STEFANO
L’UNTORE
Quando
stamani sono arrivato con la mamma a scuola, la maestra mi ha chiesto di
rimanere con loro, mentre parlavano.
–
E’ una cosa che ti riguarda e mi sembra giusto che tu ascolti cosa diciamo.
Ormai sei grandicello e se hai qualcosa da dire sarà d’aiuto per tutti. Non è
una punizione, stiamo solo cercando di risolvere un piccolo problema – mi ha
spiegato, sorridendo incoraggiante.
A
sentirmi dire così mi sono rilassato un po’ ed ho seguito attentamente il loro
colloquio.
-
Antonio è intelligentissimo, ma ognuno di noi ha il suo tallone d’Achille ... E
per lui è la matematica. – Fa una pausa e si rivolge verso di me - Fino a
qualche tempo fa te la cavavi. Sei un po’ peggiorato negli ultimi tempi e mi
sembra giusto intervenire subito. Ci ho riflettuto a lungo e sono arrivata a
una soluzione che, a mio parere, consentirebbe addirittura di risolvere un
doppio problema.
A
sentire queste parole io e la mamma ci siamo scambiati un’occhiata
interrogativa, al che la maestra ha proseguito.
-
Beh, in realtà si tratta solo di spostarsi di banco. Ho pensato di metterti
seduto vicino a Stefano.
-
Con Stefano? Ma è Leonardo il mio compagno di banco! Già dalla prima …
-
Vi scambiate i compagni, almeno per un po’: tu con Stefano e Leonardo con
Marco. Gioverebbe a tutti e due – ha concluso la maestra stringendosi nelle spalle
– Stefano è il ragazzo più brillante della scuola in matematica ... ma ha altri
problemi, purtroppo. Ha forti difficoltà a relazionarsi con i compagni perché …
-
Per forza! – sono intervenuto allora io – tutti lo chiamano “untore”!
-
“Untore”? - ha esclamato la mamma sgranando gli occhi per la sorpresa – come
sarebbe a dire?
-
Stefano ha già i problemi tipici dell’adolescenza: un eccesso di sebo che rende
i suoi capelli piuttosto untuosi e così … - risponde la maestra, dando
un’occhiata in giro per evitare che qualcuno la possa sentire. La mamma allora
segue il suo sguardo e io le bisbiglio piano - Stefano è quello nel primo
banco, quello con gli occhiali …- Al che lei annuisce e gli sorride quando lui
alza la testa, sentendosi osservato.
-
Come le dicevo – riprende allora la maestra – questo spostamento risolverebbe
due problemi: Stefano aiuterebbe Antonio in matematica, e Antonio aiuterebbe
Stefano a inserirsi meglio in classe. Per questo non c’è nessuno che possa
farlo meglio: Antonio è apprezzato dai compagni e tutti stanno volentieri con
lui. Cosa ve ne pare?
-
Mi sembra un’ottima idea – ha risposto allora la mamma, che è assolutamente
convinta che in ogni nuovo amico si debbano cercare dei lati positivi da
acquisire – non potrà che giovare a entrambi. Sicuramente da quest’esperienza
imparerete molto l’uno dall’altro – conclude sorridendo rivolta a me – non è
vero?
-
Uhm … Leo però ci resterà male, e anche a me dispiace – dico rivolto alla
maestra. Insomma, mi sembra che intorno a me si stia facendo il vuoto degli
amici più cari!
-
A volte vanno fatti dei piccoli sacrifici Antonio, per il bene di tutti. So che
adesso è difficile da accettare, ma lo capirai meglio …
-
… quando sarò grande! - concludo io per lei, alzando gli occhi al cielo
rassegnato. Odio quando gli adulti dicono così!
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