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mercoledì 17 marzo 2021

Pam & Mel Pa🍎nia

 

1 luglio 1986, martedì

Cara Melania,

stasera sono uscita con Stella, Carolina, Elena, Francesca, Monica e sua sorella (che non ricordo mai come si chiama), Vania, Tamara e Stefania. Eravamo dieci! Siamo passate davanti alla compagnia e Flavio ha detto “Guarda che belle ragazze!”, al che sono riuscita a scoccargli un sorrisone. Ci siamo sedute su una panchina vicina a tutti i motorini parcheggiati e abbiamo cominciato a chiacchierare. Samuele si divertiva a strappare l’erba e lanciarcela addosso, così dopo un po’ mi sono scocciata e sono andata verso la fontana a scuotermi i vestiti e bagnarmi i capelli: faceva un caldo! Quando sono tornata, Alessio mi ha detto che ero carina con tutti i capelli bagnati tirati all’indietro. Flavio, seduto sulla sua Vespa, mi guardava di sottecchi. Poi è venuto verso la panchina e si è messo a sedere accanto a me, come per caso. Sarei morta, ti giuro! Solo che poi si è acceso una sigaretta (lo sai quanto mi dà noia! Quasi sempre cominciano a bruciarmi gli occhi) e allora gli ho chiesto perché aveva cominciato a fumare. Sembra uno sport nazionale! Nella compagnia parecchi ragazzi fumano e orami tutti sanno che io invece sostengo la “campagna antifumo”. Alessio, quando gli dico che fumare gli fa male, la spenge quasi sempre, per farmi contenta. Flavio invece ha alzato le spalle e ha risposto “Fumo perché mi piace. E comunque non mi convincerai a spengerla …”. Beh, l’ho abbozzata, mi sembrava inutile andare avanti a fare la paladina … però a chi la vuole dare a bere? Nessuno fuma perché gli è piaciuto fin dal primo tiro! Vania mi ha raccontato che la prima volta fa schifo a tutti e ti viene una gran tosse, quindi … lo fanno solo per darsi un tono! Comunque è rimasto accanto a me e poi a un certo punto si è sdraiato sulla panchina e ha poggiato la testa sulle mie gambe! A me sembrava di essere diventata una statua di marmo, mi batteva forte il cuore e cercavo di trovare qualcosa da dire, ma non mi veniva in mente nulla! Sarà perché non ci conosciamo bene e quindi non so cosa gli piace, se gioca a calcio, cosa gli interessa. Così siamo rimasti lì senza parlare. È veramente tenero, con i suoi occhi marroni così dolci, ma la cosa che più adoro di lui è il suo carattere: non fa sempre il buffone, a volte resta con lo sguardo perso nel vuoto, in silenzio … chissà a cosa pensa? Se non ci mettiamo insieme credo che morirò!

Per fortuna, mentre ancora mi scervellavo su una domanda interessante da fargli, Stella ci ha detto che il 9 luglio ci sarà il concerto di Eros Ramazzotti a Firenze. Abbiamo fissato sotto lo Stadio: pensiamo di entrare gratis come al solito, verso la fine del concerto, quando aprono i cancelli. Per il resto ce lo sentiremo da fuori: in fondo non è male stare lì tutti insieme a chiacchierare, cantare e ballare. Speriamo venga anche Flavio, anche se non si è sbilanciato. Potrei cantargli a squarciagola “Adesso tu”, cosa ne dici? Un po’ troppo diretto come messaggio?

Questo pomeriggio sul tardi io e Stella abbiamo fatto anche un po’ di “lezioni di guida”. Mauro ci ha fatto provare a guidare la sua Vespa nel parcheggio vicino alla piscina. All’inizio eravamo un po’ imbranate, perché dovevamo capire come cambiare le marce, ma poi siamo migliorate. So che abbiamo fatto una cosa “proibita”, ma siamo andate molto piano, restando sempre nel parcheggio.  

