vedere i risultati degli esami. Dovrai aspettare la prossima lettera per sapere come sono andati. Ti mando un grosso abbraccio! Pamela


P.S. Quell'idea di venirmi a cercare nella tua epoca, Mel ... insomma, è davvero spaventosa da un certo punto di vista. Ammetto che all'inizio ne sono rimasta affascinata, ma poi, pensandoci bene, potrebbe rivelarsi una pessima idea. Se devo essere sincera, ci ho perso un po' il sonno. Ti prego, non parlarmene più.


Pa🍎nia



 



"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di cottonbro studio da pexels.com

venerdì 20 gennaio 2023

Pam & Mel Pa🍎nia

 


Cara Pamela,

eccomi, alla fine! Mi hanno stracciato più di una lettera ed è per questo che stai ricevendo la mia risposta così in ritardo. I miei sono finiti davanti alla commissione disciplinare perché ti stavo raccontando troppo e possono ringraziare la loro fama e bravura, altrimenti ci avrebbero costretto a interrompere qualsiasi rapporto (e magari avresti pensato che fossi arrabbiata con te! E invece no! Assolutamente! E comunque spero che tu abbia capito che le “critiche” che ti ho fatto nella mia ultima lettera erano a fin di bene, anche se devo scusarmi, perché non ero proprio di umore idilliaco quando ti ho scritto … Insomma, meno male che la nostra amicizia ci permette di superare le incomprensioni. Non parliamone più, anche se ti garantisco che continuerò a brontolarti quando penserò che tu non stia dando il meglio di te! Ah, sì, sono proprio nonna Abelarda, pensalo pure!). Insomma, ci hanno fatto una risciacquata perché non abbiamo rispettato la regola di non entrare troppo nei particolari quando comunichiamo con la nostra epoca di origine. Ma dico: se non ti parlassi del mio mondo, come potresti capire fino in fondo quello che ti racconto di me? A me non importa sinceramente, se ci vogliono rimpacchettare e mandarci indietro, facciano pure. D’altronde non credo abbiano il tempo di passare al setaccio ogni comunicazione, quindi da ora in avanti cercherò di limitarmi, ma non troppo … Mi è anche venuta un’idea pazza in mente, parlando di te con Stefano. Ho pensato che potrei venire a cercarti, Pam. Ma sì, un giorno che sarò uscita da questo campo base, potrò venire a cercarti e vederti nel mondo in cui vivo io. Certo, sarai una donna adulta, per non dire vecchia, ma per me sarai la solita Pam. Ti presenterò Stefano e tu mi presenterai la tua famiglia: tuo marito (chissà se sarà Flavio!), i tuoi figli e chissà, magari mi mostrerai pure il tuo cavallo! Ti piacciono ancora i cavalli, Pam? Ti ricordi di quando credevi che il tuo babbo te ne avrebbe comprato uno e lo avreste tenuto alla Consuma?

Con Stefano ci vediamo spesso. Parliamo in continuazione di qualsiasi argomento e andiamo a correre insieme. Però non è il mio ragazzo, almeno per ora. Durante una delle nostre chiacchierate mi ha spiegato cos’è il perimetro: sono i confini del Campo Base. Col suo piglio da geometra mi ha detto che il Campo Base misura più di diecimila ettari, quindi direi che sia impossibile percorrerne il perimetro a corsa! In teoria fra poco potrò inserirmi nel mondo normale e lasciare questo posto, ma non so se lo faremo a breve. Tanti fra coloro che vivono qui ci sono venuti per necessità e adesso faticano all’idea di lasciarlo. Qui la gente sta uscendo da poco da una pandemia. Ti ricordi la peste nera di cui parla Boccaccio nel Decamerone? O l’influenza spagnola di cui ci parlò la prof. di storia? Ecco, più o meno, anche se non entro nei dettagli, sennò mi ristacciano la lettera per la centesima volta! Ed ecco il motivo della presenza dei miei genitori qui: studiano il virus insieme ad altri ricercatori e medici, per trovare nuove terapie e vaccini e per affrontare le sfide che verranno.

