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lunedì 20 gennaio 2025

"Clizia T. - Lo spessore dei sogni" - Quattordicesimo capitolo

 


UN INVITO IMPREVISTO


La piazza era inondata di sole e invasa dalla solita folla. Il babbo ci aspettava in un angolo, con le quattro frecce accese. Ci è venuto incontro sorridendo.

- Eccole qui le vacanziere! – ha detto in tono ciarliero, e a vederlo così allegro nel mio cuore si è accesa una speranza. Chissà se quel famoso colloquio era andato bene …

- Ti trovo bene, Pietro – ha detto la nonna, fermandosi a scrutarlo e prendendolo sottobraccio.

- Qualche novità, babbo? – ho chiesto io, trotterellandogli accanto.

- Novità? No, nessuna … ma vedrai che a breve qualcosa si muoverà, ne sono sicuro – si è affrettato ad aggiungere, notando la mia espressione delusa.

- E la mamma? Perché non è venuta?

- È rimasta a casa a preparare il suo tiramisù mondiale.

- Oh, che carina! Per festeggiare il nostro ritorno?

- Beh, non prendetevela, ma non lo sta facendo per voi! Vuole portarlo alla festa di stasera dalle sorelle Felicità! E tu, Clizia, sei stata invitata alla festa! Sorpresona, eh?

Sono rimasta a guardarlo corrugando la fronte.

- Io? Dalle sorelle felicità? No. È escluso, non ci vado. Non le conosco, quindi perché mi hanno invitato? E poi, da sola?

- La nonna ha incontrato la loro mamma, si sono messe a chiacchierare e così la signora Patrizia ha detto che stasera davano una piccola festa per festeggiare il ritorno dalle ferie e rivedere un po’ di amici. Così, sapendo che siamo andati ad abitare a Fiesole, ha pensato molto gentilmente di invitare anche noi.

- Quindi andiamo tutti?

- No, solo tu, la mamma e Therese.

- Oh mon Dieu, non so cosa darei per andarci, ma sono davvero stanca e ho bisogno di riposare un po’. Un’altra notte di bagordi è impossibile da reggere, alla mia età.

- Bagordi? Dove hai portato la mia piccola Clizia? – chiede il babbo, fingendo di essere preoccupato.

- Oh, ci siamo divertite mio caro, mica penserai che siamo andate a nanna con le galline?

- Ma tu, babbo, perché non vieni con noi? – chiedo, mettendo fine alla loro finta schermaglia.

- Stasera devo vedere un amico. Vuole presentarmi un tizio che ha una ditta a Empoli. Può essere che abbia bisogno di un perito tessile … beh, non è niente di sicuro, però non si sa mai.

Dallo specchietto retrovisore gli vedo negli occhi una scheggia di speranza che galleggia e fa capolino in un mare d’incertezza. Speriamo bene, penso fra me e me. Di queste false speranze al babbo ne sono capitate più di una volta e poi, per una ragione o per l’altra, è andato tutto a monte. La crisi ormai ha davvero investito tutti e quasi nessuno nuota nell’oro. Anche cercare un’alternativa è diventato un terno al lotto. Se prima il telegiornale faceva da sottofondo alle nostre chiacchiere e risate, da qualche mese a questa parte di solito vediamo tre telegiornali a pranzo ed altrettanti a cena. Antenne ritte a captare qualsiasi tipo di segnale. Perfino io adesso ascolto con interesse, anche se quando parlano di economia sembra che parlino un’altra lingua. Vorrei solo che tutto tornasse come prima. Vorrei essere ancora così piccola da non capire le notizie dei giornalisti, non saper leggere i titoli dei quotidiani, non origliare i discorsi dei miei genitori quando pensano che io non possa sentire … Erina mi ha detto che anche il babbo di Francesca, una nostra compagna di classe, ha perso il lavoro. Qualcuno dice che quello che stiamo vivendo oggi non è che la punta di un iceberg, e allora io per associazione penso al Titanic e mi sento un gran rimescolio dentro. Voglio solo avere tredici anni, e non pensieri più grandi di me che non so come gestire.

Quando finalmente entriamo in casa, che è inondata da un profumo delizioso, la nonna Annalena mi stritola in uno dei suoi abbracci da “è un po’ di giorni che non ti vedo”. Mi lascio strapazzare, godendomela un mondo. Mi piace essere coccolata!

