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domenica 13 ottobre 2024

"Clizia T. - Lo spessore dei sogni" - Quinto capitolo

 


PUNTO E A CAPO

 

Ieri abbiamo passato tutto il giorno a sistemare le nostre cose a casa della nonna. Ho trovato un posto ai miei vestiti e alla mia roba, un po’ nella mia nuova camera e un po’ in sala. Adesso sono qui che mi aggiro in questa stanza e non riesco a pensarla un poco mia: questa camera è già tutta preordinata, non posso incidere in alcun modo. Eppure la nonna ha fatto di tutto per infondermi un po’ d’entusiasmo. Innanzitutto ha liberato due ante dell’armadio e parte del cassettone per far posto ai miei vestiti. Poi mi ha detto che aveva vuotato anche due cassettini dello scrittoio di mogano dove avrei potuto mettere “i miei segreti”. Ha detto proprio così, strizzandomi l’occhio. Però, che dire? È comunque la camera di una nonna. Da un lato c’è un alto letto in ferro con una testata imponente: sopra la testata è appeso il busto in ceramica di una Madonna a mani giunte, con la testa reclinata. Sulla parete davanti al letto c’è un grande armadio, e alla parete di sinistra un cassettone con specchiera, con attaccata da un lato la foto del nonno Augusto. Sul ripiano la nonna ha messo due saliere in argento che usa come portagioielli e due vasi rosa in stile giapponese. Poi vediamo cosa c’è: il mio letto, ovvero rete e materasso, alternativa se non voglio dormire nel lettone con la nonna, e dall’altro lato della stanza l’adorato scrittoio con piano estraibile rivestito in pelle. È un regalo per un anniversario di nozze che le ha fatto il nonno Augusto: lei e il nonno lo videro passeggiando per Via Maggio, nella vetrina di un antiquario. Alla nonna piaceva molto e non perdeva l’occasione di passare davanti alla vetrina ogni volta che poteva, per ammirarlo, fino a che il nonno, facendole una sorpresa, glielo regalò. Mi sembra di capire che sia uno dei ricordi più belli per la nonna. 

Comunque, la mancanza di spazio per personalizzare questa stanza non è il peggiore dei problemi. Il Problema è che la nonna russa: emette un rumore rauco e profondo, alternato a una specie di soffio ritmico e regolare. A volta smette e si gira, per darmi l’illusione che riuscirò ad addormentarmi, ma dopo pochissimo ricomincia, e così via fino al mattino! Ovviamente non ho avuto il coraggio di dire niente alla nonna, ma la mamma mi ha visto con le occhiaie e mi ha chiesto se andava tutto bene. Non voglio creare problemi, ma le ho detto francamente come stavano le cose, facendole l’imitazione della nonna addormentata. Lei non poteva fare a meno di ridere come una matta: evidentemente lo trovava divertente! Ha promesso che andrà a comprarmi dei tappi di cera per le orecchie. Spero funzionino!

Ieri ho conosciuto anche “Cipolla”. Era a casa quando siamo arrivati ed è stato molto gentile a darci una mano a scaricare i bagagli. In realtà si chiama Albert e deve essere qui da poco, perché ci ha detto solo il suo nome e poche altre parole in un forte accento tedesco. Per il resto si è limitato a sorridere molto e ad annuire di più, esibendosi in una mimica facciale degna di nota. Ha una faccia simpatica! La nonna ci ha detto che ha lasciato il suo lavoro in Germania per fare il giocoliere giramondo: “Non so se sia coraggioso o incosciente: licenziarsi in questo periodo di recessione!”, ha commentato, scuotendo la testa. Beh, è senz’altro un tipo eccentrico, anche a giudicare dal mezzo che usa per viaggiare e per esibirsi: un variopinto pulmino Volkswagen!

Clizia? Sei ancora lì? – mi chiede la nonna, entrando nella nostra camera. Si guarda intorno soddisfatta, notando che ho finito di sistemare tutto. - Che brava! Hai trovato abbastanza posto per i tuoi vestiti?

Sì, il problema è ricordare dove ho messo le cose! – rispondo, stringendomi nelle spalle.

Oh, non preoccuparti! Fra pochi giorni ti sembrerà di aver abitato sempre qui! Bene – continua, notando la mia espressione dubbiosa – stasera potresti andare a fare un giro qui intorno per familiarizzare con il nuovo posto. Un conto è quando venivi a trovarmi, ma adesso devi vedere tutto con occhi nuovi.

Beh, pensavo a queste sorelle Felicità ... dove abitano?

Nella villa davanti a casa nostra, ma adesso sono in vacanza in barca. Di solito tornano sempre i primi di agosto. E poi, mi raccomando, non chiamarle così quando le incontrerai – conclude la nonna, strizzandomi un occhio - perché quello è solo un soprannome che abbiamo inventato noi: i nomi delle cinque sorelle ricordano tutti la felicità!

 Tipo? – le chiedo, aggrottando la fronte.

- Beh, vediamo se le ricordo tutte – comincia la nonna, alzando gli occhi per aria ed enumerandole sulle dita – La più grande si chiama Gioia e fa la modella … beh, è un po’ troppo pelle e ossa per i miei gusti, però … poi c’è Gaia, che ama gli animali; poi Serena, che ha la tua età e adora la danza classica. Forse potreste essere in classe insieme a settembre. Non sarebbe male se tu ci facessi amicizia, almeno all’inizio della scuola avrai già un’amica su cui contare e …

Nonna, vai avanti, dai!

Va bene. Allora vediamo …oh, non ricordo mai bene i nomi delle due più piccole … ah sì, ci sono: Allegra, dieci anni credo, sembra una bambola di porcellana e per ultima Letizia: ha un visino tondo e due guanciottine da pizzicotti che non ti dico … eccole qui, sono tutte.

Non conosco nessuna famiglia così numerosa!

Il marito di Patrizia, Andy, voleva tanto un figlio maschio … ma dopo cinque tentativi ci hanno rinunciato!

Direi! – esclamo, affacciandomi alla finestra – certo che è davvero una gran bella villa. Devono essere ricchi, eh?

Ricchi sì, ma non oziosi. Andy si dedica anima e corpo alla sua attività: hanno un maneggio, qui in zona. Ovviamente, tutti in famiglia sanno andare a cavallo, anche se a qualcuna delle figlie non piace, ma il loro babbo è stato inflessibile in merito!

E tu come fai a saperlo?

Chiacchiere di vicinato, tesoro mio. Li conosco da tempo. Non credere che i soldi abbiano il potere di far sparire preoccupazioni e crucci: anche loro hanno giorni buoni e giorni cattivi.

Uhm, già. Una perla di saggezza da segnarsi nella memoria.

Beh, mi sa che è ora di preparare il pranzo – mi dice la nonna, controllando l’orologio - Perché non vieni a darmi una mano in cucina? Potremmo apparecchiare in giardino. Lo sai che da quando abbiamo potato la siepe si vede benissimo tutta l’area archeologica? Ti ho mai raccontato della Buca delle Fate? – continua, quasi senza riprendere fiato, e, con un gesto, mi sollecita a seguirla, in modo da continuare a chiacchierare e nel frattempo sbrigare i lavori in casa. Ha l’energia di una ragazza! Si vede che stanotte ha riposato bene, almeno lei!


"Clizia T. - Lo spessore dei sogni", di Daniela Darone

"Piazza Mino, Fiesole", foto di Daniela Darone

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