Qui viviamo in un presente complesso e forse è per questo che mi interesso molto di più di quello che facevo prima a quello che succede nel mondo. Molti adulti sono pessimisti in merito al futuro della Terra e non si rendono conto che così, col loro disfattismo, ci affossano. Non dico di negare le evidenze: i problemi ci sono, ma essere così negativi intristisce e demotiva i ragazzi. Molto spesso alcuni dei nostri coetanei sfogano la loro frustrazione diventando violenti o chiudendosi in sé stessi; alcuni cercano un supporto dallo psicologo, altri si chiudono e basta, in un atto di rinuncia totale. Eppure dei segnali positivi, nel corso del tempo, ci sono stati e continuano a esserci. Solo che fa sempre più sensazione parlare delle cose negative che di quelle positive. Ricordi per esempio quando a scuola ci parlarono per la prima volta del buco nell’ozono e dei danni che i clorofluorocarburi delle bombolette spray producevano sullo strato di ozono? Adesso ci sono prodotti privi di queste sostanze dannose, grazie a un Protocollo del 1987. Ti manca poco, cara amica mia, per capire di cosa parlo: il 1987 per te è già alle porte … quindi fatti carico del cambiamento, informati e spiega a chi fa spallucce i pericoli del dimenticarsi che la nostra Terra è bellissima, ma necessita di cure. Sono sicura che troveresti un buon alleato in quel cervellone di Arturo! Continua a fartelo amico come hai fatto in queste vacanze alla Consuma e cercate di capire di più il mondo in cui vivete: informatevi, confrontatevi, fate sentire la vostra voce. Se conosciamo l’origine dei nostri problemi possiamo superarli e cambiare rotta, senza farci travolgere da ansie e paure, senza sentirci sopraffatti. Adesso stiamo vivendo un periodo di lotta al cambiamento climatico e penso che forse, se avessimo agito prima, negli anni in cui vivi tu, adesso saremmo a un punto diverso. Il problema è che alcuni tendono spesso a sottovalutare il problema, anche se sanno che esiste. Pensano che i disastri ambientali che avvengono lontani dal nostro paese non li riguardino o pensano che certi fenomeni siano normali. Sai qual è il problema? L’ignoranza. Per fortuna con Stefano parliamo e abbiamo deciso di proporre di affrontare questi argomenti anche in classe e di portare avanti un’alleanza fra generazioni: dovremmo considerarci tutti esseri umani pronti a collaborare e creare ponti con persone di qualunque età. Smettere di considerare i genitori persone che non possono capirci, attingere dagli anziani la loro esperienza, aiutarci fra ragazzi, indipendentemente dall’età, essere di supporto a chi è in difficoltà. E ci sono, Pam, i segnali positivi! Lo sai per esempio che un famoso gruppo musicale dei miei tempi ha annunciato che il loro prossimo tour mondiale sarà a zero emissioni? Ho letto un articolo su internet che spiega che avranno delle macchine per rimuovere l’anidride carbonica dall’aria e l’energia che alimenterà il concerto sarà generata da energia solare e cinetica! Ti sembrerà fantascienza e, forse, in parte per te lo è davvero! 

Ti mando un bacione, Pam! Fammi sapere come sono andati gli esami a settembre!

   Mel

Pa🍎nia

 



"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di Markus Spiske da pexels

domenica 6 novembre 2022

Pam & Mel Pa🍎nia


Consuma, 25 agosto 1986

Cara Melania,

ho aspettato un bel po' prima di scriverti, per farmi passare la tristezza e la rabbia che mi hai fatto provare con la tua lettera. Hai ragione, spesso non capisco bene quello che mi scrivi. Cosa intendi per esempio quando scrivi che ogni tre secondi ho una crush? Mi schiaccio e mi frantumo per qualcuno secondo te? Il vocabolario di inglese almeno dice questo! Preferisco pensare che tu sia solo stressata e che non intendessi ferirmi e quindi mi sforzo di far finta di nulla e di perdonarti: non si butta via un’amicizia come la nostra per un’incomprensione!

Eccomi qui, dunque, sempre più disperata e giù di morale, confinata nella casa di vacanza dei nonni con mio cugino Arturo: un luogo ameno di prati e campi e se ricordi che la nonna qui non ha nemmeno la televisione e il telefono, potrai capire che non è che ci sia tanto da divertirsi!

