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venerdì 18 agosto 2023

In medias res - microracconti: "Gelosia", di Daniela Darone

Foto di Andrea Piacquadio (Pexel)

Suo marito è geloso, eppure non vuol dare a vederlo. È geloso del parrucchiere, del fornaio, del bidello di scuola, dell’uomo che incrociando sua moglie per strada le riserva un’occhiata lasciva. È geloso, ma non dovrebbe, perché nei pensieri di sua moglie Michela non c’è traccia di nessuno di loro, ma solo di quel vecchio compagno di scuola di cui ogni giorno guarda gli stati su WhatsApp. Lui non mette mai foto che lo ritraggono: sugli stati Michela trova solo fotografie di paesaggi, pagine di libri, eventi a cui partecipa. Stati che Michela approva, per vicinanza di spirito, per così dire. Di questo dovrebbe essere geloso, anzi gelosissimo, ma invece lui sottovaluta tutto il mondo interiore di lei, non ne vuole sondare le profondità, ma rimanere in superficie, perché quel mondo non esprime gli stessi suoi interessi. Ma sottovaluta, sottovaluta, quando solo di quest’uomo senza un volto e senza un corpo, in realtà, dovrebbe essere geloso, anzi gelosissimo.   

giovedì 6 luglio 2023

In medias res - microracconti: "Uccelli e pensieri", di Daniela Darone


Ormai è da tempo che Marta ha messo un nido per uccelli in terrazza. L’ha appeso quando è iniziato l’inverno, come rifugio contro il freddo e il maltempo. A meno che non sia stata distratta, nessun piccolo pennuto ha usato quel nido, né per farne la sua casetta, né come rifugio temporaneo; ma va bene lo stesso, perché la sua terrazza è spesso frequentata da passerotti e cinciallegre. Marta ha sistemato un piccolo vassoietto fra i vasi di fiori, che ogni giorno riempie di briciole e semi: quanti uccellini vanno a sfamarsi lì! Sono così allegri i loro frullii di ali e i loro saltelli ed è così piacevole ascoltare il loro canto mentre lei sfaccenda per casa. Ogni tanto, con la coda dell’occhio, rimane ad osservarli, fingendo di essere occupata a fare altro: sono così paurosi che scappano subito via, appena si accorgono di essere guardati. Arrivano da soli, alla spicciolata o in coppia: poggiano le loro zampette sul bordo del piccolo vassoio e beccano la loro colazione. Ce n’è uno, però, che arriva sempre da solo, sceglie la sua briciola e con un saltello e un battito d’ali la posa sulle mattonelle della terrazza. Solo lì mangia, gustandosi quella briciola: sulla mattonella. Per lui, Marta prova un affetto speciale. Le sembra che abbia scelto la libertà, più di altri, di godersi il provvisorio, l’estemporaneo.

Da un po’ di tempo anche a lei piace vivere così: pur nella griglia dei doveri e delle responsabilità, si gode quello che capita, l’inaspettato, la sorpresa, perfino l’incertezza. Col trascorrere degli anni ha scoperto anche che possedere e rimanere aggrappati alle cose è stancante, e ha iniziato ad amare solo ciò che è immateriale. Si ricorda che da ragazza amava le sue radici, le credeva importanti; oggi le fanno pensare solo alla staticità, mentre sogna invece di affidarsi al vento, alla strada da percorrere un passo dietro l’altro. Le strade, le strade tutte curve, quelle sì che sono intriganti: a ogni curva ha solo voglia di andare a vedere quale e quanta altra strada ancora nasconda quel percorso.

Ora che gli uccelli sono volati via, impauriti da un’imposta sbattuta dal vento, Marta ne approfitta per spazzare le briciole cadute fuori dal vassoietto. Il suo sguardo raggiunge le case di fronte, al di là dei giardini condominiali: là, là c’è la casa dove ha vissuto più di vent’anni. Si sofferma a guardarla, con curiosità, ma non trova nient’altro dentro di sé: nessun rimpianto per quei muri, per quell’indirizzo, per le quelle scale, per la vista che si gode da quelle finestre e che ricorda così bene. Chissà perché da giovane pensava che certi luoghi fossero indispensabili: si era creata delle convinzioni che di fatto la vita aveva smentito. Amava ancora i ricordi, sia pur con moderazione, ma si era resa conto che quelli non vivevano fra i muri di una casa, ma dentro le persone e che comunque era sempre più divertente vivere il presente. Vivere il presente … ora che ci pensa, era il motto di quel ragazzo che aveva conosciuto una vita fa e che, dopo grandi sofferenze, aveva lasciato, perché a lui non interessava fare progetti per il futuro, voleva vivere solo il momento. Ma a quel tempo bisognava progettare la vita, sennò a che serviva stare insieme? Le sembrava che stessero solo perdendo tempo, mentre invece forse, se Marta avesse vissuto con più leggerezza, le cose sarebbero diventate serie da sole, col tempo. Certo che ne aveva di argomenti quel ragazzo, e forse ancora di più quando si decideva a smettere di chiacchierare e la prendeva fra le braccia … Ma ovviamente non ha senso pensarci adesso. Marta rimette a posto la scopa e si ferma ad ammirare i suoi vasi di gerani in fiore e i bocci che stanno per schiudersi. Qua e là nota dei fiori secchi: deve eliminarli, in modo che le piante possano rifiorire, ancora più rigogliose. Si china per togliere le cime ormai sfiorite: afferra i peduncoli alla base e li stacca con decisione.    


