Woman writing a letter - Oleg Atbashian |
21 giugno 1986, sabato
Cara Melania,
è arrivata anche l’estate
alla fine! Hai chiesto ai tuoi se e quando potrai tornare a far visita alla tua
nonna e a tua zia? Non vedo l’ora che tu torni! Ho tanta voglia di rivederti e
di farti un sacco di domande sul posto dove sei andata ad abitare.
Oggi sono uscita con Stella,
Carolina e Tamara. Siamo state un po’ alla compagnia e ho rivisto Gianni, che
mi ha salutata con molto entusiasmo. Dopo due chiacchiere, abbiamo fatto una
puntatina al luna park, ma siamo tornate quasi subito ai giardini. Mentre
eravamo lì abbiamo visto passare Mauro e Alessio in motorino. Io e Stella siamo
andate a cercarli, pedalando come forsennate sulle nostre bici, ma non li
abbiamo trovati. Avevamo perso le speranze quando sono ricomparsi.
- Che state facendo? – ci hanno chiesto.
- Niente. Eravamo venute a cercarvi, ma in bici era impossibile raggiungervi … voi che fate?
- Niente anche noi. Visto che tutti e quattro non stiamo facendo niente, facciamo qualcosa insieme – ha proposto Mauro.
- Perché non ci portate a fare un giro in motorino? - ha detto allora Stella.
Così ci siamo andati. Lo sai
come è qui, vicino casa nostra. Basta salire un po’ verso la collina e ti
ritrovi dalla città alla campagna in un attimo. Io sono salita dietro Mauro,
che ha una Vespa e Stella dietro Alessio, che ha un Sì Piaggio a sella lunga. È
bello andare in motorino, coi capelli che ti danzano sulla testa. La Fruit di
Mauro sembrava una vela bianca gonfiata dal vento. È andata a finire che siamo
andati al convento, quello abbandonato. Arrivati lì siamo entrati e abbiamo
girato qua e là fra quelle enormi stanzone umide. Siamo saliti fino alla
terrazza, dove si era formato un lago da quanta acqua è piovuta ieri, e ho
rischiato seriamente di bagnarmi le espadrillas nuove! Poi siamo scesi nel
giardino e ci siamo messi a chiacchierare a quel vecchio tavolino di pietra
dove ti sei fatta male tu l’ultima volta che ci siamo andate, ricordi?
Quando abbiamo deciso di tornare verso casa nostra, Alessio ha insistito perché salissi sul suo motorino. “La Vespa di Mauro l’hai già provata all’andata, ora potresti provare il mio motorino. Non credere che sia un catorcio: ho cambiato la marmitta originale e l’ho sostituita con una Polini. Ora fa le buche per terra.”
Ho sorriso. Mica gliel’ho
detto che all’andata avevo visto che gli toccava pedalare in salita per aiutare
il motore! Ho accettato il suo passaggio. Mi sa che gli piaccio. Tornando ci
siamo fermati a mangiare un gelato in Piazza delle Cure e lì Stella non faceva
che lanciare frecciatine a Alessio per fargli capire che ci siamo accorte che
mi viene dietro. Io avrei voluto che la smettesse, perché metteva in imbarazzo
anche me, ma lei sembrava si divertisse un mondo … forse è il suo modo per
aiutarlo a sciogliersi!
Quando siamo tornati ai
giardini abbiamo incontrato Tamara, Carolina e Sara. Insieme a loro c’era pure
Leonardo. Ti ricordi di lui? Quello di cui ero innamorata alle medie!
Evidentemente è entrato nella nostra compagnia, ma non l’avevo mai visto prima
nel gruppo. Comunque non me ne importa più nulla. Ora in testa ho Flavio e ho
pure diversi ragazzi che mi vengono dietro. Fino a pochi mesi fa mi sembrava di
essere trasparente: non mi notava nessuno (a parte Francesco, uno simpatico ma
bruttino, con quel nasone lungo che si ritrova, poverino) e ora invece,
all’improvviso, sembra che sia diventata carina. Solo che almeno per ora
piaccio sempre a ragazzi che non mi interessano! Destino crudele!
Mentre eravamo a
chiacchierare seduti sulla “nostra” panchina, poco più in là Alessio impennava
col suo Sì. Sono rimasta a osservarlo un po’, mentre Stella mi dava di gomito. “Guarda
lì, sembra un pavone che ti fa la ruota …”, ha osservato ridendo. Alessio
cercava di spostare tutto il suo peso sul fondo della sella, buttava in avanti
il corpo e poi dava delle gran strattonate con le braccia al manubrio, per
impennare il motorino, ma teneva per sicurezza i piedi a terra, facendoli
strusciare, per prendere confidenza.
- Ale! – gli ha urlato Mauro per sovrastare il rumore – o tu c’hai il babbo benzinaio o calzolaio! Tira su quei piedi! Tu finisci le scarpe!
- Abbozzala di rompere! Lo faccio solo per trovare il bilanciamento! – gli ha risposto lui.
Si vedeva però che c’era
rimasto un po’ male, allora Mauro per rimediare gli ha detto che scherzava, e
che secondo lui, tempo una settimana, avrebbe dato le paste a tutti quanti.
Beh, devo salutarti adesso.
Ti lascio, ma con una sorpresa! Guarda che bel logo della nostra amicizia ho
disegnato! Ti piace? Io e te, unite da una “mela”!
Pa🍎nia
Best friends forever
Scrivi presto! Pamela
"Pam & Mel", di Daniela Darone
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