Cerca nel blog

giovedì 11 febbraio 2021

Pam & Mel Pa🍎nia

 

11 febbraio xxxx 

Cara Pam,

scusa se non ti ho scritto per tutto questo tempo, ma qui i giorni passano a un ritmo vertiginoso. Onestamente la mia vecchia vita mi pareva che scorresse più lentamente: un anno mi è sempre sembrato eterno. Qui sembra invece che i giorni mi scappino di mano. È tutto accelerato.

In questo periodo sto pianificando di partecipare a diversi “open days” per decidere quale scuola frequenterò. Ti chiederai cosa siano: nient’altro che delle giornate nelle quali le scuole aprono le loro porte a chi, potenzialmente, potrebbe decidere di iscriversi per il successivo anno scolastico. In realtà, come dice Adele (è la ragazza con cui giocai a ping pong il 31 dicembre), è un giorno nel quale la scuola si presenta mostrando solo il suo lato migliore. All’inizio parlano il/la preside (ora si chiama Dirigente scolastico) e alcuni professori, che presentano la scuola e illustrano i programmi dell’istituto. Poi fanno visitare le aule, la palestra e la biblioteca e si può assistere a delle lezioni. Lei però sostiene che l’idea che ti fai all’open day non è realistica! Perché, come al primo appuntamento, nessuno mostra i difetti e i lati deboli. Il peggio è che di solito vengono coinvolti nell’organizzazione anche gli alunni che già studiano lì, che, non si sa come mai, sono sempre entusiasti della scelta fatta, non studiano più di tanto ma comunque vanno bene (!), hanno tutti professori fantastici. È chiaro che lo studente che partecipa all’open day per “pubblicizzare” la sua scuola non sarà certo quello che va male, però un po’ di sana onestà non guasterebbe … perché non far partecipare anche quelli “normali” o che fanno fatica? Adele dice che bisognerebbe parlare con gli studenti e inchiodarli con delle domande precise del tipo “qual è la cosa peggiore di questa scuola?” oppure “quale materia ti fanno odiare in questo istituto?”. Lei è qui da più tempo di me ed è la figlia di un professore. Ho avuto la fortuna di andare a cena da loro qualche sera fa e abbiamo fatto un’interessante chiacchierata sulla scuola. Magari te ne parlerò la prossima volta che ti scriverò.

Qui comunque non funziona più come da te: entro l’inizio del terzo anno di superiori puoi cambiare indirizzo di scuola senza perdere gli anni fatti. Devi solo dare, a inizio anno scolastico, un esame integrativo sulle materie che non hai studiato gli anni precedenti (le tipiche materie di indirizzo), per dimostrare che ti sei messo in pari. Qui il nostro “vecchio” Istituto tecnico commerciale non esiste più: adesso si chiama “Amministrazione, finanza e marketing” (suona molto più affascinante, no?) e certe materie tipo stenografia e dattilografia non le fanno più (ci credi che ho iniziato a scrivere un diario in stenografia? Almeno col Meschini posso scrivere liberamente senza preoccuparmi che i miei possano andare a sbirciare!). Il babbo e la mamma hanno insistito perché mi guardassi intorno e cercassi di valutare le scuole disponibili. Niente mi impedisce di continuare lo stesso indirizzo (anche se devo recuperare qualche materia che da noi si iniziava in terza e qui iniziano dal primo anno, come diritto ed economia per esempio), ma la mamma dice che posso prendere anche in considerazione l’idea di cambiare. Magari fare un liceo. Io ho le idee molto confuse e mi sono iscritta a un programma di orientamento organizzato al Campo Base: è prevista la frequenza di “giornate tipo”, si può partecipare a lezioni di varie materie, assistendo a spiegazioni e interrogazioni.

Sono un po’ terrorizzata, perché molte scuole sono fuori dal Campo Base e non possiamo dire a nessuno del programma speciale di cui facciamo parte. Se frequenterò una delle scuole fuori dal Campo Base dovrò  fare finta di essere parte della Generazione Z (chiamano così chi è nato fra la fine degli anni '90 e il 2010) … non so se mi riuscirà, perché sono cambiate tantissime cose, proprio nel modo di vivere e negli oggetti quotidiani …. Non so nemmeno da dove cominciare per spiegarti, ma bisognerà pure che inizi da qualche parte. Quindi ecco la prima rivelazione: quasi tutti (a parte i bambini piccoli) hanno il cellulare. Cos’è? Un piccolo telefono portatile, grande un po’ meno di un walkman, ma molto più leggero e sottile. In ogni momento puoi essere rintracciata (ti confesso che a me mette ansia. I primi giorni che ce l’avevo lo tenevo sempre spento!). Non solo, questo cellulare serve anche per fare fotografie, ascoltare la musica, vedere film, sapere che ore sono, mettere delle sveglie e degli avvisi, ricevere le e-mail (tipo delle lettere, ma non scritte su carta e impostate!), consultare il calendario (non solo dell’anno in corso, ma anche quelli futuri e quelli degli anni passati), sapere quale strada fare per arrivare in un posto, consultare internet … usare i social network … oddio, come farò per spiegarti tutto? Internet per esempio, è una rete di comunicazione fra computer, con la quale si può accedere a una valanga di informazioni e servizi. 

30 aprile 1986, tieni a mente questa data: ai tuoi “contemporanei” passerà forse inosservata (purtroppo in quei giorni sarete incollati alla televisione per seguire le notizie su un’esplosione nucleare a Chernobyl), ma non sai quanto la vostra vita ne sarà rivoluzionata! Quel giorno un team di ricercatori dell’università di Pisa si metterà in contatto con la stazione satellitare di Roaring Creek (in Pennsylvania) tramite il Butterfly Gateway (un enorme computer). Nel 1991 nascerà il world wide web (www), che renderà internet accessibile a tutti, e qualche anno più tardi “Arianna” sarà il primo motore di ricerca del nostro paese. Da lì in poi internet diventerà sempre più importante, e nasceranno col tempo anche i social, “muretti” virtuali dove incontrare gli amici. Ma, nonostante tutto, ancora oggi non tutte le famiglie hanno internet, per diverse motivazioni: economiche, generazionali, culturali … per alcuni versi poi è come se la tecnologia ci si fosse rivoltata contro: oggi se non sei connesso sei tagliato fuori: iscrizione a scuola, richieste di documenti, lavoro, cultura, acquisti, musica … quasi tutto viaggia su quel www, per la disperazione degli anziani!

Immagino che sarai stravolta da tutto quello che ti ho scritto. Forse ho addirittura esagerato e ho rivelato troppo. Mi raccomando: non raccontare a nessuno ciò che ti dico del futuro, perché saresti presa per una fuori di testa.

Ti mando un grande abbraccio. Cosa faccio per la scuola? Dammi un consiglio!

Mel  


P.S. L’altro giorno sono rimasta folgorata davanti alla vetrina di un negozio! Non sembra un tipico vestito dei nostri anni '80? 😃



"Pam & Mel", di Daniela Darone