- Cos’è quest’odorino? – chiedo, fiutando come un segugio e dirigendomi in cucina.

- Ta-daaa! – esclama la mamma, mentre mi sorride con un guantone da forno in mano - torta di mele! Sfornata ora ora dalla famosa pasticcera Giorgia. Vieni a farti dare un mega bacio pezzettina … che bel colore che hai preso al mare!

- Davvero mamma?! Veramente pensavo che …

- Hai preso una splendida tintarella lunare! – risponde, cominciando a ridere di gusto – “in bianca vesta con purpureo lembo, si gira Clizia pallidetta al sole” … Pietro, hai fatto presto a trovarle alla stazione dei pullman?

- Oh, le ho viste subito! Erano le più bianche di tutte! Quasi luminescenti! – rincara la dose il babbo, non soddisfatto nemmeno della citazione di Poliziano della mamma! Faccio finta di arrabbiarmi e cerco di avventarmi sulla torta, ma la mamma mi scaccia con un gesto della mano.

- Ferma là, Clizia! Non puoi mangiarla!

- Perché no?

- I dolci sono per stasera. Ti hanno già detto della festa dalle sorelle Felicità?

- Oh, quello …

- Oh, quello? Sì, proprio così, stasera andiamo da loro.

- Io veramente non ne ho voglia. Non le conosco e poi ci sarà un sacco di gente e mi sentirò in imbarazzo … e poi solo io e te …

- Magari viene anche Therese, no? – chiede la mamma.

- Oh no, cara, io mi arrendo alla mia età. Sono esausta!

- Capisco, non preoccuparti. - La mamma tira un gran sospirone, con la bocca a papera - Stasera. Io e te, Clizia. Ci divertiremo. Lo prometto. Ora riposati, disfai la valigia, doccia, e poi preparazione per essere la più deliziosa Clizia della storia. Che inizino le grandi manovre! La nonna Annalena ti aiuterà – conclude, senza ammettere altre repliche.

- Almeno ci fosse stato lo zio … o magari Cipolla …

- Cipolla è a un festival di giocoleria in Umbria e poi andrà in Germania a trovare la sua famiglia. Lo zio invece ha telefonato: ti saluta. È da qualche parte vicino a Innsbruck. Sembra si stiano divertendo, con quel camper scarcassato … che matti! A proposito, ti ho stampato una mail che ci ha scritto. È in camera tua.

- In camera nostra, vorrai dire – replico, accennando con la testa a nonna Annalena.

- Non fare la precisetta, Clizia! – risponde la mamma. 

Beh, almeno sembra su di morale. Sarà perché le è riuscita la torta di mele? La mamma di solito fa sempre e solo il tiramisù, perché ormai ha il pilota automatico, come dice lei, e può farlo anche ad occhi chiusi. Sfido io! È praticamente l’unico dolce che sa fare. In cucina la mamma ha imparato a fare le sue ricette di sussistenza e si giostra con quelle, compresi i sughi pronti in barattolo! L’anno scorso in verità d’estate aveva aggiunto una variante: il suo nuovo piatto era un ottimo prosciutto e melone! Beh, almeno da quando siamo dalla nonna mangiamo più vario!


Continua ...




"Clizia T. - Lo spessore dei sogni", di Daniela Darone

Foto di fountain Pen su Unsplash

martedì 7 gennaio 2025

"Clizia T. - Lo spessore dei sogni" - Tredicesimo capitolo

 



TEMPO DI RIPARTIRE



Il giorno dopo ce la siamo presa comoda e siamo arrivate in spiaggia con calma. Strano, ma la litigata con Cinzia mi sembrava già lontanissima e, malgrado lei fosse come al solito nel gruppo, ci siamo limitate ad ignorarci per tutto il tempo. 

Erina ha raccontato agli altri della nostra gita, sperticandosi su quanto ci eravamo divertite e Walter ci ha fatto vedere sul cellulare le foto che avevano scattato in barca. Così finalmente ho visto questo Fabio e devo ammettere che è davvero carino! Come al solito, comunque, lui non era in spiaggia, dato che aveva fissato con i suoi amici per andare in bicicletta. Ha una vera fissazione! O Erina si appassiona alla bicicletta oppure mi sa che lo vede solo di lontano! 