domenica 30 aprile 2023

Pam & Mel Pa🍎nia

 


11 ottobre 1986

Cara Melania,

ti mando la foto del mio diario prima di distruggerlo. Ho mille cose da dirti, il cuore gonfio e una determinazione nuova. Sai, quando mi hai scritto che volevi incontrarmi nel futuro ho avuto paura. Ma sì, paura di quello che avresti potuto trovare, paura che incontrassi una versione di me non soddisfacente, né per te, né per me. Insomma, non so se mi capisci. Andrò per punti, perché sono troppi i pensieri che mi frullano nella testa. Stasera, prima di scriverti, rileggevo il mio diario, qua e là. Non lo so se mi è piaciuto quello che ho letto. Le parti dove scrivo delle chiacchiere con gli amici sì, mi piacciono, e mi diverte anche rileggere di quando sono andata a casa di Mauro a sentire i dischi dei Beatles e a casa di Stella a sentire gli Wham! Allora cos’è che non mi piace un granché?

COSE CHE NON MI PIACCIONO

Sto ripetendo la prima. Questo, decisamente, non mi piace. Mi hanno bocciata agli esami a settembre. Che botta, eh? Ci sono rimasta malissimo. E pensare che i miei genitori mi hanno pure comprato il motorino! Non si sono nemmeno lamentati: non una partaccia, né una punizione. Sono pure andata con la mamma alle magistrali, a fare due chiacchiere con le ragazze che andavano a vedere i risultati degli esami alla loro scuola, per capire se fosse meglio cambiare indirizzo di studi. Alla fine però mi sono iscritta di nuovo a ragioneria: ho solo cambiato sezione, per non avere di nuovo gli stessi professori. Ho avuto paura della novità (avere paura: altra cosa che non mi piace) e ho preferito restare su una strada conosciuta, anche se non congeniale. I risultati li ho saputi il 9 settembre. Il 10 sono andata a fare un lungo giro in motorino da sola, per pensare e metabolizzare il fallimento. Sicuramente i professori non mi hanno aiutata, con il loro atteggiamento così sprezzante. O capisci e segui, o rimani indietro al tuo destino. Però io ci ho messo tutto il mio impegno? Ho saputo chiedere aiuto? Comunque, fra giugno e settembre è bocciata quasi mezza classe. Leggendo tutto questo penserai che abbia messo la “testa a posto” e che stia riflettendo sui miei errori, ma stamani non ho esitato un attimo quando qualcuno di classe mia, davanti a scuola, ha detto “oggi non si entra, c’è lo sciopero per l’antinucleare. Noi vogliamo la pace!”. Me ne sono tornata a casa volentieri, solo per scoprire per caso che lo sciopero era contro la costruzione delle centrali nucleari, non contro le armi nucleari! E, sinceramente, lo sciopero avrebbe potuto essere per qualunque cosa, per me era solo un pretesto per saltare un giorno di scuola. Quindi da qui potrai capire che la mia redenzione vacilla.    

Ci sono stati un po’ di litigi fra le ragazze del gruppo e indovinare il motivo non sarà difficile: rivalità in amore …

Ho sprecato un’ora e mezzo della mia vita per vedere un film davvero brutto (tratto da un libro che deve essere altrettanto brutto) dove già dall’inizio si capiva come sarebbe andata a finire: mi è venuto in mente cosa mi avevi scritto nella tua lettera in merito a spengere la televisione …. Il problema è che non sono riuscita a farlo, quindi forse dovrebbero far entrare anche me nel tuo gruppo di ricerca di adolescenti: cosa direbbe il mio cervello ai dottori?

Ho rivisto Fabrizio diverse volte, sempre ai giardini. Un giorno, per farmi provare il suo motorino, siamo andati a fare una giratina insieme. A un certo punto, mentre guidavo, Fabrizio ha messo le mani sulle mie e ha sterzato verso la montagnola, dove c’è il campo di calcio dove giocano le partite. Gli ho chiesto che intenzioni avesse, visto che di solito è un luogo appartato, quando non ci sono partite. Lui non ha risposto, mi ha dato un bacio sul collo e ha cercato di allungare le mani, approfittando del fatto che stavo guidando! A quel punto ho inchiodato e l’ho fatto scendere, pronta a fargli una partaccia. Lui però non mi ha lasciato il tempo: si è avvicinato e ha poggiato la bocca sulla mia, stampandomi un bacio. Non è stato un vero bacio, ma mi è piaciuto un sacco, nonostante fossi arrabbiata. Subito dopo siamo tornati ai giardini e una delle ragazze del gruppo mi si è avvicinata e mi ha detto che stavo perdendo tempo con Fabrizio, perché a lui piace una certa Lory (che non conosco). Ma allora quel “bacio”? Cosa si era messo in mente? Continuava a dirmi che dovevamo conoscerci meglio prima di decidere se metterci insieme e poi scopro che gli piace un’altra?

