LA MIA NUOVA
CASA
Devo vedere tutto con occhi nuovi. È questo che mi chiede la mia famiglia. Allora ci provo e mi guardo intorno, cercando di sgombrare la tristezza e di essere obiettiva.
Fiesole è una città affascinante, su una magnifica collina e la casa è davvero bella, con delle stanze ampie e luminose. È a pochissimi passi dalla piazza principale, pur essendo in posizione un po’ defilata. Da un cancellino si accede ad un viottolo di ghiaia costeggiato da aiuole fiorite e subito alla porta principale: quindi si entra direttamente in un salone luminosissimo, con due enormi porte finestre, da cui si accede ad un giardino che circonda tutta la casa e che offre una vista fantastica sulla zona archeologica. Dalla sala una porta vetrata permette l’accesso alla cucina, che la nonna ha fatto realizzare tutta in legno in stile rustico e da un’altra porta, che dà sempre sulla sala, si accede alla zona notte: la camera dello zio Dario, la camera della nonna, quella della mamma e del babbo e quella degli ospiti dove adesso dorme Cipolla. In più ci sono due bagni alla fine del corridoio. Tornando alla sala, ha un caldo parquet miele, un divano di pelle enorme, perché ai nonni piaceva ricevere spesso gente, e un bel tavolo da pranzo rettangolare in legno, per non parlare della libreria antica che era dei miei bisnonni. E poi un caminetto, che rende la casa ancora più accogliente: ogni volta che venivamo, a Natale, trovavamo sempre un allegro fuoco scoppiettante ad accoglierci, che creava subito un’atmosfera intima e calda.
La nonna ama questa casa: la lucida come uno specchio e non si è mai sognata di separarsene. Infatti fu l’unica proprietà che scelse di non vendere dopo il disastro dell’alluvione e la morte del nonno, anche se aveva avuto da un conoscente un’offerta da favola. Primo perché l’aveva promesso al suo Augusto, che era cresciuto qui durante l’infanzia e poi anche perché, come mi confidò una sera di qualche estate fa, una notte aveva fatto un sogno particolare. Le chiesi di raccontarmelo, ma lei per tutta risposta fece un gesto vago con la mano, come a dire che non poteva raccontarlo perché temeva di spezzare un incantesimo o tradire un segreto. Ecco come sono le donne innamorate e sognatrici: capaci di dar via tutto il resto per conservare la casa natale del loro amato e uno scrittoio. Io mi stupii molto: prendere una decisione così importante basandosi solo su un sogno? Lei però mi rispose qualcosa che non ho mai dimenticato. Mi disse che in realtà ci aveva pensato molto a quel tempo, ma che poi qualcosa l’aveva sempre trattenuta. Per lei non era solo un sogno, ma un avvertimento che veniva dal suo amore perduto, e poi disse che la vita non si rivela solo in ciò che possiamo vedere e sentire, ma che c’è una forte dose di magia, mistero e istinti da seguire.
Continua ...
"Clizia T. - Lo spessore dei sogni", di Daniela Darone
"Area archeologica di Fiesole", foto di Daniela Darone