Storia di una ladra di libri |
La prima volta che vidi “Storia di una ladra di libri”,
rimasi colpita da un colloquio fra Liesel e Max. Lui era nascosto da tempo
nella loro cantina e aveva nostalgia di poter camminare alla luce del sole. Un
giorno le chiese di descrivergli la giornata. Vi trascrivo qui il colloquio,
per farvi notare quanto siano importanti ed evocative le parole, se ben usate.
“Puoi farmi un favore? Mi puoi descrivere la giornata? Come
è fuori?”
“È nuvoloso”
“No, no … a parole tue. Se gli occhi potessero parlare, che
direbbero?”
“È una pallida giornata …”
“Pallida … bene, continua”
“Tutto è incastrato dietro una nuvola e il sole non sembra
il sole …”
“Che cosa sembra?”
“Sembra un’ostrica d’argento”
“Grazie. L’ho visto adesso”
Prendiamoci del tempo per scegliere le parole: è un atto di
attenzione e di amore, verso gli altri e verso la nostra bella lingua.
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