Alessio vuole lasciare Tamara per mettersi con me e ha mandato Mauro in avanscoperta a chiedermi se ero interessata … Ho risposto di no e ultimamente mi sono mostrata anche un po’ più scostante, almeno smette di illudersi. E poi non mi piacciono i ragazzi che non hanno il coraggio di farsi avanti!  

 

COSE CHE MI PIACCIONO

Ho conosciuto dei ragazzi di un’altra compagnia che si ritrova ai giardini. Sono più grandi di me: Simone, Cesare, Silvio, Sabrina, Paolo, Maurizio, Laura e Gabriele. Con Maurizio abbiamo fatto una chiacchierata fiume sul Boss: mi ha raccontato del concerto di Bruce Springsteen che è andato a vedere a Milano l’anno scorso, allo stadio San Siro. Era la prima volta che il Boss veniva in Italia in concerto e Maurizio non ci ha pensato due volte a spendere ventimila lire per il biglietto! Già all’alba del giorno del concerto era fuori dallo stadio, perché voleva cercare di essere abbastanza vicino al palco. Appena Bruce è salito sul palco, il pubblico lo ha accolto con un boato incredibile e lui, dopo una decina di canzoni, quando ha attaccato Glory Days è entrato completamente in sintonia col pubblico, complice anche il magico sax di Clarence “Big Man” Clemons. Ah, quanto sarebbe stato bello esserci! Maurizio è stato così carino che, quando ha saputo che ero una fan del Boss, mi ha regalato una maglietta di Bruce Springsteen. Anche qui alla fine ho i miei ammiratori: Simone e Emiliano. Un pomeriggio alcuni hanno iniziato a confessare le loro cotte e qualcuno ha spiattellato che Emiliano ha perso la testa e non pensa che a me! Lui era imbarazzatissimo e io lo stesso! Per fortuna che Maurizio, con la sua simpatia, è riuscito a smorzare la situazione. A un certo punto ha detto, meditabondo e sorridente: “oh ragazzi, io invece sono indeciso se sposare la Pamela o la Sabrina”. Siamo scoppiati tutti a ridere e l’imbarazzo è svanito.  

Ho conosciuto Claudio, un ragazzo che gioca a rugby. È totalmente diverso da tutti quelli che conosco, forse perché è più grande. Credo abbia sui vent’anni, è gentile e serio. Non ricordo nemmeno come abbiamo fatto a iniziare a chiacchierare, ricordo solo che era un pomeriggio e lui stava uscendo dagli allenamenti. Quando gli ho detto che forse sarei andata a sentire un gruppo rock che suonava ai giardini, mi ha dato il suo numero di telefono e mi ha chiesto di chiamarlo, se decidevo di andare: così gli ho telefonato e lui è venuto, in moto. Sta appena fuori Firenze. È davvero un bel ragazzo, con una bella faccia pulita. Non ho capito bene se mi ha dato il suo numero perché mi trova carina o se mi considera una sorta di “sorellina” simpatica.     

Mi piace il consiglio che mi hai dato nella tua lettera: non stare a sentire i giudizi degli altri. E allora ho preso un appuntamento con Carmine, il parrucchiere della mamma, per tagliarmi i capelli.

UNA COSA “NEUTRA”, IN FONDO, ANCHE SE MI STUPISCE CHE LO SIA

Il 6 ottobre 1986 ho dato il mio primo bacio. A Simone. Il Simone della nuova compagnia. Eravamo seduti sul muretto dei giardini, in un tardo pomeriggio, a chiacchierare. Gli altri erano già andati via. A un certo punto è calato un po’ il silenzio, lui mi ha abbracciata e a un tratto ci siamo baciati. Non so nemmeno bene come è successo. So solo che ero emozionata e un po’ tesa, perché non volevo passare da imbranata. Quando ci siamo staccati, lui mi ha guardata con dolcezza (deve aver capito che era il mio primo bacio!) e poi mi ha abbracciata di nuovo mormorando un “vieni qui”. Mi sono portata dietro tutta la sera la sensazione di avere la sua saliva in bocca … so che non suona romantico, ma è la verità! Il giorno dopo ci siamo rivisti e abbiamo passato un sacco di tempo a baciarci. Peccato aver saputo dopo poco che Simone è interessato a un sacco di ragazze. Mi sono chiarita con lui. Lui ha ammesso che non riesce a pensare a una sola ragazza alla volta. Per me però non è accettabile, quindi ho preferito troncare subito questa storia. Strano, ma alla fine non è che ci sia stata male. Ti dirò, non sono pentita di averlo baciato, anche se dal primo bacio mi aspettavo una sensazione diversa, molto più coinvolgente, che alla fine non ho provato.

Quindi, cara Mel, avevi ragione su tutta la linea: ho deciso di “darmi pace”. Evidentemente non sono innamorata di nessuno. Non ha senso accelerare i tempi. In cerca di cosa, poi? Mi piacerebbe conoscere gente nuova e ripartire da capo con una Pamela nuova di zecca. Dici che la compagnia che state fondando tu e Camilla sia stroppo lontana per me? 😊 

Intanto il mio diario è ridotto a un cumulo di fogli strappati a pezzetti minuscoli e pronto per il cestino.

Forse passerà un po’ di tempo prima che ti scriva di nuovo. Abbi pazienza, ma ho bisogno di riorganizzare le idee su chi voglio essere.