Stasera fra gli altri c’era anche Leonardo. Ho chiacchierato un bel po’ con lui. Spesso vedo che mi osserva e quando oggi stavo per andare via mi ha accompagnata per un pezzo di strada e mi ha regalato una sua fotografia, che teneva nel portafoglio. Fosse successo quando andavamo alle medie sarei stata al settimo cielo! Ma non c’è stato fra noi un gran tempismo, mi sembra. Forse adesso gli interesso, ma io ho la testa altrove! Non solo su Flavio, ma anche su me stessa. Questa estate vorrei imparare a essere più sicura di me e vincere alcune mie paure. A proposito! Sai che sabato in piscina finalmente ho vinto il panico e mi sono tuffata dal trampolino dei tre metri con Alessio? Per farmi coraggio mi ha proposto di buttarci insieme, mano nella mano. Avevo una fifa! Quando finalmente sono riuscita a staccarmi dalla pedana, mentre ero ancora in aria, prima di finire in acqua, ho sentito una bella sensazione di felicità e liberazione! Dopo una bella nuotata siamo stati a prendere il sole e a fare il gioco della verità tutti insieme. È venuto fuori che piaccio sia ad Alessio che a Samuele. Alessio era super imbarazzato ed è diventato di tutti i colori, mentre Samuele era a suo agio. Alessio infatti, pensando di mettere in difficoltà Samuele, gli ha chiesto se anche a lui piacevo e Samu, tranquillissimo, ha risposto di sì. È proprio vero che quando uno è sicuro di sé tutto è più semplice! Giorni fa ero a casa di Tamara e guardavamo la palette dei colori che usa il suo babbo per lavoro (fa l’imbianchino): cercavamo di stabilire l’esatto colore di occhi di Samuele. Alla fine abbiamo deciso che sono un mix di verde mirto e verde cinabro (non quel verde chiaro chiaro “pallidino” da alieno … a proposito di alieni, ne hai incontrato qualcuno lì dove sei ora?). Ora, se a questo pazzesco colore di occhi aggiungi i capelli biondi e le fossette quando ride … secondo te può essere un ragazzo insicuro? Ma poi: sarà sicuro di sé perché è bello, o sembra bello perché è sicuro di sé? Anche Alessio comunque è carino, ma più “normale”.

La bellezza comunque è misteriosa … ricordi le lezioni di arte della prof. Loffredi? Secondo te è vero quanto sosteneva il Canone di Policleto? Che la bellezza e la perfezione risultano da una sapiente combinazione di misure? Il suo Doriforo era un modello di perfezione fisica, che dimostrava che la bellezza consiste nell’armonica proporzione delle parti del corpo. O la bellezza per te sono le modelle che vedi sui giornalini o su Postalmarket? Ti ricordi quando mio cugino perse la testa per il Postalmarket Autunno-Inverno 1981-1982 con Clio Goldsmith? La mia mamma ancora si chiede che fine abbia fatto quel catalogo! Il furto del Catalogo Primavera Estate 83 con Gloria Guida invece gli andò a vuoto! Ancora rido come una matta quando ci penso! Mah, comunque la bellezza (meglio, il fascino) rimane un enigma irrisolto. L’altro giorno ero a casa di Vania. Lei stava finendo di fare un disegno (fa il liceo artistico, è bravissima): doveva copiare “Le tre grazie” di Rubens. Io non avevo mai visto quel quadro e ci sono rimasta di sasso. Avevo in mente le tre Grazie raffigurate nella Primavera di Botticelli e immaginavo quindi di vedere tre ragazze sinuose. Invece Vania mi ha mostrato un’immagine con tre ragazze grassottelle e muscolose, dalla pelle diafana! “Rubens amava le donne in carne: è il gusto dell’epoca!” ha detto lei, ridendo. Ti dirò Melania, guardandole, danno l’idea di essere vere, libere, forti e sicure. Si piacciono. Forse è questo il segreto per essere sicuri di se stessi e apparire belli: piacersi.  

Ti attacco qui in fondo alla lettera l’immagine delle Tre Grazie di Rubens che mi ha regalato Vania.


Che il fascino sia con te amica mia! Baci, Pamela    
Pa🍎nia

 

P.S. cambiare indirizzo di scuola? Secondo me è molto rischioso! Se poi non ti trovi bene? Io resterei a ragioneria …

P.S. 2 È vero che Samuele ha detto che gli piaccio, ma intanto sembra si sia messo con una ragazza di nome Mabel. Non è della compagnia e non la conosciamo, ma dal nome dà l’idea di essere super carina! Quindi sì, magari gli piaccio, ma non come piaccio ad Alessio: Alessio ha coinvolto il cuore, Samuele solo gli occhi.

P.S. 3 E comunque, per quanto possa sembrare strano, piacere a Samuele mi lusinga, ma non mi “emoziona”. È solo un amico simpatico e carino, niente di più.

P.S. 4 A proposito di quello che mi hai scritto … internet, i cellulari, Chernobyl!!! Sinceramente un po’ mi inquieti … credo che aspetterò con pazienza che tutto questo arrivi. Ma tu come fai ad abituarti a tutto così in fretta? Io non so se ce la farei! 


