VIA DAL
QUARTIERE
-
Posso chiudere,
Clizia?
Rimango con lo
sguardo perso nel vuoto, ma faccio comunque cenno alla mamma di sì. Può
chiudere la porta. Stamani ce ne andiamo. Il camion dei traslochi è già qui
sotto. I nuovi inquilini sono conoscenti dei miei genitori, con un bimbo
piccolo appena nato: staranno bene qui.
Scendo lentamente per
le scale e appena apro il portone, dall’altro lato della strada, vedo Erina con
suo fratello e Massimo. Gli faccio un cenno e attraverso, andando loro incontro,
mentre il cuore mi va a mille. Speravo venissero, anche se ci eravamo già
salutati il giorno prima in piazza.
- E dai, smetti di fare quella faccia, Clizia! Mica vai in America! Ci vedremo lo stesso, no? – fa Erina per tirarmi su, e mi abbraccia forte da togliere il respiro.
- Uhm, certo –
mormoro, poco convinta – intanto quest’anno al mare non ci vedremo. Le nostre
vacanze sono saltate e addio Bagno Adriano!
- Me lo immaginavo.
Senza di te non sarà la stessa cosa. Mi mancherai. Dai, però non pensarci
adesso. Lo sai che forse a mio fratello il prossimo anno comprano lo scooter?
Sarà uno scherzo fare un salto da te a Fiesole! Basta mi faccia dare uno
strappo da lui. Vero Davide?
- Certo! Magari ci
portiamo dietro anche Massimo, se riesce a convincere i suoi a motorizzarlo! –
risponde lui, scostandosi il ciuffo e lanciandomi un’occhiata ridente.
Anche Massimo cerca
di consolarmi con un sorriso e una pacca sulla spalla. Restiamo tutti e quattro
senza dire niente, improvvisamente quasi in imbarazzo. Il babbo suona il
clacson per sollecitarmi ad andare e in quel momento passa una macchina che ci
costringe a dividerci, dato che stiamo ingombrando la carreggiata. Io e Davide
rimaniamo vicini, stretti per caso fra due motorini parcheggiati.
-
Certo che sarà un
peccato non vederti più in giro da queste parti, Clizia … proprio ora che
cominciavi a diventare un po’ carina - mi sussurra Davide, con una luce
sfrontata negli occhi.
In quel momento passa
Grazia in bicicletta e, riconoscendoci, ci scampanella allegramente per
salutarci. Poi tira avanti per la sua strada. La conosco poco, ma frequenta
anche lei la nostra compagnia, e poi dalle nostre parti è conosciuta da tutti
perché è bella. Prima che possa rispondere qualcosa di appropriato a Davide e prima
di aver realizzato di provare una morsa di gelosia per Grazia, il nostro
gruppetto si ricompone. Un ultimo abbraccio con Erina, un saluto ai due ragazzi
e attraverso la strada.
“Grazia stamani era
stupenda”, sento dire da Massimo. “Solo stamani? È la più bella di Santa Croce!”,
gli risponde Davide, ridendo. Ecco, non mancava che questo finale per rendermi
ancora più triste e gelosa. Se fossi rimasta qui, col tempo, chissà, magari mi
avrebbe notata, ma a che serve pensarci adesso? Salgo in macchina e quando
partiamo mi giro una sola volta a guardare quei tre. Quando la macchina sarà
sparita dalla loro vista torneranno alla solita vita. Forse per Erina sarà più
dura, ma non sono l’unica amica che ha! E poi ci sono le vacanze estive,
riuscirà a distrarsi. Ripenso con nostalgia a tutto il gruppo di amici del
Bagno Adriano. Avrei tanto voluto rivederli. Invece devo ricominciare tutto da
zero. Punto e a capo. Pagina bianca. A un tratto realizzo che non ho chiesto
ancora niente circa la nuova sistemazione che avremo a casa della nonna.
- Voi due dormirete in
quella che era la vostra camera prima di comprare la casa a Firenze?
- Sì, Clizia. Sarà
bello ritrovare la nostra stanza di allora: quanti ricordi! - risponde la
mamma. E per la prima volta, da giorni, un sorriso le schiarisce il viso. Si
vede che ripensa ai primi tempi di matrimonio: si gira a guardare il babbo con
gli occhi luminosi, mentre lui è intento a guidare nel traffico dei viali, e
gli fa una carezza sulla nuca.
-
Allora io dormirò
nella stanza degli ospiti?
- No, tesoro. Per il
momento dormirai in camera con la nonna, perché la stanza degli ospiti è
occupata: la nonna qualche tempo fa l’ha affittata ad un ragazzo.
-
Chi si è messa in
casa la nonna?
- Oh, è un ragazzo
tedesco molto carino, ma un po’ particolare: pare che abbia lasciato tutto per fare
il giocoliere. Si fa chiamare Cipolla come nome d’arte! Ci pensi? – conclude la
mamma, scoppiando a ridere. Anche il babbo si unisce alla risata e per un
attimo il mio cuore sobbalza di contentezza, perché se li vedo ridere vuol dire
che non siamo poi in condizioni così disperate, no? Però subito dopo ripenso al
fatto della camera e mica mi va giù di non avere più nemmeno un microscopico
posto tutto per me! E poi come sarà questo tipo?
-
Beh, potevate anche
dirmelo prima! – sbotto.
-
Abbi pazienza, Clizia
- risponde il babbo, dopo un sospiro – perché per ora non ti godi il panorama?
È una così bella giornata oggi! – continua, mentre imbocchiamo Via San
Domenico, diretti verso le colline.
- Staremo a Fiesole
tutta l’estate? Voglio dire – mi affretto a specificare – non è che magari
andremo qualche giorno in Versilia? Lo so che non abbiamo fissato niente, però
…
- Quest’anno niente
vacanze, Clizia. Mi dispiace. Però Fiesole è bellissima e per te sarà come
essere in vacanza. Vedrai che troveremo il modo di divertirci lo stesso. E poi
ci sono le sorelle Felicità: puoi fare amicizia con loro!
-
Uhm … - mugugno – e
chi sarebbero?
- Lo scoprirai! Un po’
di suspense non ti farà male! – conclude la mamma, strizzandomi un occhio.
Stamani ha lo sguardo
luminoso di sempre, ma la ruga che divide le due sopracciglia sembra più
marcata. L’unica cosa che posso fare adesso è cercare di non creare problemi.
Così pensando mi volto verso il finestrino e cerco di imprimermi bene negli
occhi il magnifico verde delle colline, gli uliveti, le coloniche, che mentre
passiamo ci regalano attimi fugaci di vita domestica.
Continua ...
"Clizia T. - Lo spessore dei sogni", di Daniela Darone
"Strada di Firenze, particolare", foto di Daniela Darone
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