Baci, Pam


Pa🍎nia



"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di Daniela Darone

venerdì 31 marzo 2023

Pam & Mel Pa🍎nia

 

Cara Pamela, mi dispiace di averti turbata con la mia idea di venirti a cercare qui, nel “futuro”. Pensandoci bene, hai ragione: è un proposito straniante e da dimenticare. Scusami.

Sono stata felice di leggere la tua lunga lettera “itinerante” su tre giorni, ma poi mi hai salutata prima di dirmi i risultati degli esami! Dico! Ora mi tocca stare in pena fino a che non mi scriverai di nuovo!

Sono contenta per te del motorino: immagino il senso di libertà che provi, avendo a disposizione un mezzo tutto tuo per poter scorrazzare per la città con gli amici! Qui ci spostiamo parecchio con altri tipi di mezzi perché, almeno i miei, sono terrorizzati dal troppo traffico (Stefano invece sta studiando per prendere la patente per lo scooter). Figurati che ora si stanno diffondendo tantissimo i monopattini, ma non come quello di Arturo di smalto rosso che si spingeva con la forza delle gambe! Adesso ci sono i monopattini elettrici, anche se, a dire il vero, ancora non li ho provati.

Leggo anche che stai facendo strage di cuori e che nella lista dei tuoi probabili principi azzurri è entrato anche questo Fabrizio! Ah, amica mia, ti auguro di trovare un ragazzo, se è proprio quello che vuoi, ma forse sarebbe meglio se ti mettessi il cuore in pace e smettessi di rincorrere l’amore. Non stai proprio bene così? A uscire con le amiche? A non impegnarti con nessuno? Non sarebbe bello avere il tuo primo ragazzo quando sarai davvero innamorata di qualcuno? Perché mi sa che Flavio ti piace e basta, altro che amore! Altrimenti non staresti pensando anche a Fabrizio, no? E se arriverà un momento nel quale rimpiangerai di non aver pensato più a te stessa e di non aver passato più tempo con le amiche? E poi, Pam, non cambiare mai per piacere a qualcuno e fai le cose che ti piacciono: se avevi voglia di tagliarti i capelli, fallo! Non rinunciare solo perché Dario ti ha detto che stai bene con i capelli lunghi. È solo la sua opinione, mica la verità assoluta!

Per Stefano, non so che dirti. Stiamo bene insieme, solo che ho l’impressione che lui abbia tante idee in testa da realizzare e che avere una ragazza, da un certo punto di vista, intralcerebbe i suoi piani. Del resto anche io ho sempre tanto da fare, fra la scuola, la fotografia e il rendermi conto di dove sono finita. Fra l’altro devo raccontarti una grande novità: i miei genitori sono entrati in un gruppo di ricerca. Stanno monitorando lo sviluppo cerebrale degli adolescenti durante la crescita, per cercare di capire come l’uso dei videogiochi e dei social possano modificare il volume delle diverse regioni cerebrali. E visto che io sono come una pagina bianca, essendo arrivata in quest’epoca da poco, mi hanno proposto di entrare a far parte di questo gruppo di ragazzi che stanno esaminando. Ho accettato per due ragioni: la prima è che mi faceva piacere stare un po’ di tempo con i miei nel loro “ambiente”, la seconda è che speravo di farmi dei nuovi amici. Quindi ho accettato e in un baleno mi hanno infilato in un tubo per farmi una risonanza magnetica al cervello. Onestamente non vedevo l’ora che finisse, perché mi dava noia l’idea che qualcuno mi “guardasse dentro”, se capisci cosa voglio dire … Comunque, la risonanza serve per confrontarla con quelle degli altri ragazzi (stanno studiando questo gruppo già da cinque anni) e i risultati dimostrano che l’uso dei social (i “muretti virtuali” di cui ti ho scritto tempo fa) sta modificando la struttura cerebrale dei ragazzi: la parte del cervello che elabora le informazioni visive è più sviluppata, mentre la parte di cui abbiamo bisogno per fare le nostre scelte, elaborare i nostri giudizi, valutare noi stessi e gli altri,  capire le nostre preferenze e i nostri sentimenti mostra uno sviluppo minore rispetto alla media. Da questo possono dipendere problemi di ansia o rabbia, per esempio. Dopo la risonanza, mentre stavo uscendo dal laboratorio, ho incontrato di nuovo una ragazza che era lì per il mio stesso motivo, Camilla, e che avevo visto mentre ero in sala d’aspetto. Mi è venuto spontaneo sorriderle e chiederle se le andava di fare un giro. Lei all’inizio ha esitato un attimo e poi ha accettato. Lì per lì non sapevo bene cosa dirle, così mi è sembrato naturale chiederle cosa ne pensasse dell’esperienza che stavamo facendo. Lei mi ha confessato che fino all’anno prima aveva una vera dipendenza dal cellulare. Ci passava la vita. Anche quando era fuori con gli amici, spesso ognuno guardava il suo cellulare. Sembrava un oggetto entrato a far parte del suo corpo, un prolungamento della mano. Non riusciva a smettere di controllare i messaggi, le notifiche, guardava i video dei social in continuazione, uno dopo l’altro. Una volta entrata in questo programma, spinta dai suoi genitori, i medici le hanno spiegato che il cervello di un adolescente è guidato spesso dalle emozioni e dalle novità e che alcuni social usano degli algoritmi per proporti dei video che possono interessarti, per tenerti il più possibile inchiodato allo schermo: usano delle intelligenze artificiali, come gli specchi biometrici: possono arrivare a sapere quanti anni hai, se sei maschio o femmina, la tua etnia e perfino se sei felice o triste. Ha detto che, da quando ha iniziato a parlarne con i medici e con i suoi, è riuscita progressivamente a diminuire il tempo che passava sul cellulare. Sai quale è il problema, Pam? Che tante volte anche i genitori sono schiavi del cellulare e certo non danno il buon esempio. Tempo fa sono stata a cena fuori con i miei. Mentre aspettavamo le nostre pizze mi sono guardata un po’ intorno e ho notato un tavolo vicino al nostro: moglie, marito e due figli. Lei praticamente era come se stesse cenando da sola, dato che il marito e i due figli stavano usando il cellulare: chi per sentire la musica, chi per guardare un video o un film. Quella poveretta se ne stava lì, avvilita, a guardare nel vuoto a bocca serrata. Quanto sarebbe stata meglio a casa sua! Ma che ci sono andati a fare fuori insieme se poi ognuno si fa i fatti suoi? Ci sono comunque anche genitori molto concentrati su loro stessi, che non hanno tempo o voglia di ascoltare i loro figli. Onestamente anche io mi sento un po’ sola a casa. I miei genitori si sono fatti assorbire tanto dai loro impegni di lavoro e spesso arrivano a casa stanchissimi. Per fortuna a cena continuiamo a tenere la televisione spenta e a parlare, raccontandoci come abbiamo passato le nostre giornate, ma a volte vorrei che mi dedicassero più tempo. Io e Camilla consideravamo il fatto che sulle piattaforme ci sono anche dei contenuti positivi: corsi di lingua, arte, musica, viaggi. Come si fa a sfruttare le cose positive senza farsi avviluppare da quelle negative? Come si fa a non essere schiavi, catalogati e sfruttati? Non stiamo buttando via la nostra libertà e la nostra unicità? Abbocchiamo a tutto davvero? Crediamo alle immagini perfette, alle vite perfette che vediamo su internet? Oppure, se siamo tristi, ha senso guardare video tristi per sprofondare sempre più nel pessimismo? Credo che dovremmo reagire, Pam. Usare questi strumenti per ciò che di buono possono offrirci e poi chiuderli in un cassetto e vivere la vita fuori dagli schermi. Anche se tu ancora non hai questi problemi, la stessa cosa vale per la televisione! Non rimanere imprigionata per noia a guardare dei brutti programmi che non ti interessano davvero! Cambia canale! O spengi la TV! Hai tu il telecomando in mano! È meno difficile di quanto tu possa pensare. Basta volerlo! 