Pam & Mel, di Daniela Darone

giovedì 11 febbraio 2021

Pam & Mel Pa🍎nia

 

11 febbraio xxxx 

Cara Pam,

scusa se non ti ho scritto per tutto questo tempo, ma qui i giorni passano a un ritmo vertiginoso. Onestamente la mia vecchia vita mi pareva che scorresse più lentamente: un anno mi è sempre sembrato eterno. Qui sembra invece che i giorni mi scappino di mano. È tutto accelerato.

In questo periodo sto pianificando di partecipare a diversi “open days” per decidere quale scuola frequenterò. Ti chiederai cosa siano: nient’altro che delle giornate nelle quali le scuole aprono le loro porte a chi, potenzialmente, potrebbe decidere di iscriversi per il successivo anno scolastico. In realtà, come dice Adele (è la ragazza con cui giocai a ping pong il 31 dicembre), è un giorno nel quale la scuola si presenta mostrando solo il suo lato migliore. All’inizio parlano il/la preside (ora si chiama Dirigente scolastico) e alcuni professori, che presentano la scuola e illustrano i programmi dell’istituto. Poi fanno visitare le aule, la palestra e la biblioteca e si può assistere a delle lezioni. Lei però sostiene che l’idea che ti fai all’open day non è realistica! Perché, come al primo appuntamento, nessuno mostra i difetti e i lati deboli. Il peggio è che di solito vengono coinvolti nell’organizzazione anche gli alunni che già studiano lì, che, non si sa come mai, sono sempre entusiasti della scelta fatta, non studiano più di tanto ma comunque vanno bene (!), hanno tutti professori fantastici. È chiaro che lo studente che partecipa all’open day per “pubblicizzare” la sua scuola non sarà certo quello che va male, però un po’ di sana onestà non guasterebbe … perché non far partecipare anche quelli “normali” o che fanno fatica? Adele dice che bisognerebbe parlare con gli studenti e inchiodarli con delle domande precise del tipo “qual è la cosa peggiore di questa scuola?” oppure “quale materia ti fanno odiare in questo istituto?”. Lei è qui da più tempo di me ed è la figlia di un professore. Ho avuto la fortuna di andare a cena da loro qualche sera fa e abbiamo fatto un’interessante chiacchierata sulla scuola. Magari te ne parlerò la prossima volta che ti scriverò.

Qui comunque non funziona più come da te: entro l’inizio del terzo anno di superiori puoi cambiare indirizzo di scuola senza perdere gli anni fatti. Devi solo dare, a inizio anno scolastico, un esame integrativo sulle materie che non hai studiato gli anni precedenti (le tipiche materie di indirizzo), per dimostrare che ti sei messo in pari. Qui il nostro “vecchio” Istituto tecnico commerciale non esiste più: adesso si chiama “Amministrazione, finanza e marketing” (suona molto più affascinante, no?) e certe materie tipo stenografia e dattilografia non le fanno più (ci credi che ho iniziato a scrivere un diario in stenografia? Almeno col Meschini posso scrivere liberamente senza preoccuparmi che i miei possano andare a sbirciare!). Il babbo e la mamma hanno insistito perché mi guardassi intorno e cercassi di valutare le scuole disponibili. Niente mi impedisce di continuare lo stesso indirizzo (anche se devo recuperare qualche materia che da noi si iniziava in terza e qui iniziano dal primo anno, come diritto ed economia per esempio), ma la mamma dice che posso prendere anche in considerazione l’idea di cambiare. Magari fare un liceo. Io ho le idee molto confuse e mi sono iscritta a un programma di orientamento organizzato al Campo Base: è prevista la frequenza di “giornate tipo”, si può partecipare a lezioni di varie materie, assistendo a spiegazioni e interrogazioni.