È l’ultima volta che mi faccio rimandare, giuro, anche se forse dovrei essere almeno un po’ sollevata visto che ieri ho finito il programma di geografia economica.

Le uniche due cose decenti che ho fatto in questi giorni (a parte studiare, naturalmente) sono state leggere il libro di Daile Carneige “Come trattare gli altri e farseli amici” e l’uscita di ieri pomeriggio per fare un giro in macchina e un salto in paese con Arturo, Dafne (l’unica mia amica di qui. È arrivata qualche giorno fa, tutta spumeggiante e bionda ossigenata. Ogni anno il confronto con lei è una spina nel fianco, ma quest’anno finalmente non mi sono sentita inferiore) e Luca (il nipote di una vecchietta che abita vicino ai nonni). Io e Dafne abbiamo imbroccato tre ragazzi di Firenze mentre Arturo e Luca giocavano a calcino in un bar. Approfittando del fatto di essere in paese, ho telefonato a Mauro, che mi ha aggiornato sulle ultime novità della compagnia: lui si è messo con una ragazza (dice che non la conosco) e Alessio si è messo con la Tamara ed è addirittura andato al mare con lei ed i suoi genitori! Ora capisco la frase scritta dalla Tamara sulla cartolina che mi ha spedito: “Tanti saluti e baci da Tamara e Alessio”. E io che mi domandavo chi fosse questo Alessio! Lì per lì, quando Mauro me lo raccontava, ero contenta per loro, ma ora no! Non chiedermi perché, ma non sono felice che si siano formate queste coppie. Forse volevo restare al centro dell’attenzione di Mauro e di Alessio e ora mi sento spodestata e ho solo voglia di presentarmi alla compagnia, al ritorno dalle vacanze, talmente carina da far strabiliare tutti. Non voglio certo che Alessio e Tamara si lascino, perché voglio bene a tutti e due, ma sono confusa e inspiegabilmente gelosa.  

I miei genitori e i miei zii vengono a trovarci il fine settimana per portarci la spesa, la posta e le notizie del "mondo civilizzato". È stato proprio così, per caso, leggendo una pagina de “La Nazione” dove l’ortolano aveva incartato delle verdure, che ho scoperto che alla fine di luglio è morta la mia amica-prof. che mi ha dato ripetizioni di matematica e fisica. È stata coinvolta in un incidente mentre andava in vacanza. Questa scomparsa mi fa riflettere ancora una volta sul perché se ne vadano spesso le persone migliori e non sai che malinconia vedere la sua immagine tutta sbertucciata su quella pagina di giornale! Non riuscivo a crederci e ho letto e riletto quell’articolo con gli occhi pieni di lacrime, sperando incoerentemente che non fosse vero. Mi sono tornati alla mente i pomeriggi afosi nella piccola cucina di casa sua, quando mi seguiva mentre facevo gli esercizi e la sua voce dolce che mi richiamava all’attenzione quando sbagliavo qualche passaggio. Non aveva nessuno, Mel, a parte i suoi genitori: non un fidanzato e, credo, nemmeno tanti amici. Adesso penso spesso a quella cucina vuota e al fatto che lei non ci sia più: in un momento è sparita lei e tutto il mondo delle sue emozioni e pensieri.

Per fortuna è arrivata anche qualche novità piacevole. I miei mi hanno portato una cartolina di Leonardo, che scrive: “Spero che ti faccia piacere ricevere questa cartolina. Ti auguro un buon finale di vacanze. Leonardo”. Abbastanza neutra come frase, ma prova a indovinare l’illustrazione? Un notturno di Livorno con sopra scritto BACI BACI BACI. Allora forse gli piaccio davvero e la mia sensazione non era sbagliata! Speravo che ci fosse anche la lettera di risposta di Carmine, il ragazzo di Ischia di cui ti ho scritto, ma invece nulla! Più ci penso e più mi dico che sono stata proprio scema: potevo passare due settimane memorabili e invece …