Camilla sta guarendo dalla sua dipendenza. Adesso usa un vecchio modello di cellulare che non ha collegamento a internet. Abbiamo deciso di diventare amiche “vecchio stile”: non useremo mai il cellulare quando ci vedremo. “Pensi di potercela fare?”, mi ha chiesto, preoccupata. Mi ha fatto così tenerezza che ho vinto il riserbo e le ho raccontato da dove vengo: le ho parlato di me (e anche di te!), dei nostri  anni ’80 senza l’esistenza dei cellulari. Ti giuro, mi guardava a bocca aperta come una bambina che avesse visto un elfo! Era affascinata dal nostro mondo e sbalordita quando le ho detto che, in fondo. a me il cellulare dava pure un po' fastidio, per il fatto di poter essere rintracciata sempre e comunque! Siamo andate in giro finché non abbiamo individuato il posto giusto per fondare la nostra “compagnia”: un giardinetto con delle panchine, delimitato da condomini tutti uguali, con dei porticati: sfruttabile col bel tempo e anche se piove. Perfetto, no? Abbiamo fissato di vederci lì questo sabato pomeriggio, alle quattro. Non ci siamo scambiate i numeri di cellulare, solo quelli del telefono fisso di casa. “Però vieni, eh", mi ha detto, "perché pensare di doverti telefonare a casa e rischiare che magari mi rispondano i tuoi mi mette ansia!”. T’immagini che qui hanno quasi paura di fare una telefonata? Preferiscono scriversi messaggi, invece di parlarsi … Fantascienza, Pam, fantascienza …

Un abbraccio, Mel


Pa🍎nia


                Cosa ne dici, Pam? In quale modo preferiresti socializzare? 😉








"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di Priscilla Du Preez e di freestocks su Unsplash


venerdì 17 febbraio 2023

Pam & Mel Pa🍎nia

 


5 settembre 1986

Cara Melania,

a volte, quando leggo le tue lettere, ho quasi paura. Intanto, un po’ mi inquieta sentirti parlare di "commissione disciplinare", e poi ti sento così diversa adesso … come se fossi maturata molto e io fossi rimasta un bel po’ indietro. Forse quando eri qui avevi la mente più leggera e pochi pensieri ingombranti. Non è una critica, ma sono un po’ preoccupata per te: e se andare avanti nel tempo in fondo non fosse stata una buona scelta? Comunque sono anche felice per te, perché sei riuscita a creare un bel legame con Stefano. Ma perché non è il tuo ragazzo? Pensi di non piacergli? È timido e non riesce a chiederti di metterti con lui?

