LA CAMERA DI STEFANO
Siamo saliti al piano di
sopra. Prima di entrare Giaele si è voltata verso di me.
- Mi raccomando Antonio,
non dovrai mai dire a Stefano che ti ho svelato il suo segreto. Mi sto fidando
di te. Non farmene pentire.
Sono rimasto in silenzio
annuendo, sentendo il cuore che continuava a galoppare come fosse impazzito. Mi
sono immaginato che a quel punto la porta si aprisse con un cigolio sinistro,
invece non c’è stato nessun rumore particolare, anzi la porta si è aperta su
una stanza ordinata e profumata di cera da mobili. Una normalissima camera di
un ragazzino della mia età. Un letto, un armadio, una scrivania spaziosa
sistemata davanti alla finestra, con sopra un bel computer. Sopra il letto,
alla parete di sinistra, c’era un’enorme libreria a ponte piena zeppa di libri
ben sistemati. Sono rimasto a osservare tutto questo dalla soglia, mentre la
mamma di Stefano mi guardava.
- Vieni pure avanti – mi
ha invitato lei - Non si può certo dire che Stefano sia un ragazzino che non
legge, eh? – ha domandato sorridendo e scorrendo con lo sguardo gli
innumerevoli volumi catalogati nella libreria.
– Eccoci qui - e, dopo un
attimo di esitazione, ha detto – ti presento gli amici di Stefano, di cui hai
sentito parlare … dai un’occhiata!
Allora mi sono avvicinato
ed ho cominciato a scorrere gli autori e i titoli dei libri, che leggevo dalla
costola ad alta voce …
- Rudyard Kipling … beh,
non so se si pronuncia proprio così …“Il primo e secondo libro della giungla”,
Emilio Salgari “I pirati della Malesia”, Hector Malot “In famiglia”, Giulio
Verne “Ventimila leghe sotto i mari” … - e poi, un po’ più nascosto, c’era un
libro della stessa edizione che ho anch’io di Gianni Rodari, “Favole al
telefono”. Poi, proprio vicino alla testata del letto, accanto alla luce che
doveva usare la sera per leggere, altri tre libri: Mark Twain “Le avventure di
Huckleberry Finn” e “Tom Sawyer” e infine Astrid Lindgren “Fratelli
Cuordileone”.
Solo allora ho capito che
Stefano non aveva nessun amico di quelli che mi aveva detto, o meglio … non
erano amici in carne ed ossa, della sua età … erano solo gli scrittori dei suoi
libri preferiti.
- Forse di Mark e di
Astrid non ti ha parlato perché non li conosce ancora bene … deve finire di
leggere questi tre libri …. – ha concluso scuotendo la testa.
In quel momento, in cui
non sapevo proprio cosa rispondere, abbiamo sentito dei passi che si
avvicinavano alla porta.
La mamma di Stefano ha
fatto una faccia colpevole e mi ha sussurrato – Adesso mio figlio mi farà
arrosto!
Siamo rimasti col fiato
sospeso, ma quando alla fine la porta si è aperta, con grande sorpresa non
abbiamo visto entrare Stefano, bensì Malinda.
– Mi scusi signora, sono
venuta ad avvisare che ha appena telefonato Stefano. Come al solito si è
trattenuto più del dovuto e quando alla fine si è apprestato a tornare a casa,
è rimasto bloccato dal diluvio … e chiaramente non ha un ombrello! Voleva
avvertire per non farci stare in pensiero e per scusarsi con Antonio.
- Quale diluvio Malinda? –
ha chiesto allora la signora Giaele scostando le tende di camera. Poco prima
che riuscissimo a vedere la pioggia che cadeva fine fine e fitta fitta, un
improvviso tuono ha squarciato il silenzio. Nessuno dei due si era accorto che
stava venendo giù una pioggia con i fiocchi!
Ci siamo tutti avvicinati
alla finestra e proprio allora abbiamo visto un fulmine vicino alla torretta.
Non ho potuto fare a meno di sentire un brivido che mi correva giù per la
schiena quando il riflesso del fulmine ha disegnato un’ombra sinistra sui muri
della villa.
- Forse è meglio chiedere
ad Alderico di andare a prendere Stefano con la macchina. Vado io ad
avvertirlo, così gli presento anche Antonio.
E’ arrivata l’ora di
conoscere l’orco del castello, mi sono detto fra me e me, mentre la porta di
camera di Stefano si richiudeva alle nostre spalle.
Nessun commento:
Posta un commento