Sono un po’ terrorizzata, perché molte scuole sono fuori dal Campo Base e non possiamo dire a nessuno del programma speciale di cui facciamo parte. Se frequenterò una delle scuole fuori dal Campo Base dovrò  fare finta di essere parte della Generazione Z (chiamano così chi è nato fra la fine degli anni '90 e il 2010) … non so se mi riuscirà, perché sono cambiate tantissime cose, proprio nel modo di vivere e negli oggetti quotidiani …. Non so nemmeno da dove cominciare per spiegarti, ma bisognerà pure che inizi da qualche parte. Quindi ecco la prima rivelazione: quasi tutti (a parte i bambini piccoli) hanno il cellulare. Cos’è? Un piccolo telefono portatile, grande un po’ meno di un walkman, ma molto più leggero e sottile. In ogni momento puoi essere rintracciata (ti confesso che a me mette ansia. I primi giorni che ce l’avevo lo tenevo sempre spento!). Non solo, questo cellulare serve anche per fare fotografie, ascoltare la musica, vedere film, sapere che ore sono, mettere delle sveglie e degli avvisi, ricevere le e-mail (tipo delle lettere, ma non scritte su carta e impostate!), consultare il calendario (non solo dell’anno in corso, ma anche quelli futuri e quelli degli anni passati), sapere quale strada fare per arrivare in un posto, consultare internet … usare i social network … oddio, come farò per spiegarti tutto? Internet per esempio, è una rete di comunicazione fra computer, con la quale si può accedere a una valanga di informazioni e servizi. 

30 aprile 1986, tieni a mente questa data: ai tuoi “contemporanei” passerà forse inosservata (purtroppo in quei giorni sarete incollati alla televisione per seguire le notizie su un’esplosione nucleare a Chernobyl), ma non sai quanto la vostra vita ne sarà rivoluzionata! Quel giorno un team di ricercatori dell’università di Pisa si metterà in contatto con la stazione satellitare di Roaring Creek (in Pennsylvania) tramite il Butterfly Gateway (un enorme computer). Nel 1991 nascerà il world wide web (www), che renderà internet accessibile a tutti, e qualche anno più tardi “Arianna” sarà il primo motore di ricerca del nostro paese. Da lì in poi internet diventerà sempre più importante, e nasceranno col tempo anche i social, “muretti” virtuali dove incontrare gli amici. Ma, nonostante tutto, ancora oggi non tutte le famiglie hanno internet, per diverse motivazioni: economiche, generazionali, culturali … per alcuni versi poi è come se la tecnologia ci si fosse rivoltata contro: oggi se non sei connesso sei tagliato fuori: iscrizione a scuola, richieste di documenti, lavoro, cultura, acquisti, musica … quasi tutto viaggia su quel www, per la disperazione degli anziani!

Immagino che sarai stravolta da tutto quello che ti ho scritto. Forse ho addirittura esagerato e ho rivelato troppo. Mi raccomando: non raccontare a nessuno ciò che ti dico del futuro, perché saresti presa per una fuori di testa.

Ti mando un grande abbraccio. Cosa faccio per la scuola? Dammi un consiglio!

Mel  


P.S. L’altro giorno sono rimasta folgorata davanti alla vetrina di un negozio! Non sembra un tipico vestito dei nostri anni '80? 😃



"Pam & Mel", di Daniela Darone

sabato 23 gennaio 2021

Pam & Mel Pa🍎nia

 

28 giugno 1986

Cara Melania,

purtroppo non ho ancora ricevuto la tua lettera di risposta, ma oggi rientrando a casa ho incontrato tua zia per le scale (sai che non prendo mai l’ascensore!) e mi ha detto di avere pazienza, perché purtroppo le comunicazioni non sono tanto facili.

Ti scrivo per aggiornarti sulle ultime cose successe qui.

Oggi pensavo che sarei rimasta a casa, invece all’ultimo mi ha chiamata Francesca e sono uscita con lei. Purtroppo la grande amicizia che ci ha unite alle medie si è un po’ sfaldata: forse frequentando due scuole diverse dovevo aspettarmelo. E poi lei è diventata cupa e nervosa durante questo primo anno di superiori e mi sembra di aver capito anche che abbia litigato con Ylenia, la sua amica “storica” (probabilmente c’è stata un po’ di rivalità scolastica, perché sembra che Ylenia sia bravissima, ma a detta di Francy “sicuramente sopravvalutata” …). Francesca comunque è stata rimandata a settembre, ma ha già deciso che non si presenterà agli esami e ripeterà l’anno.

Anche io purtroppo esco malconcia da questo primo anno di superiori: quattro materie a settembre! Sembra un’impresa disperata in realtà: matematica, fisica, scienze e geografia economica. Per matematica prenderò qualche ripetizione, mentre le altre materie le studierò per conto mio. Il dubbio di aver sbagliato indirizzo in effetti mi è venuto … però ormai ho intrapreso questa strada e cercherò di percorrerla!