In chiusura della tua lettera mi chiedi degli esami di riparazione e quindi ecco un piccolo resoconto, visto che li ho sostenuti proprio stamani. Ti dirò, non è che sia proprio soddisfatta: scienze così così, sono partita bene ma mi sono arenata alla fine; geografia economica meglio. Alle nove e mezzo avevo già finito queste due materie e poco dopo un’ora sono iniziate le prove di matematica e fisica. Anche qui sono partita benino, ma al piano inclinato la mia mente è andata in tilt: avevo il vuoto completo! Eppure mi sembrava di saperlo … Allora il professore è passato a matematica: un’equazione e due scomposizioni di trinomi di secondo grado, i connettivi logici, i simboli dei connettivi logici, i corrispondenti con gli insiemi e le loro proprietà (erano tre e gliene ho dette solo due …). Fra qualche giorno ci saranno i risultati. Speriamo bene!  

La notiziona di oggi è che sono stata con i miei a prendere il motorino: mi hanno comprato un Sì rosso fuoco. (Mentre andavamo al concessionario abbiamo incrociato Flavio in Vespa: era senza casco e con un tipo dietro! Roba che se lo beccano gli fanno una multa incredibile! Comunque si è tagliato i capelli ed è sempre più bono … ma non divaghiamo!). Non sai che emozione quando sono uscita dal concessionario e sono montata in sella al mio motorino! Per esercitarmi un po’ alla guida siamo andati a fare dei giri di prova intorno allo Stadio e poi a Fiesole, per una strada un po’ più impegnativa e con tante curve. I miei mi seguivano con la macchina e non ti dico che batticuore avevo! A Fiesole ci siamo fermati a mangiare un gelato e poi abbiamo fatto un salto al supermercato: i miei hanno fatto la spesa e io ho convinto la mamma a comprare un fustino di detersivo Dinamo Due, dove c’era in regalo una cassetta di Riccardo Cocciante. Adesso sono a casa, sto ascoltando Cocciante e cantando a squarciagola “L’alba”. Sono indecisa se tagliarmi i capelli o no. Tu cosa mi consigli? Mi chiamano a cena e devo lasciarti: facciamo che questa volta la lettera comprenderà più giorni, come fosse un diario? Smack!

6 settembre

Allora, per la cronaca, sto piangendo. Il motivo? Mauro mi ha fatto festa quando mi ha rivista stasera, dopo le vacanze, e così pure Alessio e la Tamara … però mi è piovuta addosso questa grande malinconia, perché quando sono partita per le vacanze Alessio mi moriva dietro e ora sta con un'altra! Non è una cosa facile da mandare giù. È come se mi avessero tolto qualcosa ed in effetti è così! Ah, lo so, sono un’egoista e basta, una narcisista da evitare, ma … voglio anche io un ragazzo! Voglio essere innamorata e che qualcuno mi ami alla follia! È sbagliato? Stasera comunque, grazie a Stella e Carolina, ho conosciuto un tipo che si chiama Fabrizio. Gioca a calcio e viene ad allenarsi ai campini due volte a settimana. Sembra carino.   

8 settembre

Ieri sono stata a Tirrenia, al solito vecchio Lido dove andavo ogni anno. Non sai che gioia tornarci dopo la parentesi ad Ischia! Non ho fatto a tempo ad arrivare in spiaggia che ho visto Walter, della compagnia dell’anno scorso. Sono andata a salutarlo, ma lui all'inizio non si ricordava di me; poi, dopo un po’ che mi osservava, alla fine mi fa: “Ma sei Pamela?”. Quando mi sono messa a ridere, facendo di sì con la testa, mi ha detto che ero cambiata tantissimo, che mi aveva riconosciuta dagli occhi e che sono imbellita! Pensa che nemmeno Eva e Veronica mi hanno riconosciuta. Dopo vari giri per lo stabilimento, alla fine ho rivisto anche Grazia. Insieme a lei c’era un ragazzo, al quale all’inizio non ho fatto molto caso, ma appena l’ho guardato bene in faccia mi sono resa conto che era Dario! Walter li ha sfidati a ricordarsi chi fossi. Loro mi guardavano fra il sorpreso e il confuso e alla fine Walter ha dovuto dirglielo: sono rimasti di sasso. Insomma, proprio tutti mi hanno trovata cambiata e Dario ha mormorato: “Però! Con i capelli più lunghi …” (il tono sembrava compiaciuto, quindi ho deciso: non mi taglio i capelli!). Solo Erina mi ha riconosciuta subito! E dire che la nostra amicizia iniziò in modo molto burrascoso: mi tirò uno schiaffo perché si era arrabbiata per qualche cosa, che non riesco nemmeno a ricordare, e solo dopo diventammo amiche e l’ultima sera si mise pure a piangere perché ci dovevamo separare! 

Il pomeriggio l’ho passato sulla terrazza, più che altro a chiacchierare con Dario, raccontandoci le novità di quest’ultimo anno e ricordando le cose buffe successe l’anno scorso. La sera abbiamo fatto il bagno con tutta la compagnia, "affogandoci" come al solito. Poi siamo andati a cambiarci e abbiamo mangiato una pizza sulla terrazza dello stabilimento. 