come vedi le tue brontolate non mi fanno desistere dal raccontarti le cose come stanno! Forse, come dice la tua mamma, sono innamorata dell’amore o forse mi sento felice se piaccio ai ragazzi. Magari potrei provare a parlarne con Arturo, per sentire il suo punto di vista. Sai, sono contenta che Arturo sia qui con me! In queste vacanze piano piano siamo diventati più amici che cugini: lo rimbambisco con mille chiacchiere su Flavio appena posso! Comunque, da quando ho cominciato a confidarmi con Arturo, anche lui mi racconta tante cose personali e ha smesso di avere quell’aria sempre perfettina da Bravo: non è meglio così? A proposito di Flavio! Prima di partire per la Consuma l’ho rivisto! Con i suoi immancabili “Lee” e la maglia rosa, i capelli lunghi: era fantastico! Passava sotto casa mia con il ragazzo della Beatrice, proprio mentre ero affacciata alla finestra con la mamma. Avrei voluto gridare “Mamma, guarda Flavio!”. Scioglimento totale misto a malinconia: avrei voluto parlarci, ma mica potevo chiamarlo dalla finestra! Il cuore ha tremato prima ancora che gli occhi lo vedessero. A piedi, senza la sua immancabile Vespa, chissà perché? Forse perché adesso ci vuole il casco? Con gli occhi in tilt ho seguitato a guardarlo fino a che non è scomparso dietro la casa in pietra all’angolo. In quel momento ho pensato alla canzone di Baglioni “Chissà se mi pensi”. Che faccia avrà fatto quando ha ricevuto la mia cartolina? Vorrei avere il coraggio di parlargli senza farmi prendere dall’agitazione e confessargli il mio amore, senza avere paura ogni volta che possa accorgersi di come mi batte forte il cuore: sembra che voglia volarmi fuori dal petto! Con gli occhi cerco di mandargli dei messaggi, cerco di comunicargli i miei entusiasmi, ma forse lui non se ne accorge perché a volte faccio fatica a guardarlo.  Chissà se lui mi vuole almeno bene? Chissà se un giorno mi dirà che vuole stare con me! Forse hai ragione, Mel: ho proprio la testa piena di confusione e tanta voglia di piangere!

A parte questo, sarai contenta di sapere che, oltre all’aspetto estetico, mi sono messa in testa di migliorare su molti altri fronti e ho cominciato a studiare di più l’inglese e il tedesco (almeno mi sarà utile per la scuola!).

Il 5 settembre ho gli esami di riparazione: sensazioni miste fra panico e tranquillità.

Chiudo questa lettera con una super novità: quando torno a Firenze vado a ritirare il motorino al concessionario! I mei mi hanno comprato un Sì rosso. Sono già andata con il babbo a comprarmi il casco, un Nava 3 bianco. 100.000 lire per proteggere la mia testolina!

Ti copio un testo che ho trovato sul libro che sto leggendo: si tratta di “Father forgets” di W. Livingstone Larned. Carnegie raccomanda di non criticare e non condannare, perché così facendo si possono ferire le persone. La prossima volta che vorrai brontolarmi, fallo gentilmente!

Scrivimi presto Mel, e dimmi tutto di te, di quello che ti preoccupa e senza limitarti: ce la metterò tutta per capire e, se non ci riuscirò, ti chiederò di spiegarmi. Quali discorsi strani ti fa Stefano? Non farmi pensare male!

Pamela (confusa e incasinata, forse, ma che ti vuole un mondo di bene!)

Pa🍎nia

  

 

Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormendo con la manina sotto la guancia e i capelli biondi appiccicati alla fronte.
Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere in biblioteca, un’ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di senso di colpa mi avvicino al tuo letto. E stavo pensando a queste cose:
ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perché invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamani sulla faccia, perché non ti sei pulito le scarpe. Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento. A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto: hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo.
Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a prendere il treno, ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato: “Ciao papino!” e io ho aggrottato le sopracciglia e ho risposto: “Su diritto con la schiena!” E tutto è ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perché quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare alle biglie e si vedevano le calze bucate.
Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me. Le calze costano, e se le dovessi comperare tu, le tratteresti con più cura. Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell’offesa subita?
Quando ho alzato gli occhi dal giornale, impaziente per l’interruzione, sei rimasto esitante sulla porta.
 “Che vuoi?” ti ho aggredito brusco.
Tu non hai detto niente, sei corso verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l’affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassisce mai. Poi te ne sei andato sgambettando giù dalle scale. Be’, figlio, è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il giornale e mi ha preso un’angoscia terribile.
Cosa mi sta succedendo?
Mi sto abituando trovare colpe, a sgridare; è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto?
Non che non ti volessi bene, beninteso: solo che mi aspettavo troppo dai tuoi pochi anni e insistevo stupidamente a misurarti col metro della mie età. E c’era tanto di buono, di nobile, di vero, nel tuo carattere! Il tuo piccolo cuore così grande come l’alba sulle colline.
Lo dimostrava il generoso impulso di correre a darmi il bacio della buonanotte. Nient’altro per stanotte, figliolo. Solo che son venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.