Comunque questo pomeriggio con Francesca è stato noiosissimo! D’altra parte l’alternativa era rimanere a casa, dato che le altre erano andate tutte in piscina (io stamani ero a ripetizione e non potevo andare con loro). Per fortuna verso le sei abbiamo incontrato Alessio, che stava andando alla “nostra” panchina, dove si ritrova sempre la compagnia. Gli ho chiesto se mi aveva portato il disco degli a-ha (tutte le volte che li nomino penso ai pomeriggi passati con te a cantare le loro canzoni e a decidere se era meglio Morten o Mags!) ma se ne era dimenticato. Però per rimediare mi ha detto che potevamo andare a prenderlo. Francy doveva tornare a casa e allora Alessio, per fare prima, visto che era a piedi, si è fatto prestare la Vespa da Mauro e siamo andati a casa sua per prendere il disco. Quando siamo arrivati non c’era nessuno e così Alessio mi ha fatto fare il giro della casa, mi ha fatto vedere tutti i profumi della sua mamma e la sua collezione di dischi. Dopo un po’ è arrivata la mamma di Ale, che si è messa subito a cucinare, ma al contempo era incuriosita dalla mia presenza e si è divertita a chiacchierare con me. È molto simpatica e credo di esserle piaciuta, perché quando Alessio mi ha invitata a restare a cena da loro, vedevo che annuiva soddisfatta. A cena doveva arrivare anche Samuele e infatti, dopo poco, abbiamo sentito il campanello. È arrivato su con una faccia stravolta. Quando ha visto che c’ero io ha cercato di trattenersi, ma poi si è messo a piangere come un bambino e ci ha raccontato che era morto il suo cane. “Chi si immaginava che mi fossi affezionato così tanto a quel pulcioso”, diceva di tanto in tanto, e in quella parola non proprio gentile, pronunciata però in quel modo, si sentiva l’immenso affetto di Samuele per quella povera bestiola. La mamma di Alessio per consolarlo gli ha suggerito di prendere un altro cane, ma lui ha detto che non ci pensava proprio, perché non voleva più soffrire così. Mi è dispiaciuto andare via, ma non potevo proprio rimanere. I miei genitori non hanno mai incontrato Alessio e non vogliono che vada a casa di gente che non conoscono (specialmente se si tratta di ragazzi). In sostanza, ho violato un divieto, quindi figurati se potevo telefonare a casa e dire che non tornavo a cena!

Mentre tornavo a casa ho incontrato Mauro che andava da Alessio a recuperare la sua Vespa … “Meno male che dovevate tornare subito! La prossima volta col cavolo che gliela presto! Quando è con te non si ricorda più nulla!”. Sono scoppiata a ridere! In effetti ci eravamo completamente dimenticati che Mauro ci aspettava ai giardini! Poverino!!!

Dopo cena Stella mi ha telefonato per dirmi che ieri l’altro, al concerto di Baglioni (io non c’ero purtroppo … dice che è stato da brividi: solo la sua voce magnifica, accompagnata dalla tastiera e dalla chitarra) Alessio è stato un monte a parlarle di me, tanto che a un certo punto Stella si è incavolata e gli ha detto di stare un po’ zitto, perché era andata lì per sentire Baglioni, mica lui! Prima di decidersi a tacere, le ha detto che se trova il coraggio mi chiederà di metterci insieme. Io spero che non mi chieda nulla, perché non saprei cosa rispondergli. Non è che non mi piaccia, ma Flavio mi piace di più e poi giorni fa ho conosciuto in piscina un ragazzo (Davide) molto carino, che mi ha regalato il suo portachiavi gommoso dove ha scritto il suo numero di telefono … e poi tutte le volte che incontro Samuele mi dice “ciao bellissima” e insomma … ora che sto diventando carina voglio solo godermi questa improvvisa popolarità senza avere un ragazzo. Per ora solo amici, finché il cuore non mi dirà chi mi piace veramente!

Adesso ti saluto perché devo immergermi fra i libri: stasera ho programmato un ripasso di geografia economica e poi voglio registrare il disco su una cassetta, così me lo posso ascoltare con il walkman al volume che mi pare!  

Ti mando un bacione enorme, Pamela     Pa🍎nia

Ti attacco qui l’adesivo che ho trovato su Cioè!


Live to tell è prima nella Top ten!