Siamo ripartiti dopo cena. Mi ero portata dietro il walkman e qualche cassetta per il viaggio di ritorno, ma alla fine ho preferito chiacchierare con i miei, nello spirito di quello che mi hai scritto nell'ultima lettera: creare un'alleanza fra generazioni! 

9 settembre

Sono uscita con Stella e Carolina. Siamo state da Mister Disco, a curiosare le ultime novità e a sentire un po' di musica, e poi siamo andate ai giardini. 

Fabrizio è passato ai giardini prima degli allenamenti e siamo stati a chiacchierare un sacco. Diciamo che mi ha lusingato il fatto che sia stato molto con me: abbiamo riso tanto e siamo addirittura andati sullo  scivolo insieme come due bambini! La sera ha rinfrescato un po’ e lui mi ha fatto mettere il suo golf per non farmi prendere freddo. Le altre non le ha praticamente considerate, con grande rabbia di Carolina. Inizialmente non capivo come mai se ne stesse così seria da una parte e solo dopo Stella mi ha detto che è assolutamente cotta di Fabrizio. Beh, piace anche a me, però, ed è così simpatico! Non so mica se voglio lasciarle via libera …  Verso le sei e mezzo siamo andate via e siamo rimaste in forse per la sera dopo cena. Stella mi ha detto che, se lei e Carolina fossero uscite, mi sarebbero venute a suonare il campanello alle nove e un quarto per andare alla festa del quartiere ai giardini. Se non vedevo nulla voleva dire che avevano deciso di restare a casa. La sera, non avendo ancora visto nessuno alle nove e mezzo, ho perso le speranze di uscire e mi sono messa a guardare un film di Hitchcock che davano sulla Rai: “Nodo alla gola”. Sai quanto amo i gialli! Bel film, anche se “Vertigo”, “Uccelli” e “La finestra sul cortile” per me se la battono per il primo posto! Beh, la mattina dopo sono andata dalla fornaia e lì ho incontrato Benedetta, così, mentre eravamo in fila ad aspettare il nostro turno, le ho chiesto se fosse stata alla festa ai giardini la sera prima. Lei mi ha risposto che c’era andata, ma che c’era poca gente e poi mi ha chiesto perché non mi fossi fatta vedere. Così le ho detto che non ero uscita perché Stella e Carolina erano rimaste a casa e lei a quel punto mi ha detto che loro invece c’erano! Ci sono rimasta male e ho cambiato discorso con una scusa. Quindi sono uscite senza dirmi nulla! E, dato che Fabrizio ieri andava alla festa, non c’è altra spiegazione logica: Carolina deve aver convinto Stella a uscire solo loro due, senza di me, in modo da andare alla festa e attirare l’attenzione di Fabrizio su di sé. Da una parte posso pure capire Carolina, ma non mi va giù che Stella abbia acconsentito … pensavo fossimo amiche!

Andiamo, sono pronta per la tua prossima brontolata! Mi dirai che se mi piace Flavio non dovrebbe interessarmi Fabrizio e che dovrei essere felice per Alessio e Tamara. So tutto, ma non riesco a mettere in pratica nulla!

Domani vado a vedere i risultati degli esami. Dovrai aspettare la prossima lettera per sapere come sono andati. Ti mando un grosso abbraccio! Pamela


P.S. Quell'idea di venirmi a cercare nella tua epoca, Mel ... insomma, è davvero spaventosa da un certo punto di vista. Ammetto che all'inizio ne sono rimasta affascinata, ma poi, pensandoci bene, potrebbe rivelarsi una pessima idea. Se devo essere sincera, ci ho perso un po' il sonno. Ti prego, non parlarmene più.


Pa🍎nia



 



"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di cottonbro studio da pexels.com

venerdì 20 gennaio 2023

Pam & Mel Pa🍎nia

 


Cara Pamela,

eccomi, alla fine! Mi hanno stracciato più di una lettera ed è per questo che stai ricevendo la mia risposta così in ritardo. I miei sono finiti davanti alla commissione disciplinare perché ti stavo raccontando troppo e possono ringraziare la loro fama e bravura, altrimenti ci avrebbero costretto a interrompere qualsiasi rapporto (e magari avresti pensato che fossi arrabbiata con te! E invece no! Assolutamente! E comunque spero che tu abbia capito che le “critiche” che ti ho fatto nella mia ultima lettera erano a fin di bene, anche se devo scusarmi, perché non ero proprio di umore idilliaco quando ti ho scritto … Insomma, meno male che la nostra amicizia ci permette di superare le incomprensioni. Non parliamone più, anche se ti garantisco che continuerò a brontolarti quando penserò che tu non stia dando il meglio di te! Ah, sì, sono proprio nonna Abelarda, pensalo pure!). Insomma, ci hanno fatto una risciacquata perché non abbiamo rispettato la regola di non entrare troppo nei particolari quando comunichiamo con la nostra epoca di origine. Ma dico: se non ti parlassi del mio mondo, come potresti capire fino in fondo quello che ti racconto di me? A me non importa sinceramente, se ci vogliono rimpacchettare e mandarci indietro, facciano pure. D’altronde non credo abbiano il tempo di passare al setaccio ogni comunicazione, quindi da ora in avanti cercherò di limitarmi, ma non troppo … Mi è anche venuta un’idea pazza in mente, parlando di te con Stefano. Ho pensato che potrei venire a cercarti, Pam. Ma sì, un giorno che sarò uscita da questo campo base, potrò venire a cercarti e vederti nel mondo in cui vivo io. Certo, sarai una donna adulta, per non dire vecchia, ma per me sarai la solita Pam. Ti presenterò Stefano e tu mi presenterai la tua famiglia: tuo marito (chissà se sarà Flavio!), i tuoi figli e chissà, magari mi mostrerai pure il tuo cavallo! Ti piacciono ancora i cavalli, Pam? Ti ricordi di quando credevi che il tuo babbo te ne avrebbe comprato uno e lo avreste tenuto alla Consuma?