È una misera riparazione, lo so che non capiresti questo cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani sarò per te un vero papà.
Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti.
Continuerò a ripetermi, come una formula di rito: “è ancora un bambino, un ragazzino!”. Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallottolato nel tuo lettino, mi fa capire che sei ancora un bambino.
Ieri eri dalla tua mamma, con la testa sulla sua spalla. Ti ho sempre chiesto troppo, troppo.




"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di Maria Orlova da Pexels
 

lunedì 10 ottobre 2022

Pam & Mel Pa🍎nia


                                                    Pianeta Terra, un giorno qualunque di chissà quale anno

Cara Pamela,

ho avuto un sacco da studiare e sono stata presa da mille pensieri. Avrei tanto da raccontare, ma non so da dove cominciare. Da quando sono qui non riesco a scriverti senza prima domandarmi se puoi capire tutto quello che ti racconto, e questo mi limita un po’.

Pam, ho attraversato uno spazio enorme e fatico a stare al passo e ad abituarmi. Anche per la scuola sono in crisi: sono sempre stata brillante e ora arranco. Forse ho sbagliato a cambiare indirizzo di studi o forse è che qui non riesco davvero a concentrarmi su una sola cosa alla volta. È tutto troppo veloce. Anche Stefano mi fa degli strani discorsi che un po’ mi inquietano, ma ora non mi va di parlartene.

Piuttosto, tu cosa stai facendo, Pam? Forse era meglio quando non eri così carina e non piacevi a quelli che ti piacevano. Leggo le tue lettere e ci trovo una grande confusione! Ti piace Flavio, ma appena parti per le vacanze mi scrivi di Raffaele, di Carmine, addirittura dello studente di medicina! Forse è per questo che hai litigato in vacanza con i tuoi? Non mi scrivi nulla di preciso, ma i tuoi genitori non saranno preoccupati a vedere te che ogni tre secondi hai una crush per qualcuno? Credi che non se ne accorgano? E poi, ti hanno dato quattro materie a settembre e non mi hai scritto nulla ultimamente dello studio! Stai aprendo quei libri o speri in un miracolo settembrino?

Passo e chiudo per oggi.

Melania




"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di Taras Makarenko da Pexels

mercoledì 21 settembre 2022

Pam & Mel Pa🍎nia

                                                                            2 agosto 1986

Cara Melania,

mi sembra un secolo dall’ultima volta che ti ho scritto! Sono tornata a casa piena di speranza di trovare una tua lettera e invece nulla! Che succede? Perché non scrivi?

Ti racconto un po’ delle mie vacanze a Ischia. Per dire la verità le cose non sono andate bene da subito, ma meglio che parta dall’inizio.

Al nostro arrivo io e Arturo abbiamo conosciuto Antonello (15 anni) e Nico (22 anni): sono fratelli e abbiamo fatto amicizia perché l’albergo ci ha assegnato due tavoli vicini per il pranzo e la cena. Quindi, a forza di vederci, è stato naturale cominciare a parlare con loro. Anche i miei genitori chiacchieravano spesso con i loro e quindi a un certo punto il gestore dell’albergo ha unito i tavoli per farci stare insieme. A noi ragazzi ha fatto piacere, l’unica che non era proprio felicissima era la mamma. Sai che le piace la semplicità: un po’ di cipria, un velo di rossetto e vestiti carini ma pratici. Invece la loro mamma era sempre tutta ingioiellata e vestita da Hollywood … non so se capisci cosa voglio dire!