"Pam & Mel", di Daniela Darone

domenica 3 gennaio 2021

Pam & Mel

 




31 Dicembre ----, giovedì – 1 Gennaio ----, venerdì

Cara Pamela,

ti scrivo “a cavallo” dei due giorni che sopporto meno in assoluto di tutto l’anno. Lo sai che il giorno dell’ultimo dell’anno mi deprime e il primo dell’anno mi innervosisce. Tutta quest’ansia di doversi divertire per forza e tutte le aspettative per iniziare bene il nuovo anno sono stressanti. Anche se quest’anno è tutto diverso. In effetti, da quando ci siamo trasferiti qui, vivo ogni giorno con un senso di irrealtà e confusione: tutto mi sembra strano, a tratti entusiasmante, a tratti deprimente. La cosa peggiore, che i miei non mi avevano spiegato bene, è che difficilmente potrò tornare. O meglio, un eventuale, possibile ritorno è contemplato, ma si tratta di una decisione definitiva: o restare qui per sempre o tornare indietro, senza possibilità di ripensamento. Sembra che ancora questi sistemi di trasferimento non siano stati messi a punto in modo ottimale e non sia possibile andare e venire come prendere un autobus! A parte gli enormi costi che ci sono dietro a questi viaggi, il nostro corpo ha dei limiti e nessun essere umano sarebbe in grado di compiere più di una volta questa esperienza. Insomma, siamo agli albori di tutto e siamo ancora lontani dalla perfezione (come vedi dalla data della mia lettera, durante il trasferimento, c’è stata anche una “contrazione” del tempo, perché da noi è dicembre, mentre da te è già giugno).

Da quando siamo arrivati qui viviamo in quello che chiamano “Campo base”: una sorta di “riserva” dove noi neofiti veniamo gradualmente informati sugli sviluppi della tecnologia. Sarebbe impensabile catapultarci nella realtà quotidiana: sembreremmo degli alieni. Inoltre devo colmare più di trent’anni di eventi di storia moderna e per questo seguiamo dei corsi ogni giorno che ci informano di quanto è accaduto (beh, è comunque più interessante dell’ennesima lezione sugli uomini primitivi …). Da una parte è molto eccitante Pamela, non lo nego, ma dall’altra mi sembra di essere in un film di fantascienza.

I miei per ora mi hanno raccomandato la massima prudenza: non so bene cosa posso scriverti in merito a cose o eventi di cui non sai niente. Sembra che possa mantenere i contatti con i vecchi amici ma, come hanno lasciato capire i responsabili, solo per normali comunicazioni fra adolescenti (CIOE’? Cosa intendono secondo te?).

Insomma, sai che per me venire qui è stato un grande sacrificio, ma per i miei genitori è stato impossibile non rispondere a questo appello, in nome della scienza e del benessere del genere umano (oltretutto è un’occasione per mettere a frutto tutti i loro studi come medici e scienziati). Hanno sottolineato che potrebbe essere un’ottima opportunità anche per me, per il mio futuro. Io non so cosa pensare: non mi sono fatta ancora un’idea. So solo che i miei genitori lavorano molte ore in laboratorio e così mi ritrovo a passare un sacco di tempo da sola con Ciottolo e Ninja.

Al campo base ci hanno assegnato un appartamento al piano terra, con un piccolo giardino che circonda la casa su tutti i lati, così Ciottolo e Ninja hanno un pezzettino di prato per scorrazzare mentre io studio. I primi tempi avevo paura che Ninja scappasse, sai che è una gatta piuttosto curiosa, ma mi sono resa conto invece che tende a non allontanarsi. Sembra un po’ frastornata, e cerca spesso la compagnia di Ciottolo. Eravamo preoccupati per lui, dato che è una razza di cane piuttosto delicata, ma invece sembra stia bene e che il viaggio non l’abbia provato più di tanto. 

Il mio ultimo dell’anno, tutto sommato, è stato carino: nel pomeriggio ho giocato con una ragazza del campo base a ping pong (abbiamo un’area attrezzata per molti tipi di sport) e la sera cena a casa con i miei (abbiamo fatto la pizza), film in televisione e partitona a Scarabeo. Siamo andati a letto abbastanza tardi e oggi, a parte leggere un libro e finire di scrivere questa lettera, non ho fatto granché.

Per adesso chiudo. Avrei troppe cose da raccontarti. Lo farò pian piano. Ti mando un grande, umido saluto (qui è tutto il giorno che piove!)

Melania

P.S. Troppo bello il logo della nostra amicizia che hai disegnato!!!

Pa🍎nia

Best friends forever



"Pam & Mel", di Daniela Darone

lunedì 21 dicembre 2020

Pam & Mel

 

Woman writing a letter - Oleg Atbashian

21 giugno 1986, sabato

Cara Melania,

è arrivata anche l’estate alla fine! Hai chiesto ai tuoi se e quando potrai tornare a far visita alla tua nonna e a tua zia? Non vedo l’ora che tu torni! Ho tanta voglia di rivederti e di farti un sacco di domande sul posto dove sei andata ad abitare.

