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venerdì 11 settembre 2015

"Antonio. Punto e a capo!" - undicesimo capitolo


LA CAMERA DI STEFANO

 

Siamo saliti al piano di sopra. Prima di entrare Giaele si è voltata verso di me.

- Mi raccomando Antonio, non dovrai mai dire a Stefano che ti ho svelato il suo segreto. Mi sto fidando di te. Non farmene pentire.

Sono rimasto in silenzio annuendo, sentendo il cuore che continuava a galoppare come fosse impazzito. Mi sono immaginato che a quel punto la porta si aprisse con un cigolio sinistro, invece non c’è stato nessun rumore particolare, anzi la porta si è aperta su una stanza ordinata e profumata di cera da mobili. Una normalissima camera di un ragazzino della mia età. Un letto, un armadio, una scrivania spaziosa sistemata davanti alla finestra, con sopra un bel computer. Sopra il letto, alla parete di sinistra, c’era un’enorme libreria a ponte piena zeppa di libri ben sistemati. Sono rimasto a osservare tutto questo dalla soglia, mentre la mamma di Stefano mi guardava.

- Vieni pure avanti – mi ha invitato lei - Non si può certo dire che Stefano sia un ragazzino che non legge, eh? – ha domandato sorridendo e scorrendo con lo sguardo gli innumerevoli volumi catalogati nella libreria.

– Eccoci qui - e, dopo un attimo di esitazione, ha detto – ti presento gli amici di Stefano, di cui hai sentito parlare … dai un’occhiata!

Allora mi sono avvicinato ed ho cominciato a scorrere gli autori e i titoli dei libri, che leggevo dalla costola ad alta voce …

- Rudyard Kipling … beh, non so se si pronuncia proprio così …“Il primo e secondo libro della giungla”, Emilio Salgari “I pirati della Malesia”, Hector Malot “In famiglia”, Giulio Verne “Ventimila leghe sotto i mari” … - e poi, un po’ più nascosto, c’era un libro della stessa edizione che ho anch’io di Gianni Rodari, “Favole al telefono”. Poi, proprio vicino alla testata del letto, accanto alla luce che doveva usare la sera per leggere, altri tre libri: Mark Twain “Le avventure di Huckleberry Finn” e “Tom Sawyer” e infine Astrid Lindgren “Fratelli Cuordileone”.

Solo allora ho capito che Stefano non aveva nessun amico di quelli che mi aveva detto, o meglio … non erano amici in carne ed ossa, della sua età … erano solo gli scrittori dei suoi libri preferiti.

- Forse di Mark e di Astrid non ti ha parlato perché non li conosce ancora bene … deve finire di leggere questi tre libri …. – ha concluso scuotendo la testa.

In quel momento, in cui non sapevo proprio cosa rispondere, abbiamo sentito dei passi che si avvicinavano alla porta.

La mamma di Stefano ha fatto una faccia colpevole e mi ha sussurrato – Adesso mio figlio mi farà arrosto!

Siamo rimasti col fiato sospeso, ma quando alla fine la porta si è aperta, con grande sorpresa non abbiamo visto entrare Stefano, bensì Malinda.

– Mi scusi signora, sono venuta ad avvisare che ha appena telefonato Stefano. Come al solito si è trattenuto più del dovuto e quando alla fine si è apprestato a tornare a casa, è rimasto bloccato dal diluvio … e chiaramente non ha un ombrello! Voleva avvertire per non farci stare in pensiero e per scusarsi con Antonio.

- Quale diluvio Malinda? – ha chiesto allora la signora Giaele scostando le tende di camera. Poco prima che riuscissimo a vedere la pioggia che cadeva fine fine e fitta fitta, un improvviso tuono ha squarciato il silenzio. Nessuno dei due si era accorto che stava venendo giù una pioggia con i fiocchi!

Ci siamo tutti avvicinati alla finestra e proprio allora abbiamo visto un fulmine vicino alla torretta. Non ho potuto fare a meno di sentire un brivido che mi correva giù per la schiena quando il riflesso del fulmine ha disegnato un’ombra sinistra sui muri della villa.

- Forse è meglio chiedere ad Alderico di andare a prendere Stefano con la macchina. Vado io ad avvertirlo, così gli presento anche Antonio.

E’ arrivata l’ora di conoscere l’orco del castello, mi sono detto fra me e me, mentre la porta di camera di Stefano si richiudeva alle nostre spalle.

 

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