 

Ho scritto un sacco di cartoline (anche una a Flavio. A Ischia l’ho sognato per ben due volte!) e litigato un po’ con i miei e Arturo: magari piccole cose, niente di che, ma che mi lasciavano dentro un senso di vuoto, di voglia di non fare niente e di tristezza. Loro dopo un po’ tornavano come prima, mentre io rimanevo nelle stesse condizioni e allora sembrava sempre che fossi io la colpevole di tutto. In realtà non è che avessi l’umore a mille. Pensavo spesso agli amici del mare dell’anno scorso e al fatto che si fossero ritrovati tutti insieme al Lido Balena: mancavo solo io. Chissà se qualche volta hanno parlato di me! Ero un po’ giù anche perché all’inizio i giorni si susseguivano tutti uguali. La mattina, dopo aver fatto colazione, andavamo in spiaggia, dove di solito leggevo Cioè o altri giornalini, poi tornavamo a pranzo in albergo e subito dopo di nuovo in spiaggia: camminatina in riva al mare, prendevo un po’ di sole, un bagno e poi di nuovo in albergo per cena. Dopo cena Antonello, Nico e Arturo se ne andavano a giro insieme e io rimanevo con il babbo, la mamma e i genitori di Antonello e Nico a fare una passeggiata. Emozionante, vero? Forse avrei dovuto guardarmi intorno prima e darmi una mossa.

Dopo qualche giorno comunque le cose sono svoltate: l’albergo ha organizzato una cena a base di pizza riservata solo ai ragazzi e così finalmente mi sono ritrovata fra i miei simili! Ho conosciuto Raffaele (il figlio del proprietario dell’albergo), Brunella (16 anni, ha fatto la prima magistrale ed è stata promossa a giugno, beata lei!) e via via anche altri. Arturo quella sera si è tenuto un po’ a distanza da me perché diceva che gli rovinavo la piazza: c’erano due ragazze di Roma che gli piacevano e non voleva avermi intorno! Dopo cena abbiamo anche ballato nel giardino dell’albergo. Peccato che tutto questo sia successo quando ormai era già passata quasi una settimana dal nostro arrivo.

Alla spiaggia ho conosciuto anche un ragazzo di Ischia, Carmine. Mentre parlavo con Brunella e altre ragazze è passato questo tipo molto carino. Non ho potuto fare a meno di osservarlo bene e così lui si è accorto che lo guardavo, ha restituito lo sguardo e mi ha fatto l’occhiolino e per tutto il giorno poi ha tentato di attaccare discorso.  Quando sono andata a fare il bagno con Brunella, i suoi amici mi hanno vista e gli hanno detto qualcosa. Lui ha iniziato a guardarmi, ma io ho fatto finta di nulla e quando siamo uscite dall’acqua ci siamo messe a prendere il sole e a chiacchierare. Lui allora, che era a giocare a palla poco più in là, faceva in modo che la palla venisse sempre vicino a noi e veniva sempre lui a riprenderla e ogni volta ci faceva qualche domanda. Alla fine lui e i suoi amici sono andati a fare il bagno e ci hanno chiesto se volevamo andare con loro, ma noi abbiamo detto di no: Brunella doveva andare via e io mi sentivo in imbarazzo ad andare con loro. Così, dopo che Brunella è andata via, sono rimasta a prendere il sole e dopo poco è arrivato un ragazzo che si è messo a sedere poco distante da me a guardare il mare, in silenzio. Era da solo e mi sembrava più grande di me, così non pensavo che alla fine mi avrebbe rivolto la parola. Invece d’un tratto si è messo a parlare, chiedendomi se era la prima volta che passavo le vacanze a Ischia. Mel, guarda, era affascinante parlare con lui, perché aveva un modo di fare calmo e rilassato e un accento stranissimo che non avevo mai sentito. Infatti, poco dopo mi ha detto che veniva dalla Persia ed era uno studente di medicina. Mi ha chiesto se ci potevamo vedere la sera dopo cena, ma ovviamente gli ho detto di no: non avrei proprio saputo cosa dire al babbo e alla mamma! Era davvero carino, ma troppo grande per me! La mamma dopo un po’ mi ha fatto un cenno da lontano, messaggio in codice che voleva dire che dovevamo andare (ho apprezzato la discrezione di non venire a chiamarmi mentre parlavo con lui). Avrei voluto salutare Carmine, che intanto era uscito dall’acqua, ma poi ho cambiato idea, mi sono vestita e siamo andati via. Mentre tornavo in albergo mi sono pentita di non averlo salutato! Il giorno dopo non l’ho visto in spiaggia, ma la sera, mentre andavo con tutta la compagnia a ballare al Castello Aragonese, chi vedo seduto su un gradino in fondo alla strada dell’albergo? Lui e un suo amico! Gli ho chiesto se venivano a ballare con noi, ma hanno risposto che non potevano, però Carmine è andato a un negozio lì davanti dove conosceva il proprietario, si è fatto dare un foglio e mi ha scritto il suo indirizzo. Mi ha chiesto di scrivergli una lettera quando tornavo a Firenze e salutandomi mi ha stretto la mano un po’ più tempo del necessario. Che begli occhi verdi, Mel! Al Castello comunque ci siamo divertiti. Ho ballato tutta la sera e Raffaele mi è stato molto dietro, era evidente che gli piacevo! Non faceva che prendermi per mano e voleva ballare solo con me. Mentre ballavamo, poi, ha fatto un gesto così strano! È stato a fissarmi un bel po’, poi mi ha preso il naso fra due dita e l’ha scosso dolcemente come una campanella, facendomi un complimento. Abbiamo finito la serata a chiacchierare tutti in camera delle ragazze romane, fino alle cinque e mezzo di mattina! 