Oggi sono uscita con Stella, Carolina e Tamara. Siamo state un po’ alla compagnia e ho rivisto Gianni, che mi ha salutata con molto entusiasmo. Dopo due chiacchiere, abbiamo fatto una puntatina al luna park, ma siamo tornate quasi subito ai giardini. Mentre eravamo lì abbiamo visto passare Mauro e Alessio in motorino. Io e Stella siamo andate a cercarli, pedalando come forsennate sulle nostre bici, ma non li abbiamo trovati. Avevamo perso le speranze quando sono ricomparsi.

Che state facendo? – ci hanno chiesto.

Niente. Eravamo venute a cercarvi, ma in bici era impossibile raggiungervi … voi che fate?

Niente anche noi. Visto che tutti e quattro non stiamo facendo niente, facciamo qualcosa insieme – ha proposto Mauro.

Perché non ci portate a fare un giro in motorino? - ha detto allora Stella.

Così ci siamo andati. Lo sai come è qui, vicino casa nostra. Basta salire un po’ verso la collina e ti ritrovi dalla città alla campagna in un attimo. Io sono salita dietro Mauro, che ha una Vespa e Stella dietro Alessio, che ha un Sì Piaggio a sella lunga. È bello andare in motorino, coi capelli che ti danzano sulla testa. La Fruit di Mauro sembrava una vela bianca gonfiata dal vento. È andata a finire che siamo andati al convento, quello abbandonato. Arrivati lì siamo entrati e abbiamo girato qua e là fra quelle enormi stanzone umide. Siamo saliti fino alla terrazza, dove si era formato un lago da quanta acqua è piovuta ieri, e ho rischiato seriamente di bagnarmi le espadrillas nuove! Poi siamo scesi nel giardino e ci siamo messi a chiacchierare a quel vecchio tavolino di pietra dove ti sei fatta male tu l’ultima volta che ci siamo andate, ricordi?

Quando abbiamo deciso di tornare verso casa nostra, Alessio ha insistito perché salissi sul suo motorino. “La Vespa di Mauro l’hai già provata all’andata, ora potresti provare il mio motorino. Non credere che sia un catorcio: ho cambiato la marmitta originale e l’ho sostituita con una Polini. Ora fa le buche per terra.”

Ho sorriso. Mica gliel’ho detto che all’andata avevo visto che gli toccava pedalare in salita per aiutare il motore! Ho accettato il suo passaggio. Mi sa che gli piaccio. Tornando ci siamo fermati a mangiare un gelato in Piazza delle Cure e lì Stella non faceva che lanciare frecciatine a Alessio per fargli capire che ci siamo accorte che mi viene dietro. Io avrei voluto che la smettesse, perché metteva in imbarazzo anche me, ma lei sembrava si divertisse un mondo … forse è il suo modo per aiutarlo a sciogliersi!

Quando siamo tornati ai giardini abbiamo incontrato Tamara, Carolina e Sara. Insieme a loro c’era pure Leonardo. Ti ricordi di lui? Quello di cui ero innamorata alle medie! Evidentemente è entrato nella nostra compagnia, ma non l’avevo mai visto prima nel gruppo. Comunque non me ne importa più nulla. Ora in testa ho Flavio e ho pure diversi ragazzi che mi vengono dietro. Fino a pochi mesi fa mi sembrava di essere trasparente: non mi notava nessuno (a parte Francesco, uno simpatico ma bruttino, con quel nasone lungo che si ritrova, poverino) e ora invece, all’improvviso, sembra che sia diventata carina. Solo che almeno per ora piaccio sempre a ragazzi che non mi interessano! Destino crudele!

Mentre eravamo a chiacchierare seduti sulla “nostra” panchina, poco più in là Alessio impennava col suo Sì. Sono rimasta a osservarlo un po’, mentre Stella mi dava di gomito. “Guarda lì, sembra un pavone che ti fa la ruota …”, ha osservato ridendo. Alessio cercava di spostare tutto il suo peso sul fondo della sella, buttava in avanti il corpo e poi dava delle gran strattonate con le braccia al manubrio, per impennare il motorino, ma teneva per sicurezza i piedi a terra, facendoli strusciare, per prendere confidenza.

Ale! – gli ha urlato Mauro per sovrastare il rumore – o tu c’hai il babbo benzinaio o calzolaio! Tira su quei piedi! Tu finisci le scarpe!