Il resto del pomeriggio è passato fra le ultime nuotate e la novità di Danilo, che ha portato in spiaggia la chitarra. È stato un bel modo per concludere la mia breve vacanza. Ci siamo seduti tutti in cerchio sulla terrazza dello stabilimento e mentre lui suonava abbiamo cantato vari pezzi, sbirciando dal “Canzoniere” quando non sapevamo le parole. Mi sentivo un po’ come in quei film che danno in televisione sui ragazzi degli anni Sessanta: vento tra i capelli, sguardi furtivi fra ragazzi e ragazze, un po’ di malinconia per la partenza imminente. 

Alle sette ho visto dall’alto il cappellone di paglia della nonna. Aveva il volto rivolto alla terrazza e mi faceva cenno di andare. Ho abbracciato Erina e tutti gli altri e ci siamo scambiati le solite raccomandazioni di sentirci, messaggiarci e non far passare un altro anno senza farci vivi. Anche Loretta mi ha abbracciata, con un po’ di imbarazzo, mentre Cinzia se ne stava in disparte, in attesa andassi via. Davide mi ha scompigliato i capelli.

- Ciao Clizia T. – mi ha detto, mentre io annegavo nei suoi occhi. Erano, come al solito, sorridenti, sfrontati, ma anche distaccati e un po’ fraterni, mannaggia a lui. Ho sceso svelta le scale della terrazza, cercando di trattenere le lacrime e ho raggiunto la nonna a corsa, piazzandomi gli occhiali da sole sul naso.

- È ora di andare, praline.

- Già – ho risposto, cercando di dare al mio tono qualcosa di leggero e riordinando le mie cose nello zainetto.

- Pizza o pesce stasera?

- E se andassimo a un etnico? O qualcosa di veloce, stile fast food, schifezze che ammazzano il fegato?

- Decidi tu, chérie, quello che preferisci.

Poi mi ha preso sottobraccio, mentre ci avviavamo lungo la passerella.

– Dopo aver cenato potremmo fare un salto in quella bella libreria sul lungomare: mi piacerebbe regalarti un libro. Poi, mentre torniamo alla pensione, ci fermiamo a vedere i pittori che dipingono le marine, cosa ne dici? Ma poi filiamo subito a letto! Dobbiamo essere riposate per domani. Chissà, qualcosa di bello potrebbe capitarci e dobbiamo essere pronte a coglierlo! Ah. e quelle sorelle felicità? Saranno tornate dalle loro vacanze? È una bella avventura anche tornare a casa, quest’anno. Devi esplorare il posto in cui vivi, calarti in una nuova realtà, conoscere gente nuova … sapessi come ti invidio! – ha concluso la nonna, con gli occhi che le brillavano.

- Mi invidi? Sei la persona più girovaga che abbia mai conosciuto!

- Oh sì, ma ormai sono ferma da un po’ e comincio ad annoiarmi. Ho bisogno di respirare aria di novità, di tanto in tanto.

- E quel signore, cosa ne pensa?

- Uh, se non avessi conosciuto lui, avrei già avuto la valigia in mano! Ecco qual è il problema con i sentimenti: ti legano a persone, luoghi, abitudini. Bisogna esser pronti per farsi intrappolare, altro che! – conclude, arrotolando un fascio di erre irresistibili.

- Beh nonna, non è che tu sia proprio una bambina …

- Oh, io no di certo, ma tu sì, praline.


Il giorno dopo siamo risalite sul pullman e la nonna è risvenuta nel suo solito sonno da viaggio. Io mi sono immersa nel libro comprato il giorno prima con la nonna, facendo rapide interruzioni per leggere i messaggi di Erina e degli altri. Poi ho chiuso il libro e mi sono limitata a guardare fuori, cercando di vedere tutto come un film, senza pensare a niente. Eppure non ci riuscivo: le mie vacanze erano finite e dal momento in cui avessi rimesso piede a Fiesole sarebbe iniziata la vera vita, quella di tutti i giorni, dove sarei tornata a scuola, avrei di nuovo visto la mamma e il babbo arrabattarsi con i curriculum da inviare e i colloqui di lavoro, i preparativi per fare una buona impressione , la ruga pensierosa fra gli occhi della mamma, i sospiri dopo i silenzi, il punto interrogativo gigante che mi stava sempre accanto e che avrei voluto spazzare via con la scopa di saggina che la nonna Annalena usava per il giardino.

Continua ...




"Clizia T. - Lo spessore dei sogni", di Daniela Darone

"On the road", foto di Daniela Darone