Il 31 luglio, di buon'ora, siamo ripartiti. Ci siamo scambiati tutti gli indirizzi e i numeri di telefono, promettendoci di rivederci. Chissà se sarà possibile?

La mamma nel viaggio di ritorno sembrava una pentola a pressione. Sai che non suda e quando c’è troppo caldo diventa tutta rossa e bollente. Ci siamo fermati in un autogrill, si è distesa su un prato all’ombra e quando si è alzata aveva lasciato la forma nell’erba! Poveretta!

La sera del nostro rientro a Firenze, io e Arturo abbiamo ricevuto una telefonata dai ragazzi che erano rimasti a Ischia e che sarebbero partiti il primo agosto. Che carini, vero?

Alla fine è stata proprio una bella vacanza. Gli ultimi giorni sono stata anche con i miei, Arturo e Brunella a Citara, ai Giardini Poseidon (un parco termale meraviglioso, tutto terrazzamenti, scalinate, piante e fiori lussureggianti che formavano un balcone sul mare) e a Cartaromana, una piccola spiaggia che abbiamo raggiunto tramite un sentiero e degli scalini un po’ faticosi (ma ne è valsa la pena!). A parte il panorama suggestivo del Castello Aragonese che si vedeva dalla spiaggia, sembra che la sabbia di Cartaromana e le sorgenti fumaroliche che creano delle pozze di acqua calda nel mare siano un elisir di bellezza. Io e Brunella ci siamo impiastricciate la faccia con la sabbia bagnata: chissà se siamo diventate davvero più belle? La mamma ovviamente ha scovato la leggenda: sembra che in quel luogo sorgesse un tempo una città romana che poi è sprofondata nel mare. Ad aver avuto pinne e maschera ci sarebbe stato da immergersi alla ricerca di tesori inabissati!

Beh, adesso ti devo salutare. Scrivimi presto e non farmi stare in pensiero!

Pamela  

Ho comprato una cartolina di Ischia anche per te! Cosa credevi? Visto che meraviglia?



Pa🍎nia



"Pam & Mel", di Daniela Darone

Photo by Giovanni Di Meglio on Unsplash

venerdì 11 febbraio 2022

Pam & Mel Pa🍎nia

 

                                                                                            Luglio 1986

Cara Melania,

oggi siamo arrivati a Ischia, dopo alcuni giorni passati a Napoli e Pompei. Siamo stati anche in gita sul Vesuvio! Purtroppo i giorni sono volati: ho la testa piena di ricordi di tutto quello che ho visto, ma sono in difficoltà a riordinare le idee.