Abbozzala di rompere! Lo faccio solo per trovare il bilanciamento! – gli ha risposto lui.

Si vedeva però che c’era rimasto un po’ male, allora Mauro per rimediare gli ha detto che scherzava, e che secondo lui, tempo una settimana, avrebbe dato le paste a tutti quanti.

Beh, devo salutarti adesso. Ti lascio, ma con una sorpresa! Guarda che bel logo della nostra amicizia ho disegnato! Ti piace? Io e te, unite da una “mela”!

Pa🍎nia

Best friends forever

Scrivi presto! Pamela


"Pam & Mel", di Daniela Darone


venerdì 18 dicembre 2020

Taccuini di un viaggio - la dolcezza


 A volte la dolcezza è un cielo che non ti aspetti, attraversato da uno stormo di rondini. 

Taccuini di un viaggio, di Daniela Darone - 3 dicembre 2020

mercoledì 7 ottobre 2020

Taccuini di un viaggio - Una lezione dalla Natura

 

Nella vita basta saper aspettare ... 

La mia terrazza non è grande, ma un po’ di posto per qualche fiore l’ho sempre trovato. Un’idea per recuperare spazio è stata usare dei vasi rettangolari, dove di solito metto due piante insieme. So che alcune piante non vanno d’accordo fra loro, magari anche solo perché una ha bisogno di molta acqua, l’altra di annaffiature moderate. In ogni caso, in terrazza ho un vaso dove fino a poco tempo fa c’erano delle margherite e un geranio. Poi pian piano le margherite sono seccate ed è spuntato uno stelo verde intenso. È cresciuto pian piano, ma non voleva saperne di star su, si adagiava verso terra. Lì per lì ero per strapparlo, ma visto che sono curiosa alla fine ci ho ripensato. Voglio vedere chi sei, mi sono detta. E ho piantato in terra, accanto allo stanco stelo, un bastoncino di legno che lo avrebbe sostenuto.

Pian piano, appoggiato a quel legnetto, la giovane piantina ha preso forza. Contemporaneamente il geranio deve aver notato il nuovo ospite e ha deciso di iniziare a protendersi tutto verso di lui, cercando di invadere i suoi spazi. Avevo una tegola ornamentale e l’ho messa fra le due piante, in modo da impedire al geranio di soffocare il giovane stelo. Da quel momento, in breve tempo, gli steli si sono moltiplicati e si sono riempiti di tenere foglie verde chiaro, lobate e a punta, finché, finalmente, alla fine di settembre la pianta è fiorita: una sola trombetta all’inizio, di colore screziato. Era una Bella di notte. L’ho riconosciuta perché i fiori si schiudevano al tramonto e si richiudevano, timidamente, al sorgere del sole. 

La piantina, una volta cresciuta, svettava e guardava dall’alto il geranio. A quel punto ho tolto la tegola. Subito il geranio si è proteso di nuovo verso la pianta vicina. Ma ormai questa era alta e forte e rideva degli assalti del geranio.

Adesso convivono, in buona armonia. Nessuna delle due danneggia l’altra. E hanno scoperto che in fondo sono simili: entrambe amano i luoghi luminosi e soleggiati e necessitano di terreni freschi, fertili e ben drenati. Il geranio di solito ha bisogno di più acqua della Bella di notte, ma ho trovato il modo di non far seccare troppo la sua terra e di non dare troppa acqua all’altra pianta. Malgrado una iniziale difficoltà ad andare d’accordo, alla fine hanno trovato un loro equilibrio, e adesso pare che si abbraccino festose.

Ammirando il primo fiore che sbocciava, tardivo, mi è tornato in mente un biglietto che mi scrisse molti anni fa una persona che mi ha insegnato molto:

“Vedi, nella vita basta saper aspettare. Le cose prima o poi si aggiustano … almeno qualche volta”.  

Guardando queste piantine, ricordando quel biglietto, ho capito che dovremmo riscoprire la pazienza e la perseveranza e insegnarla ai nostri figli. In fondo quelle due piante erano come due coniugi che bisticciano o due amici che cercano di prevaricare l’uno sull’altro, o due colleghi che sgomitano per una promozione … La natura, invece, sotto i miei occhi, mi ha mostrato un messaggio: valorizzare gli aspetti che ci accomunano e pazientare per quelli che ci vorrebbero su strade opposte, cercare il modo di trarre vantaggio dalle differenze e trasformarle in chiavi di volta, scoprire che possiamo collaborare e aiutarci, trovare un punto di incontro senza dover buttare tutto all’aria.


Le protagoniste di questo post