Con Stefano ci vediamo spesso. Parliamo in continuazione di qualsiasi argomento e andiamo a correre insieme. Però non è il mio ragazzo, almeno per ora. Durante una delle nostre chiacchierate mi ha spiegato cos’è il perimetro: sono i confini del Campo Base. Col suo piglio da geometra mi ha detto che il Campo Base misura più di diecimila ettari, quindi direi che sia impossibile percorrerne il perimetro a corsa! In teoria fra poco potrò inserirmi nel mondo normale e lasciare questo posto, ma non so se lo faremo a breve. Tanti fra coloro che vivono qui ci sono venuti per necessità e adesso faticano all’idea di lasciarlo. Qui la gente sta uscendo da poco da una pandemia. Ti ricordi la peste nera di cui parla Boccaccio nel Decamerone? O l’influenza spagnola di cui ci parlò la prof. di storia? Ecco, più o meno, anche se non entro nei dettagli, sennò mi ristacciano la lettera per la centesima volta! Ed ecco il motivo della presenza dei miei genitori qui: studiano il virus insieme ad altri ricercatori e medici, per trovare nuove terapie e vaccini e per affrontare le sfide che verranno.

Qui viviamo in un presente complesso e forse è per questo che mi interesso molto di più di quello che facevo prima a quello che succede nel mondo. Molti adulti sono pessimisti in merito al futuro della Terra e non si rendono conto che così, col loro disfattismo, ci affossano. Non dico di negare le evidenze: i problemi ci sono, ma essere così negativi intristisce e demotiva i ragazzi. Molto spesso alcuni dei nostri coetanei sfogano la loro frustrazione diventando violenti o chiudendosi in sé stessi; alcuni cercano un supporto dallo psicologo, altri si chiudono e basta, in un atto di rinuncia totale. Eppure dei segnali positivi, nel corso del tempo, ci sono stati e continuano a esserci. Solo che fa sempre più sensazione parlare delle cose negative che di quelle positive. Ricordi per esempio quando a scuola ci parlarono per la prima volta del buco nell’ozono e dei danni che i clorofluorocarburi delle bombolette spray producevano sullo strato di ozono? Adesso ci sono prodotti privi di queste sostanze dannose, grazie a un Protocollo del 1987. Ti manca poco, cara amica mia, per capire di cosa parlo: il 1987 per te è già alle porte … quindi fatti carico del cambiamento, informati e spiega a chi fa spallucce i pericoli del dimenticarsi che la nostra Terra è bellissima, ma necessita di cure. Sono sicura che troveresti un buon alleato in quel cervellone di Arturo! Continua a fartelo amico come hai fatto in queste vacanze alla Consuma e cercate di capire di più il mondo in cui vivete: informatevi, confrontatevi, fate sentire la vostra voce. Se conosciamo l’origine dei nostri problemi possiamo superarli e cambiare rotta, senza farci travolgere da ansie e paure, senza sentirci sopraffatti. Adesso stiamo vivendo un periodo di lotta al cambiamento climatico e penso che forse, se avessimo agito prima, negli anni in cui vivi tu, adesso saremmo a un punto diverso. Il problema è che alcuni tendono spesso a sottovalutare il problema, anche se sanno che esiste. Pensano che i disastri ambientali che avvengono lontani dal nostro paese non li riguardino o pensano che certi fenomeni siano normali. Sai qual è il problema? L’ignoranza. Per fortuna con Stefano parliamo e abbiamo deciso di proporre di affrontare questi argomenti anche in classe e di portare avanti un’alleanza fra generazioni: dovremmo considerarci tutti esseri umani pronti a collaborare e creare ponti con persone di qualunque età. Smettere di considerare i genitori persone che non possono capirci, attingere dagli anziani la loro esperienza, aiutarci fra ragazzi, indipendentemente dall’età, essere di supporto a chi è in difficoltà. E ci sono, Pam, i segnali positivi! Lo sai per esempio che un famoso gruppo musicale dei miei tempi ha annunciato che il loro prossimo tour mondiale sarà a zero emissioni? Ho letto un articolo su internet che spiega che avranno delle macchine per rimuovere l’anidride carbonica dall’aria e l’energia che alimenterà il concerto sarà generata da energia solare e cinetica! Ti sembrerà fantascienza e, forse, in parte per te lo è davvero! 

Ti mando un bacione, Pam! Fammi sapere come sono andati gli esami a settembre!

   Mel

Pa🍎nia

 



"Pam & Mel", di Daniela Darone

Foto di Markus Spiske da pexels