Siamo arrivati a Napoli di sera e abbiamo soggiornato in un albergo vicino alla stazione centrale. Il giorno dopo siamo stati subito a Pompei e devo dirti che è stata una visita emozionante, perché passeggiando fra i resti della città mi sono immedesimata nei sentimenti e nel terrore di quelle persone che furono sepolte dall’eruzione del vulcano. Se visiti Pompei con occhi attenti puoi fare una sorta di salto nel tempo (dirlo a te mi sembra strano!) fra templi, ville, case popolari, botteghe e osterie. Subito dopo la visita, via verso il cratere del Vesuvio! A Pompei due ragazzi in Vespa hanno cominciato a seguirmi, malgrado si fossero accorti che ero con i miei genitori e Arturo e che la nostra macchina fosse targata Firenze. Pensa che mi hanno seguita fino all’imbocco dell’autostrada! Poi mi hanno salutata con la mano e anche io ho ricambiato. Arturo mi ha fissata con uno strano sguardo ...

Il babbo ha parcheggiato a 800 metri di altezza: era una giornata limpida e abbiamo percorso un sentiero ammirando la solennità del vulcano e il golfo di Napoli. Purtroppo non siamo arrivati fino al bordo del cratere, perché la mamma era devastata dal caldo, così, per farla riprendere, ci siamo fermati lungo un sentiero fiancheggiato da ginestre profumate e pini.

La sera a letto presto, dopo aver mangiato una pizza strepitosa che il pizzaiolo ha fatto con maestria sotto i nostri occhi (ti mando la foto: ne avrei mangiata un’altra da quanto era buona, ti giuro!).



Nei giorni seguenti ci siamo dedicati alla visita “scientifica” di Napoli. Sai che il babbo è un instancabile viaggiatore e aveva programmato TUTTO nei minimi particolari. Io, sinceramente, avrei preferito visitare la città più all’avventura, perdendomi a girellare dove mi portava la fantasia, ma non è stato possibile. Il babbo, aiutato da Arturo, desideroso di rendersi utile, ci ha trascinato in un tour de force della città! La prima cosa che mi ha colpita è stato l’enorme traffico e la considerazione creativa dei semafori: il rosso qui non significa fermarsi per aspettare il verde! Incredibilmente, però, non ho visto nessun incidente, segno che sono abili nella guida! Abbiamo percorso tutto il decumano di Spaccanapoli, che taglia in due la città. Vedere questa spaccatura dall’alto è singolare (ci voleva la maestra Carmen, con i suoi cardi e decumani! Ti ricordi? Lei avrebbe sicuramente apprezzato!) e percorrerla a piedi è stato ancora più divertente: era tutto un susseguirsi di botteghe, palazzi nobiliari, statue, chiese, ma non solo … ci siamo persi fra gli odori del quartiere e la simpatia degli abitanti. Cos’altro ricordo? La maestosità di Piazza del Plebiscito; il Duomo di Napoli e la devozione dei napoletani per San Gennaro; Castel dell’Ovo, adagiato sul lungomare, e le sue leggende (ci credi che la mamma ha fermato una signora anziana per chiederle della leggenda dell’uovo deposto dalla sirena Partenope? Il bello è che la signora si è fermata e ce l’ha raccontata, in modo molto simpatico, parlando napoletano); il Maschio Angioino col suo arco trionfale; la Galleria Umberto I; le splendide maioliche del Chiostro di Santa Chiara e per finire non ci siamo fatti mancare nemmeno la visita alla tomba di Leopardi (qui ha insistito la mamma che, come sai, adora poeti e scrittori).

Stamani mi sono imbarcata per Ischia con un’esplosione di colori negli occhi. A pensarci bene, sarebbe stato bello rimanere qualche giorno in più, ma nuove avventure ci aspettano!  

Sono felicissima che tu abbia rivisto Stefano! Peccato tu sia così lontana, perché anche Riccardo sembra simpatico da quello che mi scrivi. J Avremmo potuto uscire tutti e quattro insieme ... Abbraccia Ciottolo da parte mia: tutto considerato, è solo merito suo se hai incontrato di nuovo Stefano. Adesso sono stanchissima e devo salutarti. Cercherò di scriverti ancora da Ischia! Baci, Pam

Pa🍎nia



"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto dii Rene Strgar da Pexels